Scienza dell'anima

mail: davidedifrancia@libero.it, facebook: Davide di Francia

 

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AFORISMI

"Le stelle più luminose bruciano più in fretta" A. Einstein

"L'etica libera la bellezza" Politicamente scorretto

"Signor giudice, tre magistrati vorrebbero diventare procuratore della Repubblica. Uno è intelligentissimo, il secondo gode dell'appoggio dei partiti di governo, il terzo è un cretino, ma proprio lui otterrà il posto. Questa è la mafia..." F. Coppola

"L'uomo è parlato dal linguaggio" J. Lacan

"Gli uomini sono abiti a passeggio" Cartesio

"Noi sentiamo che, anche una volta che tutte le possibili domande scientifiche hanno avuto risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppure toccati. Certo allora non resta più domanda alcuna; e appunto questa è la risposta" L. Wittgenstein

"Conosci te stesso" Socrate

"Amor, ch'a nullo amato amar perdona" Dante

"Ama il tuo nemico come te stesso" Gesù

"Il Linguaggio è la dimora dell'essere" M. Heidegger

"Ci vuole un caos dentro di sè per generare una stella danzante" F. Nietzsche

"La vita fugge e non si arresta un'ora" F. Petrarca

"La vita è lunga come un battito di ciglia" J. Hendrix

"L'inconscio è incapace d'esistenza" S. Freud

"Ma il principio tenebroso è ben differente nelle cose intellegibili e nelle cose sensibili. La ma­teria è di un genere differente, così come la for­ma che vi si aggiunge. La materia divina riceve un limite definito, e possiede la vita ben fissata da un intelletto. La materia del corpo diviene qualco­sa di definito, ma non è né vivente né intelligente; è una cosa morta che riceve l’ordine. Nei corpi, la forma non è che un’immagine. Lassù, la forma è una realtà, il suo  soggetto,  è dunque, anch’esso reale. (Quelli che) dicono che la materia è una sostanza, avrebbero ragione, se  parlassero della  materia in­tellegibile. Il soggetto delle forme, lassù, è pro­prio una sostanza, o piuttosto è la sostanza compiuta con la  forma che è in lei, la sostanza completa e pe­netrata di chiarore." Plotino, Enneadi, 4,5

"La comunicazione umana si scontra sempre contro il muro del linguaggio" J. Lacan

 

I MIEI LIBRI

farsi da sè (rif:440444)
La tossicomania come variante rigorosa del self made man
Libro SCIENZA E TECNICA 52 pagine
1a edizione 12/2013
Data inserimento vetrina 22/12/2013
La tossicomania esprime in modo rigoroso e fino alle estreme conseguenze lo spirito del nostro tempo...
Un pensiero vivente (rif:424805)
Storia di una Psicologia mai nata
Libro SAGGISTICA 322 pagine
5a edizione 9/2013
Data inserimento vetrina 23/9/2013

 

Quando il vento era animato da un dio, quando il vento era il soffio divino, il suo alito, la sua sconvolgente presenza, non doveva essere difficile comprendere d'un balzo, sin nelle viscere, sino a far tremare le vene e i polsi, cos'era l'anima o la psiche. Nella nostra epoca, quella degli asciugacapelli e dei ventilatori, il soffio invece non può essere altro che un mero evento fisico disanimato, un morto ed insensato movimento meccanico di particelle chimiche.

 

 


Libro SAGGISTICA E ATTUALIT? 32 pagine
1a edizione 5/2013
Data inserimento vetrina 2/5/2013

E' legittimo chiedersi come mai Dio, invece di introdurre come primo divieto, prima legge orale e non scritta, la proibizione di qualche grave comportamento, limitando l'azione di Adamo ed Eva ad esempio su uno dei dieci comandamenti, come non uccidere, non usare violenza, non rubare, abbia invece optato per un divieto banale come quello di non mangiare una mela.

 

I MIEI LIBRI

 


Se Dio esiste (rif:394192)
Alle origini del pensiero occidentale
Libro RELIGIONE 50 pagine
4a edizione 3/2013

Il pensiero occidentale è a tal punto pervaso dal salto simbolico del cristianesimo che anche nei luoghi simbolici più critici, anzi forse soprattutto lì, esso raggiunge le cime più elevate del dispositivo cristiano. Un esempio folgorante è quello di Nietzsche. L'inconscio freudiano e la filosofia col martello sono forse da considerare le cime moderne più elevate dello spirito cristiano originario. Rigorose operazioni antiidolatriche, cristiane. E c
he altro sono l'ateismo, il nichilismo e la certezza scientista se non folli atti di fede nel nulla dello spirito!

 


In vita veritas (rif:399765)
Libro SCIENZA E TECNICA 40 pagine
1a edizione 5/2013

Quanta verità può osare un uomo? Quanta verità può osare il dispositivo scientifico? Oggi abbiamo ancora idea di cosa sia la verità? Banalità moralistica, ideale della ragione, chiacchera, o cos'altro? E cos'è la vita al di fuori di un orizzonte di verità?


Libro SCIENZA E TECNICA 40 pagine
1a edizione 5/2013

Curiosamente la psicoanalisi non ha mai articolato un pensiero del tutto convincente sull'amore... anzi direi addirittura che la perseveranza del discorso psicoanalitico nel trattare le relazioni con oggetti, come relazioni oggettuali appunto, tradisce già una concezione egocentrica e perversa della relazione.
 

I MIEI LIBRI

 

Come l'edera...2

Come l'edera all'albero, di Davide di Francia - Saggistica -Storia di una Repubblica fondata su stragi, golpe, segreti di Stato e infiltrazioni masso-mafiose

http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/606976/

Troppe tragedie insabbiate e doppiamente tradite minano la nostra fragile e improbabile democrazia. Le verità giudiziaria e storico-politica non vanno con-fuse. Solo una politica debole o collusa compie l'operazione mortifera di fondere insieme le due verità. Per mantenerle distinte è però necessario dotarsi di dispositivi di verità alternativi a quelli giudiziari. 

 

 


Della salute psichica (rif:399662)
Libro SAGGISTICA E ATTUALIT? 42 pagine
1a edizione 5/2013
Data inserimento vetrina 2/5/2013

 

E' possibile affrontare il tema della salute psichica soggettivamente? Senza ridurre la salute ad un dato oggettivo e normativo valido per tutti? Senza ridurla a normalità? E se si come

 

 La dolce...1

La dolce civiltà del mercato globale, di Davide di Francia - - Narrativa - 
L'infezione semantica produceva patologie molto gravi: deliri di uguaglianza giuridica, di rispetto reciproco, di analisi critica, patologie che avevano da sempre provocato disordini, destabilizzazioni sociali e produttive di enorme rilevanza. Non era nemmeno possibile immaginare cosa sarebbe potuto accadere se le unità produttive avessero cominciato a pensare e a ritenersi legittimate a decidere sul bene e il male delle cose. Un disastro. Il mercato non era riuscito a decollare fino a quando non si riuscì a cancellare problemi di questo tipo.
 

