Scienza dell'anima

"E si accorsero d'essere nudi" (I parte)


 "Se dunque si chiede perché Dio permise che fosse tentato l'uomo ch'egli prevedeva avrebbe dato il consenso al tentatore, io non posso scandagliare la profondità dei segni divini e confesso che [la soluzione] del problema sorpassa di molto le mie forze. Può esserci dunque una causa occulta, la cui conoscenza è riservata - non per i loro meriti ma piuttosto per una grazia di Dio - a persone più valenti e più sante di me.Agostino, De Genesis ad litteram 11,4.61. La vergogna è un'emozione scarsamente trattata dalla letteratura psicoanalitica e, di conseguenza, non sufficientemente elaborata dal punto di vista teorico. Solo negli ultimi dieci anni si è notato che la vergogna è presente in una vasta gamma di disturbi della personalità, soprattutto in quelli più gravi: paranoia, disturbi narcisistici, perversione, schizofrenia e psicosi maniaco-depressiva[2]. La sua presenza massiccia in psicopatologia richiede dunque un'attenta riflessione, al fine di portare nuova luce su alcune importanti questioni concettuali, come quella della colpa. Nella psicanalisi la focalizzazione dell'attenzione sulla colpa ha offuscato l'importanza della vergogna: dato che paradossalmente, la prima si viene strutturando sulla seconda, che la precede, difficilmente si giungerà ad una comprensione esauriente della colpa se si prescinde dalla conoscenza della vergogna.Freud, all'interno delle coordinate tracciate per affrontare il problema della colpa, aveva già individuato lo spazio della vergogna. Se ne possono evidenziare, nel corso dei suoi lavori, due diverse descrizioni: egli ne ha parlato da un lato come di una formazione reattiva che segue la vicenda edipica e l'erigersi del Super-Io (ad esempio nei Tre saggi sulla teoria sessuale), dall'altro come d'angoscia sociale che invece precede sia l'una sia l'altra[3]. Questo secondo senso è decisamente più interessante del primo perché Freud mostra come l'angoscia sociale, precedendo l'erigersi del Super-Io, preceda inevitabilmente anche la genesi della colpa, predisponendo così in qualche modo il terreno sul quale quest'ultima verrà successivamente ad articolarsi.Negli ultimi capitoli di "Il disagio della civiltà" si trovano pagine molto belle nelle quali Freud descrive l'angoscia sociale come premessa al discorso sulla colpa. L'angoscia sociale è quella condizione pre-edipica di dipendenza dall'amore dell'altro significativo nella quale il bene e il male vengono accettati a "scatola chiusa" sulla base delle indicazioni genitoriali; cioè è bene tutto ciò che garantisce l'amore dei genitori ed il senso di sicurezza che ne deriva, mentre è male ciò che non garantisce tutto questo (amore e senso di sicurezza). Condizione, quella descritta a proposito dell'angoscia sociale, che non solo spiega, ma mostra addirittura come inevitabile quel detto che afferma "le colpe dei padri cadono sui figli"; infatti se la legge dei genitori viene accettata tutta a "scatola chiusa", viene inevitabilmente accettato tutto, cioè sia il bene che il male. Questo perché le colpe dei padri sono inscritte nel patrimonio - etico-morale -, sia orale che scritto, e se noi accettiamo quest'ultimo ne accettiamo necessariamente anche le colpe inscritte, che inevitabilmente finiamo per ripetere anche ora.