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I MIEI VIDEO

Ci scippano democrazia e sovranità....

 

 

La psiche. Per una cura dell'anima

 

 

La verità soggettiva nel processo di cura

 

 

 

 

ALTRI VIDEO DI RILEVANZA CULTURALE

Il paradosso della libertà

La libertà è la cosa in sé dell'uomo, ma al di là del senso comune essa è un impossibile paradosso che include il limite e l'accettazione della necessitá del reale

Il desiderio secondo Lacan

Lacan ci conduce ad un luogo radicale del desiderio nel quale l'uomo non desidera qualcosa, ma la speranza di occupare un posto privilegiato e significativo nel desiderio dell'Altro.

 

Lacan e il suo stile 

Il corpo delle donne

La visione berlusconiana della donna e la smania di realizzarsi come veline di successo sono due facce della medesima medaglia. Si tratta di uno dei tanti versanti di una sempre più chiara contemporanea barbarizzazione del cammino dell'uomo.

 

La grande politica di Dante

La parola del sommo poeta non è solo esteticamente ineguagliabile ma abitata da una forza politica e una concretezza disarmante.

 

 

Scajola ancora perseguitato!

Post n°57 pubblicato il 25 Ottobre 2012 da dif3
 

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Continua il calvario del povero Scaiola, che dopo aver subito il pagamento a sua insaputa di uno splendido appartamento romano con vista Colosseo, ora sembra abbia ricevuto sempre a sua insaputa una maxi tangente legata ad un affare internazionale firmato Finmeccanica. È ancora vivido il nostro ricordo della straziante denuncia di Scaiola che con tono deciso prometteva di farla pagare a quei farabutti che gli avevano pagato l'appartamento senza dirgli nulla, pare che neppure il notaio lo avesse avvisato che dei manigoldi stavano cercando di pagargli l'appartamento alle sue spalle, denuncia sofferta che lo costrinse addirittura alle dimissioni per il forte senso dello Stato dell'ex ministro. E ora qualche altro farabutto gli ha tirato un altro brutto scherzo, quello di pagargli una maxi tangente per un affare di Finmeccanica. Evidentemente c'è un complotto nei suoi confronti! E con lui pare sia coinvolto anche l'altro perseguitato italiano, il povero Silvio, che sembra sia presente nelle intercettazioni eseguite dagli esecutori delle indagini! Finirá un giorno questa persecuzione giudiziaria e delle forze dell'ordine che scovano sempre le stesse persone? Se non lo fanno apposta evidentemente hanno l'inconscio sporco!

 
 
 

Concerti perfetti

Post n°56 pubblicato il 12 Ottobre 2012 da dif3
 
Tag: Musica

Ci sono concerti, non tanti, che risultano perfetti. Come questo dell'indimenticabile Stevie Ray Vaughan. Come se un'aurea divina rendesse un'insieme complesso e articolato di gesti infallibili, senza macchia. Questo texano irriducibile, con cappello, cinturone e camperos, ma che al posto della carabina sublima con una chitarra impietosa. Un caro saluto ad un grandissimo chitarrista!

 
 
 

Cos'è un atto riuscito?

Post n°55 pubblicato il 11 Ottobre 2012 da dif3
 

Un'atto riuscito si riconosce immediatamente dalla fluidità del gesto che svela l'annullamento di ogni resistenza dovuta ai nostri limiti psichici e fisici. Tutto diviene semplice e perfetto. Come spesso capitava alle performance di Jimi Hendrix dove le sue emozioni, il suo corpo, la sua chitarra, si fondevano insieme in modo ineffabile. Lui era la sua chitarra. Ma se ciò accade non è per ragioni casuali, al contrario è dovuto ad una convergenza di fattori in gran parte legati all'impegno e alla vocazione personale. Si tratta quindi di un vero e proprio percorso formativo e ascetico.

 
 
 

Il canto della vita

Post n°54 pubblicato il 09 Ottobre 2012 da dif3
 

Quando l'Angelo, rapito da una passione irrefrenabile per la creatura, dall'al di là degli enti tutti... nella profonda pace di ogni potenza, dove risplende la Luce Divina e il suo amor sempre soggiorna, decide di creaturizzarsi in quella madre, incarnazione e resurrezione capovolta del sovraceleste nella creatura, divina processio che arricchisce e amplia ineffabilmente l'etterno Amore; avviene un evento miracoloso e insieme pericolosissimo, salto abissale delle Potenze divine, provenienti dal Regno dell'Angelo, Oriens dell'uomo, che, precipitando fino alla polvere della creatura, caduta potenzialmente fatale che solo l'attenta accoglienza e le amorevol cure dell'umana famiglia può evitare, le re-introduce nell'eterno flusso che nuovamente le eleva, via creaturalis, alla loro origine sovraceleste, fonte e meta inattingibile, attraverso una sacra e ineffabile processione. L'Angelo, pura in-fanzia, è colui che reca all'uomo la Parola di Dio; e quale evento rappresenta più pienamente questa Parola incarnata, creaturalizzata, se non la nascita miracolosa d'un bambino?

 
 
 

Il cuore inafferrabile della psiche

Post n°53 pubblicato il 08 Ottobre 2012 da dif3
 

A ben vedere la questione dell'anima, nell'uomo e nella psicologia, è del tutto particolare. Infatti non è sufficiente focalizzare l'attenzione sull'essenza dell'anima in generale per definire l'oggetto della psicologia, in quanto questa verte non tanto sull'anima in generale ma su ciò che rende l'anima dell'uomo unica nel regno animale. Infatti se l'anima è ciò che assegna all'animale la sua natura, l'animale è cioè quell'essere dotato di un'anima capace di conferirgli le sue peculiarità (il movimento, la crescita, il respiro, la circolazione sanguigna, ecc...), l'uomo si distingue nel regno animale per la particolarità della sua anima, che certamente è razionale, ma che soprattutto è spirituale, cioè libera e aperta. È la libertà creaturale che espone l'uomo ad una pericolosa autodeterminazione, che lo getta nel dubbio e nel conflitto delle infinite possibilità, nell'oceano impossibile della scelta e della responsabilità, nel tormento del giudizio che autocondanna, nel vortice tumultuoso di un amore che esalta e che devasta. Solo l'uomo, tra tutti gli animali, è affetto dalla malattia mentale, perché solo l'uomo è gettato nel Mondo dello spirito. Fino a quando non si comprendererà che la psicopatologia è, in ultima istanza, un problema soteriologico causato dalla natura divino-spirituale dell'uomo, la psicologia "scientifica" continuerà inevitabilmente a naufragare all'interno di un empirismo sterile ed incapace di cogliere l'essenza della malattia mentale. Fino a quando la psicologia non riuscirà a riaprire le porte alla realtà dello spirito, che originariamente fu estromessa, non sarà in grado di comprendere nulla di veramente essenziale della natura dell'uomo, né malato né sano

 
 
 

Come uscire dalla crisi?

Post n°52 pubblicato il 07 Ottobre 2012 da dif3
 

Non abbiamo ancora preso consapevolezza della truffa più colossale della storia dell'uomo. I timonieri della finanza globale hanno svuotato i forzieri delle banche depredandole di tutti i risparmi di miliardi di cittadini, al loro posto hanno lasciato la carta straccia delle cartolizzazioni, dei crediti inesigibili, ecc... Poi hanno convinto gli stati sovrani ad indebitarsi per far fronte al problema della liquidità che avevano prodotto. Risultato: si sono presi i nostri soldi e ci chiedono di far fronte al debito creato per coprire il loro furto. Come se Arsenio Lupin dopo aver derubato le sue vittime pretendesse che queste gli restituissero, a lui, i soldi che lui stesso aveva rubato loro. Basta comprendere quello che è successo per farci prendere la decisione molto semplice di non restituire i soldi che ci sono stati rubati due volte. Se qualcuno vi rubasse il portafogli sentireste il bisogno di risarcirlo dei soldi che vi ha rubato? Ecco, risolto il problema del debito pubblico. E non fatevi prendere per il naso con l'idea balzana che quelli sono i soldi di poveri risparmiatori. Non è così. Il 90% dei debiti sovrani sono nelle mani di coloro che hanno perpetrato la colossale truffa: la grande finanza. Ma per tranquillizzare i piccoli risparmiatori possiamo stabilire che questi saranno gli unicità a venir rimborsati. Ecco risolto anche questo problema. Svegliamoci!

 
 
 

Concorso a premi. Chi lo ha scritto?

Post n°51 pubblicato il 02 Settembre 2012 da dif3

In una parola, è reale non il tempo, quale forma vuota, che sotto tale aspetto non esiste proprio, bensì ciò che lo riempe o è misurato da esso.

 
 
 

    2. Chi è mio padre? La doppia natura del padre. (parte seconda)

Post n°50 pubblicato il 23 Agosto 2012 da dif3

 

        Ma qual'è la funzione specifica ed essenziale del padre? C'è ancora o si è definitivamente dissolta all'interno di una funzione genitoriale indistinta? Da un punto di vista giuridico, educativo, materiale, sociale non mi pare sia reperibile alcuna funzione specifica del padre. Agli occhi della legge esiste ormai solo il genitore.

Diversa è invece la posizione della psicoanalisi dove il principio paterno interviene a limitare e ad elevare la dimensione sensibile e biologica del principio materno, dove il patriarcato interviene nel porre un limite evolutivo al matriarcato consentendo una elevazione spirituale e sociale dell'uomo. Questo volgersi dalla madre al padre segna oltracciò una vittoria della spiritualità sulla sensibilità, cioè un progresso di civiltà, giacché la maternità è provata dall'attestazione dei sensi, mentre la paternità è ipotetica, costruita su una deduzione e una premessa. Schierarsi dalla parte del processo di pensiero piuttosto che della percezione sensoriale, si dimostra gravido di conseguenze. 

La funzione peculiare del padre è quella di rappresentare e consentire al figlio l'accesso al Mondo umano, al Mondo della cultura e della civiltà. 

 

La castrazione è, infatti, quella Legge simbolica che situa il divieto dell'incesto come fondamento della Civiltà. Non puoi godere di tutto, non puoi sapere tutto, non puoi avere tutto, non puoi essere tutto. Solo questo impossibile - l'impossibilità di sapere tutto, di avere tutto e di essere tutto - rende possibile la libertà. Come questa Legge viene trasmessa nelle generazioni? Perché questa Legge sia credibile ed efficace un padre è tenuto ad applicarla innanzitutto su di sé. La Legge della castrazione non è un castigo, non è un'espiazione, non è una punizione. Il padre è il simbolo della Legge; è ciò che sostiene la Legge dell'interdizione dell'incesto come Legge basale di ogni Civiltà, è il simbolo di una Legge che umanizza la vita separandola da quella animale. Il padre agisce come portatore della Legge che proibisce il godimento incestuoso...

 

Il padre è colui che de-limita il luogo dell'Altro materno, che interdice il godimento pulsionale, che istituisce il tabù dell'incesto avviando la dialettica dello scambio sociale e del Mondo della Civiltà, che rende possibile il cominciamento di un desiderio come luogo di ricerca di un oggetto irrimediabilmente perduto, che genera il Mondo della cultura dal buco sovrasostanziale che produce nel Mondo biologico. Il padre, quando funziona, è colui che è in grado di farsi porta e passaggio verso un ordine che eleva il figlio dal piano del bisogno, del biologico, del creaturale al piano del desiderio, del simbolico, dello spirito. E nel compiere questa operazione si rende consapevole del fatto di essere un mero strumento di accesso, porta appunto, verso un altrove di cui non sa niente se non che lo condivide in modo ineffabile. E si rende anche conto che suo figlio, se sarà fortunato, incontrerà altri padri capaci di fare altrettanto, è cioè consapevole che il suo amato figlio non gli appartiene benché cuore della propria vita, Dono unico e irripetibile di cui ha potuto prendersi cura. 

La funzione paterna ha un doppia natura: umana e divina. Ineffabilmente legata all'incontro, al passaggio, al superamento che apre alla dimensione simbolica, che anima l'uomo, che lo umanizza, che lo abita nella dimensione spirituale vivificante. Ineffabile anche perché soggetta ad incontri più o meno casuali, che possono anche non dipendere dall'assunzione responsabile di qualcuno in funzione di padre. Come se la funzione paterna scaturisse non solo dalla volontà di un padre ma anche dal Mondo, casualmente e senza intenzione. Del resto cos'è il transfert se non quell'incontro più o meno casuale che apre l'aspettativa, solo in parte anche illusoria, d'aver trovato un padre, di aver trovato un luogo di accesso alla propria verità? Come spiegare questa "paternità diffusa", se così la si può chiamare, spontaneamente zampillante dal Mondo? Vengono in mente le parole di Gesù-Cristo, che ascoltate in modo "impuro", cioè ancora legati, almeno in parte, ad un pregiudizio naturalistico della paternità, possono essere avvertite come provocatorie, irriverenti e addirittura dissacratorie della sacra famiglia: chi è mio padre? Mio padre è Dio che sta nei cieli! Infatti il non-luogo che rende possibile a qualsiasi padre di essere padre e a qualsiasi soggetto di assumere una posizione singolare, è necessariamente allo stesso tempo al di là e al di qua di ogni padre reale. Non-luogo che è contemporaneamente al al di là e al di qua di ogni ente e di ogni atto e che alcuni uomini hanno deciso di indicare con la parola Dio. Insomma la paternità è totalmente immersa in una dimensione spirituale. E' intimamente radicata nell'atto del cominciamento del Mondo dello spirito. Il nato di carne, carne è; il nato di Spirito, spirito è

Giuseppe, padre di Gesù, quelle parole può capirle; lui non è padre biologico, ha scelto di accompagnare Maria che aspetta un figlio non suo, che arriva da un altrove a lui non preannunciato. La sua è una paternità che si esaurisce interamente nello spirito, che viene iscritta dall'inizio esclusivamente nello spirito, come per ogni genitore adottivo. In fondo ogni genitorialità è sempre e solo "adottiva" perché essendo determinata da una scelta, espropria il piano biologico da ogni aspirazione di definire la paternità. L'inseminazione di una donna non produce alcun padre. La scelta e il desiderio di filiazione ne sono la causa. Ecco l'insegnamento di Giuseppe. 

Ogni padre reale è Giuseppe, ama nello spirito, non nella carne. Come spiegare questa ossessione religiosa del pericolo della carne se non in questa chiave. La carne distrae pericolosamente dall'essenza dell'amore paterno. Padre è colui che si assume la responsabilità di amare quella creatura che ha ricevuto in dono, che si è assunto il compito di spiritualizzarla, poiché la dimensione simbolico-spirituale non è che l'effetto dell'elevazione del naturale, del biologico, del bisogno a livello della domanda d'amore come Lacan ha mostrato chiaramente. Per questo la psicoanalisi, e per lo psicoanalista francese questa dimensione è estremamente chiara, ha trattato il Padre come un rappresentante privilegiato della Cultura sulla Natura, del Simbolico sul Biologico, del Legale sul Naturale.

Gesù-Cristo, contemporaneamente umano e divino, figlio dell'uomo e figlio di Dio, in quanto Gesù-uomo ha Giuseppe in posizione paterna, ma in quanto Cristo-ipostasi omosostanziale del Dio uno e trino ha Dio-Padre in posizione paterna, unito con lui nello Spirito Santo, Amore, terza ipostasi omoessenziale del Dio uno e trino. Ma ogni uomo e ogni padre ha una duplice natura, umana e divina. L'amore paterno del padre reale che si assume tale impegno verso il figlio è sempre anche l'Amore paterno che vincola il Padre al Figlio e viceversa. Il primo è reso possibile dal secondo. Ogni uomo, figlio dell'uomo, da sempre è anche Figlio del Padre.

 
 
 

   1. Il declino della funzione paterna: cosa resta dell'amore paterno? (parte prima)

Post n°49 pubblicato il 23 Agosto 2012 da dif3
 

 

 

     Innanzi tutto, a premessa, un'ovvietà necessaria: parlare di funzione paterna e materna significa evidenziare il fatto ch'essa può essere esercitata da chiunque decida d'assumersela, indipendentemente dal fatto d'essere padri o madri biologici. Così, la funzione paterna può essere assunta anche dalla madre in modo analogo a quella materna che, in qualche modo, può essere esercitata anche da un padre. Non si tratta quindi di connotare in modo rigido cosa fa o dovrebbe fare un padre o una madre biologici. Anzi tali funzioni possono essere anche del tutto sconnesse dalla paternità e dalla maternità biologiche essendo prioritariamente definite da un atto, cioè un'assunzione soggettiva, una scelta. La filiazione è un evento culturale ed etico, non biologico. E infatti può avvenire anche per adozione e quindi in totale assenza di un legame biologico. Per il cittadino della Roma imperiale il padre era colui che riconosceva pubblicamente, attraverso l'atto rituale del sollevamento, l'infante che da quel momento sarebbe stato suo figlio. Non era il concepimento o il parto che definivano la paternità e la filiazione, ma una scelta soggettiva manifestata pubblicamente attraverso l'atto di sollevare l'infante. Ancora oggi la legge stabilisce che, al di fuori del matrimonio, la potestà genitoriale, fino al 1975 patria potestà, si attiva solo a partire dal riconoscimento formale dei genitori. Questo avviene in ragione della "natura" etica, culturale e legale della potestà. Per la legge italiana il padre è colui che assume una posizione di responsabilità soggettiva, ma anche legale e pubblica, di tutela verso il figlio, assicurando una risposta adeguata a tutti suoi bisogni materiali, affettivi, intellettivi, educativi e morali.

Con il passaggio da patria potestà a potestà genitoriale si è allargato l'abito di azione della funzione paterna a quella materna aprendo lo spazio indifferenziato della genitorialità. Non si tratta più di patria potestà, ma di potestà genitoriale. Ciò ha prodotto una certa confusione in merito ai ruoli dell'uno e dell'altra, ruoli che si erano costruiti con fatica, benché forse iniquamente, nel corso dei secoli. La questione è la seguente: nel momento in cui la particolare potestà del padre si disperde in quella generica del genitore, cosa distingue la funzione del padre da quella della madre? Dal punto di vista giuridico in apparenza nulla. Entrambi i genitori devono occuparsi nello stesso modo di tutti i bisogni del figlio prima elencati. Non indicare una potestà del padre distinta da quella della madre, non è il segno di una incapacità della legge di distinguere tra le due funzioni? 

Sul piano giuridico la categoria indifferenziata del genitore ha dissolto le due categorie precedenti di padre e di madre. Non solo la funzione paterna ha subito una destabilizzazione e per tanti aspetti una vera e propria dissoluzione, ma anche quella materna ha subito un analogo destino (benché apparentemente questo cambiamento nel caso della donna viene inteso come conquista e riappropriazione di diritti personali), poiché ha finito con l'allinearsi a quella paterna mascolinizzandosi e così smarrendo la propria particolarità, la propria vocazione femminile. Se il padre è spaesato e non sa più quale sia la sua funzione peculiare, in modo analogo anche la madre assorbita dal modello maschile ha smarrito il proprio centro, la propria femminilità, la propria specificità. La donna in carriera, la donna mangiauomini, la donna dello shopping compulsivo, ecc... sono solo alcune palesi figure di una donna mascolinizzata, abitata ormai dal desiderio metonimico maschile. Certo, anche il padre e la madre di ieri, sostenuti su ruoli consolidati, da tempo stabilizzati, erano in fondo ruoli posticci che meritavano d'esser ripensati, che si fondavano su di un altrove in buona parte misconosciuto; tuttavia assicuravano un equilibrio, una stabilità e un ordine ormai forse per sempre perduti.

Non solo, ma nel momento in cui una funzione indifferenziata, quella genitoriale, assume il dovere di occuparsi dei bisogni del bambino, proliferano immediatamente tutta una serie di soggetti e agenti sociali che esercitano a buon diritto pezzi di tale funzione. Oltre al padre e alla madre, anche i nonni, gli zii, un maestro, un allenatore di calcio, ecc.. possono esercitare efficacemente, benché magari solo parzialmente, tale funzione. Così il ruolo del genitore rischia di svuotarsi ancora di più scoraggiandolo, producendo in lui un ulteriore spaesamento. Che cosa resta di essenziale nella funzione genitoriale? In primo luogo la legittimità nel prendere delle decisioni sulla vita del figlio minore. Il genitore che esercita la potestà genitoriale è colui che deve assumersi la responsabilità di decidere cosa è bene per il figlio. Infatti si ritroverà a dover autorizzare, se lo ritiene nell'interesse del figlio, tutti gli altri soggetti facente funzione di genitore (insegnanti, baby sitter, educatori, medici, ecc...). 

 

 
 
 

  4. Chi è mia madre? Il mistero dei misteri

Post n°48 pubblicato il 23 Agosto 2012 da dif3

 

         L'amore paterno quindi non ha il vincolo, il peso insopprimibile dell'essere corpo unico lato creatura, col figlio. La sua radice biologica si limita ad un rarefatto supporto genetico e a qualche posticcia appartenenza immaginaria che la somiglianza corporea richiama, elicita. E' molto più facile per l'uomo il richiamo originario all'amore simbolico, spirituale, perché quasi esclusivamente di questo è dotato. Per questa ragione il mistero più grande non è quello legato all'amore paterno, più semplice, più facile, meno combattuto. L'amore più grande, più misterioso, più impossibile, più completo, è quello materno. Anche per la religione cristiana il luogo simbolico-religioso più elevato e complesso forse è proprio quello di Maria, la Madre e la Sposa, capace di accogliere un Amore potente e viscerale che attraversa tutta la creatura, la sua adorata creatura, la creatura che è la sua vita, il suo cuore, e che, nello stesso tempo, la priverà radicalmente del figlio. Come può accettare Maria la parola di Gesù che manifesta davanti a tante persone e a lei presente: Chi è mia madre? Ogni madre è mia madre? Come può sorridere, capire.

Maria, Madre di Dio, donna, creatura tra le creature, figlia di Dio come ogni altra creatura, Sposa  di Giuseppe e di Dio il cui seme ha dato vita a Gesù-Cristo, Madre nella carne e nello spirito, della carne e del divino, unita nel corpo e nello spirito al Figlio e al Padre nello Spirito Santo. Ombelico di ogni cosa in Terra e in Cielo. Mistero dei misteri. 

 

«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

termine fisso d'etterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura 

nobilitasti sí, che 'l suo fattore

non disdegnò di farsi sua fattura

 

Il cristianesimo è una religione patriarcale eretta per contenere la forza e la potenza pudica e incommensurabile della Madre-Maria. La Madre infatti se è non abitata dallo Spirito, presente con evidenza nella vergine Maria, diviene simbolo del ritorno al pre-umano, all'orda primordiale del mito freudiano, all'inciviltà del tutto è possibile, alla dittatura del godimento senza limiti, al caos della materia senza spirito, dell'organismo senza libertà.

Ecco allora la possibile ragione capace d'attribuire un senso compiuto alla istituzione di una potestà solo paterna, la patria potestà in vigore fino al 1975, capace di liberare il campo anche dalla consueta, persecutoria, deliberata ed ingiustificata prevaricazione dell'uomo verso la donna. La patria potestà agiva in funzione di limitazione legale e simbolica dell'onnipotenza reale della Grande Madre, operava quella separazione vitale in grado di liberare il figlio, di istituire un ordine legale, sociale e spirituale. Introduce nell'ordine legale e sociale la necessità di aderire ad un primato vivificante dello spirito e della civiltà contro il rischio di un richiamo e un predominio del legame biologico e materiale privo di separazione, incestuoso, mortifero, pre-umano.

In modo analogo anche l'attribuzione del cognome paterno ai figli sembrerebbe assolvere alla stessa funzione: sottolineare la natura umana-spirituale, sovraessenziale, della discendenza e dell'essere dell'uomo.

 

Progredire spiritualmente vuol dire decidere contro la diretta percezione dei sensi e in favore dei cosiddetti processi intellettuali superiori, ossia i ricordi, le riflessioni, i processi deduttivi. Vuol dire ad esempio stabilire che la paternità è più importante della maternità, sebbene non sia come quest'ultima accertabile mediante la testimonianza dei sensi; il bambino quindi deve portare il nome del padre ed esserne l'erede. Oppure: grandissimo e potentissimo è il nostro Dio, benché sia invisibile come il turbine di vento e l'anima.

 

Non a caso nella Roma antica vigeva ancora il culto della Grande Madre generatrice della vita sulla terra. La cultura patriarcale e la patria potestà intervengono per limitare la divoratrice e onnipotente Grande Madre che esalta la Terra offuscando il Cielo. Naturalmente trattasi di un timore dovuto al concepimento distorto della funzione materna e alla debolezza del principio paterno. Infatti Maria non ignora il principio divino del creato. La grande Madre era divoratrice solo in quanto negatrice dell'elemento spirituale, creatore e vivificante.

 

 

 
 
 

  3. Il mistero grande dell'amore materno

Post n°47 pubblicato il 23 Agosto 2012 da dif3
 

 

          La questione "funzione materna" va impostata all'interno di una diversa prospettiva, per certi versi più complicata. Se l'atto che definisce la paternità è una decisione, una scelta; la natura dell'atto è essenzialmente spirituale, cioè sovraessenziale. Non esiste un atto materiale. Se paternità, atto, e simbolico sono intimamente collegati, si identificano e si esauriscono nel piano spirituale, la posizione che contraddistingue la madre invece (oltre ad essere una scelta con la quale anche lei deve assumersi se lo vuole la sua funzione) è radicalmente avviluppata ad un profondissimo e spesso insuperabile legame biologico, nel corpo. Infatti, per molti mesi il figlio, prima ancora di vedere la luce, è letteralmente parte del corpo della madre. Non c'è alcuna separazione, madre e figlio sono un unico corpo. E anche in seguito al parto l'infante è in grado di pacificarsi e di superare l'angoscia che il suo pianto segnala solo recuperando il contatto con il corpo della madre, il suo calore, il suo odore, e l'assunzione sostanziale del suo corpo attraverso il latte materno che lo nutre sostanzialmente ma anche in modo sovrasostanziale in quanto rappresentante vitale del suo amore. Fin da subito la dialettica della domanda eleva il bisogno ad una domanda d'amore in quanto è l'amore materno che rende possibile l'allattamento e che anima e vivifica il latte materno. Il latte è un dono materno prima ancora d'essere cibo. Non è certo in quanto cibo che l'infante si riempie di latte. Neppure il piacere può esaurire il senso della sua ricerca perché una madre che non si donasse con amore priverebbe immediatamente l'infante del proprio piacere fino a spingerlo a rinunciarvi. Qualora il rapporto tra la madre e il suo bambino si esaurisse nel rispondere alla sua fame, ammesso che il bambino continui comunque a nutrirsi, segnerebbe radicalmente e forse irrimediabilmente l'identità del bambino che si realizzerebbe come luogo di soddisfazione senza slancio di un mero bisogno anziché luogo degno e colmo della gioia dell'Amore. Nel primo caso la sua vita sarebbe depressa e senza slancio, nel secondo caso carica di una vitalità inesauribile. E' l'amore che muove e da' slancio al bambino, mentre il piacere ne è l'effetto e non la causa. Benché sia la fame a spingere il bambino nella ricerca del seno della madre, per lui la fame non può essere altro che mancanza dell'amore materno, non certo di cibo.

La particolarità della posizione materna rende comprensibile la difficoltà, per la madre e per il figlio, di separarsi completamente nell'intero arco della vita. Per la madre, il figlio, in un qualche modo, sarà sempre un pezzo di lei, il suo cuore, che vaga per il mondo. Per la madre accettare il figlio come distinto, separato, e appartenente ad un luogo altro da lei è quasi impossibile. La radice del suo amore è infinitamente controbilanciato da un legame biologico, corporale indissolubile.

In questo punto ritroviamo la funzione essenziale della paternità: la sua incidenza separativa. Il padre, quando non è fuorcluso, cioè non agente e presente nel luogo dell'Altro materno, efficace formuletta lacaniana, è colui che interviene all'interno della diade madre-bambino separandola. Infatti il desiderio della madre verso il padre, verso cioè un luogo altro rispetto al bambino, istituisce la madre come non completabile dal figlio liberandolo dal ruolo di fallo, cioè della sua eventuale nefasta presunta e agognata capacità di completare e soddisfare la madre. Senza separazione il figlio non avrebbe possibilità di accedere al desiderio che germoglia dalla rinuncia al godimento mortifero di essere un'unica cosa con la madre, e quindi, di non essere se non un'appendice di lei. La separazione, resa possibile dal padre incluso nel luogo dell'Altro, produce l'oggetto perduto, la Cosa e il desiderio, che spingerà il piccolo uomo a cercare nel mondo un suo degno sostituto, capace di elevarsi alla dignità della Cosa. Ecco l'importanza decisiva della funzione legale interdittrice del padre. E' il padre che attiva quel limite vivificante che sbarra la strada al godimento incestuoso e senza limiti, che segna l'impossibilità di essere onnipotente e di avere tutto, che limita la libertà individuale attraverso il riconoscimento del diritto della libertà altrui. Solo in questo modo è possibile garantire e tutelare una libertà individuale non divorata dalla prepotenza e dall'ingordigia altrui, libertà responsabile e rispettosa che fonda la civiltà del Mondo umano. Insomma l'esistenza dell'uomo è resa possibile dall'azione di un limite legale, linguistico originari, coevi all'uomo. La linea di demarcazione del passaggio dalla scimmia all'uomo è infatti fissato dall'apparizione di pratiche simboliche, riti funebri, rappresentazioni grafiche, manufatti che appaiono improvvisamente come effetti di un limite misterioso. Viene prima l'uomo o il linguaggio e la legge? Domanda sull'inizio a cui è impossibile rispondere in quanto l'uno presuppone il secondo. Non c'è uomo senza limite simbolico così come non c'è limite simbolico senza uomo. L'uomo è il prodotto di un'azione simbolica che lo lega costitutivamente ad un debito simbolico originario che tuttavia non è pensabile senza l'uomo in quanto legge e linguaggio non sono dati al di fuori del mondo umano. Viene prima l'uovo o la gallina? Pensare ad un Altro simbolico senza l'uomo, ad una legge e ad un linguaggio senza l'uomo significa immediatamente pensare a quel reale che gli uomini chiamano Dio e che imbarazza l'uomo di scienza anche quando va in chiesa regolarmente.

 
 
 

Il declino della funzione paterna: cosa resta dell'amore paterno? (parte 2)

Post n°46 pubblicato il 04 Luglio 2012 da dif3

 

Sul piano giuridico la categoria indifferenziata del genitore ha dissolto le due categorie del padre e della madre. Non solo la funzione paterna ha subito una destabilizzazione e per tanti aspetti una vera e propria dissoluzione, ma anche quella materna ha subito un analogo destino (benché apparentemente questo cambiamento nel caso della donna viene inteso come conquista e riappropriazione di diritti personali), poiché ha finito con l'allinearsi a quella paterna mascolinizzandosi e così smarrendo la propria particolarità, la propria vocazione femminile. Se il padre è spaesato e non sa più quale sia la sua funzione peculiare, in modo analogo anche la madre assorbita dal modello maschile ha smarrito il proprio centro, la propria femminilità, la propria specificità. La donna in carriera, la donna mangiauomini, la donna dello shopping compulsivo, ecc... sono alcune palesi figure di una donna mascolinizzata, abitata dal desiderio metonimico maschile. Certo, anche il padre e la madre di ieri, sostenuti su ruoli consolidati, da tempo stabilizzati, erano in fondo ruoli posticci che meritavano d'esser ripensati, che si fondavano su di un altrove in buona parte misconosciuto; tuttavia assicuravano un equilibrio, una stabilità e un ordine ormai forse per sempre perduti.

Non solo, ma nel momento in cui una funzione indifferenziata, quella genitoriale, ha il dovere di occuparsi dei bisogni del bambino, proliferano immediatamente tutta una serie di soggetti e agenti sociali che esercitano pezzi di tale funzione. Oltre al padre e alla madre, anche i nonni, gli zii, un maestro, un allenatore di calcio, ecc.. possono esercitare efficacemente, benché solo parzialmente, tale funzione. Così il ruolo del genitore rischia di svuotarsi ancora di più scoraggiandolo, producendo in lui un ulteriore spaesamento. Che cosa resta di essenziale nella funzione genitoriale? In primo luogo la legittimità nel prendere delle decisioni sulla vita del figlio. Il genitore che esercita la potestà genitoriale è colui che deve assumersi la responsabilità di decidere cosa è bene per il figlio. Infatti si ritroverà a dover autorizzare, se lo ritiene nell'interesse del figlio, tutti gli altri soggetti facente funzione del genitore (insegnanti, educatori, medici, ecc...). 

Continua....

 
 
 

Il declino della funzione paterna: cosa resta dell'amore paterno?

Post n°45 pubblicato il 03 Luglio 2012 da dif3
 

 

     Innanzi tutto, a premessa, un'ovvietà necessaria: parlare di funzione paterna e materna significa evidenziare il fatto ch'essa può essere esercitata da chiunque decida d'assumersela, indipendentemente dal fatto d'essere padri o madri biologici. Così, la funzione paterna può essere assunta anche dalla madre in modo analogo a quella materna che, in qualche modo, può essere esercitata anche da un padre. Non si tratta quindi di connotare in modo rigido cosa fa o dovrebbe fare un padre o un madre reali. Anzi tali funzioni possono essere anche del tutto sconnesse dalla paternità e dalla maternità biologiche essendo prioritariamente definite da un atto, cioè un'assunzione soggettiva, una scelta. La filiazione è un evento culturale ed etico, non biologico. E infatti può avvenire anche per adozione e quindi in totale assenza di un legame biologico. Per il cittadino della Roma imperiale il padre era colui che riconosceva pubblicamente, attraverso l'atto rituale del sollevamento, l'infante che da quel momento sarebbe stato suo figlio. Non era il concepimento o il parto che definivano la paternità e la filiazione, ma una scelta soggettiva manifestata pubblicamente attraverso l'atto di sollevare l'infante. Ancora oggi la legge stabilisce che, al di fuori del matrimonio, la potestà genitoriale, fino al 1975 patria potestà, si attiva solo a partire dal riconoscimento formale dei genitori. Questo avviene in ragione della "natura" etica, culturale e legale della potestà. Per la legge italiana il padre è colui che assume una posizione di responsabilità soggettiva, ma anche legale e pubblica, di tutela verso il figlio, assicurando una risposta adeguata a tutti suoi bisogni materiali, affettivi, intellettivi, educativi e morali.

Con il passaggio da patria potestà a potestà genitoriale si è allargata la funzione paterna a quella materna aprendo lo spazio indifferenziato della genitorialità. Non si tratta più di patria potestà, ma di potestà genitoriale. Ciò ha prodotto una certa confusione in merito ai ruoli dell'uno e dell'altra, ruoli che si erano costruiti con fatica, benché forse iniquamente, nel corso dei secoli. La questione è la seguente: nel momento in cui la particolare potestà del padre si disperde in quella generica del genitore, cosa distingue la funzione del padre da quella della madre? Dal punto di vista giuridico in apparenza nulla. Entrambi i genitori devono occuparsi nello stesso modo di tutti i bisogni del figlio prima elencati. Non indicare una potestà del padre distinta da quella della madre, non è il segno di una incapacità della legge di distinguere tra le due funzioni? 

 

Continua....

 

 
 
 

La deriva del mondo del calcio

Post n°44 pubblicato il 01 Luglio 2012 da dif3

Come si è potuti arrivare a una depravazione mortifera del mondo del calcio sotto gli occhi di tutti da qualche decennio? Come lo si è potuto vendere al Dio denaro? Doping, calcio scommesse, violenza negli stadi, oltraggio economico, ecc... Come si può accettare, senza comprendere che produrrà una inevitabile perversa decadenza, che un ragazzo capace di giocare a pallone possa guadagnare migliaia di volte di più di quello di un lavoratore sottratto per l'intera settimana alla sua famiglia? Come non vedere l'indecenza, la decadenza? Un mondo del calcio ricco e in bancarotta. Tutti guadagnano milioni ma poi a causa della bancarotta si va a batter cassa allo stato per evitare la bancarotta. Gli operai devono salvare il mondo del calcio e le banche. Ma ribellatevi, per favore! E' una follia! Ma la cosa più folle è che per il cittadino maschio medio, calciatori e allenatori sono idoli, modelli. Gente ricca, avida e ignorante che viene presa a modello. Follia! Se davvero si volesse salvare il calcio bisognerebbe disertare gli stadi e le televisioni. Allora si che nel giro di un paio d'anni il calcio tornerebbe ad essere uno sport.

 
 
 

Nuove forme di schiavitù

Post n°43 pubblicato il 01 Luglio 2012 da dif3

Oggi assistiamo ad un crescente ampliamento del deserto delle schiavitù. Droga, prostituzione, gambling, lavoro minorile, dipendenze da videogiochi e da tv, ecc... Molte sono occulte. Chi è più schiavizzato, il lavoratore che passa tutta la settimana in un triste luogo di lavoro usurante e che guadagnerà una cifra del tutto incapace di assicuragli un minimo di autonomia economica, di progettualità, di avere una famiglia, ecc... O una ragazza che fa la velina o la escort e che nel giro di poche ore guadagna n volte il povero lavoratore? Quest'ultima vende il proprio corpo per potersi assicurare una vita personale mentre il lavoratore vende gran parte del suo tempo senza raggiungere alcuna autonomia. Forse gli riuscirà solo di arricchire qualche imprenditore. Chi è più schiavo? Che società stiamo costruendo? Se il 30% dei giovani non cerca neanche più lavoro, il 20% è disoccupato e un altro 20% ha un lavoro precario e sottopagato col quale non si può neppure pagare un monolocale in affitto, che futuro abbiamo in mente per il nostro paese?

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: dif3
Data di creazione: 05/11/2009
 

CLINICA ED ETICA

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L'etica si propone di sottolineare l'importanza della scelta nel comportamento dell'uomo, anche nella clinica e quando questa apparirebbe del tutto impossibile. Se da una lato la clinica è il luogo all'interno del quale il soggetto può recuperare le proprie origini per riarticolare la logica di una scelta che fino a quel punto egli aveva colto come insoddisfacente d'altro canto lo deve fare a partire dalla constatazione che si tratta sempre di una scelta impossibile, emotivamente ma anche logicamente. L'orizzonte all'interno del quale tutto si realizza è, ad esser precisi, quello etico. Messuna morale, nessun ideale, nessuna identificazione, nessuna illusione può sostenere la sua scelta. L'etica è esattamente l'opposto di un atteggiamento moralizzante. Ciò è vero nonostante il fatto che la filosofia ha quasi sempre pensato l'etica come una sorta di realizzazione pratica della morale, riducendola così all'esecuzione di una legge o di un codice deontologico. Ma, come già evidenziava più di duemila anni fa Paolo di Tarso, la Legge non può garantire alcuna giustizia. Oggi lo abbiamo sotto gli occhi con evidenza, basta andare in Parlamento, cambiare le leggi e anche i reati commessi smettono di essere reati (ad es. il falso in bilancio). Oppure anche nel rispetto della legge si possono commettere ingiustizie come le banche che nella attuale crisi economico-finanziaria globale hanno distrutto la vita di tante famiglie. La giustizia proviene solo da un atto giusto che ogni volta è singolare. Non si potrà mai generalizzare la giustizia, purtroppo o per fortuna.

 

 "Infatti non chi sta ad ascoltare la Legge sarà giusto davanti a Dio, ma chi attua la Legge sarà giustificato. Quando infatti i gentili, che non hanno la Legge, ne attuano i precetti per istinto, pur privi della Legge sono essi stessi Legge per sè. Essi dimostrano l'azione della legge scritta nei loro cuori....

pechè, se si ha giustizia mediante la Legge, allora Cristo è morto inutilmente.

Che diremo dunque? La Legge è peccato? Non sia mai. Però non conobbi il peccato se non mediante la Legge. Non avrei conosciuto il desiderio, se la Legge non avesse detto: non desiderare." 

Paolo di Tarso, Lettera ai Romani, 2,13; Lettera ai Galati, 2, 21; Lettera ai Romani, 7,7

 

 


 


Libro SAGGISTICA E ATTUALIT? 32 pagine
1a edizione 5/2013

 

 

POLITICA, DIRITTO ED ETICA

"Con la paura ormai ci convivo. E' inutile nascondere apprensioni quotidiane per la mia incolumità e la sopravvivenza fisica. Il problema è quello di far convivere la paura con il coraggio" P. Borsellino

"Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola" G. Falcone

"Se un uomo non è disposto a rischiare per le proprie idee, o le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui" Gioacchino Genchi

 

Come l'edera...2

Come l'edera all'albero, di Davide di Francia - Saggistica -Storia di una Repubblica fondata su stragi, golpe, segreti di Stato e infiltrazioni masso-mafiose

http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/606976/

Troppe tragedie insabbiate e doppiamente tradite minano la nostra fragile e improbabile democrazia. Le verità giudiziaria e storico-politica non vanno con-fuse. Solo una politica debole o collusa compie l'operazione mortifera di fondere insieme le due verità. Per mantenerle distinte è però necessario dotarsi di dispositivi di verità alternativi a quelli giudiziari.

 

RECENSIONI LIBRI

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All'interno di questa sezione mi propongo di evidenziare  preferibilmente testi poco noti che ritengo siano di grande valore e importanza. Pertanto non includerò tutti quei capolavori assoluti che non hanno però bisogno di essere promossi in quanto già ampiamente apprezzati e divulgati. In linea di massima quindi non troverete le recensioni delle opere di Freud, Shekespeare, Platone, Dante, ecc... A meno che non si tratti di lavori periferici e poco noti.

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Sulla lettura, Marcel Proust.

Non trovo migliore iniziazione per una sezione dedicata alle recensioni che la presentazione di questo breve saggio sulla lettura. Venti pagine da leggere tutte d'un fiato, commuovente e appassionate. La lettura viene trattata magistralmente, naturalmente in stile poetico e non cattedratico, nei suoi aspetti intimi autoformativi ma anche nei suoi rivoli più oscuri e perigliosi. Qui Proust, che in altri luoghi ho trovato a volte un pò eccessivo, mantiene un portamento lirico, equilibrato e saggio. Non privatevi di questa lettura. Mi ringrazierete.

 

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 L'Angelo necessario, Massimo Cacciari

Un lavoro davvero ispirato. Il Regno dell'Angelo, al di là del nomos, della Legge, del bene del male, del linguaggio, consente di illuminare la radice e il senso dell'essere. L'Angelo, pura infanzia, illumina i primi anni di vita dell'uomo, quando la Legge, il Linguaggio sono orizzonti quasi completamente esterni e non interiorizzati. La dove solo l'amore, donarsi e affidarsi, possono manifestarsi. L'Angelo, messaggero della parolo divina, è la porta che consente ad ogni soggetto di mettersi in contatto col la propria parola, col principio che lo costituisce intimamente. Anche in chiave psicologica è un gioiello da non perdere.

 

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Il Tempo etico, Ettore Perrella

Un capolavoro della psicoanalisi. Per chi si interessa di psicoanalisi, ma anche per chi desidera inoltrarsi nel labirinto dell'animo umano, non deve rinunciare a questo luogo prezioso dello spirito umano vivente. Se la psicoanalisi è ancora viva, lo è in opere come questa, rare e spesso nascoste al grande pubblico, alle masse. Non so se è ancora reperibile in qualche modo, se non lo fosse cercherò di aiutarvi in qualche modo. Per quel che mi riguarda lo considero uno dei tre capolavori della storia del pensiero italiano del secolo scorso.

 

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La persuasione e la rettorica, Carlo Michelstaedter

Ecco il terzo capolavoro italiano del secolo scorso. Un pensatore acerbo ma di una profondità, una sensibilità e un coraggio straordinari. Uno sguardo acuto e penetrante che svela la iscrizione costitutiva della mancanza radicata al cuore di ogni cosa. La vita è la mancanza della sua vita. Anche un peso pende e in quanto pende dipende, e se anche in un punto dovesse raggiungere il punto ideale del suo tendere, in quel punto non sarebbe più quel che è: un peso che pende. L'impossibilità della soddisfazione piena è radicata strutturalmente nell'essere di ogni ente, irriducibile a qualsiasi pretesa soluzione pacificatoria. Unica alternativa l'occultamento di questa scomoda verità. Una sfida straordinaria per mettere in gioco la nostra parola al di là delle lusinghe del linguaggio e della realtà.

 

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Enzo Paci, Kierkegaard e Thomas Mann

Non potevo non ricordare un pensatore a cui sono molto affezionato. Molti lavori sono preziosi contributi. Fra tutti propongo questo su Kierkegaard uno dei filosofi più acuti di sempre, capace di sezionare in modo devastante anche il grande Hegel: se la vita fa parte del capitolo sulla logica, allora Hegel non riesce ad afferrare l'essenziale né dell'una né dell'altra. Insomma un connubio straordinario per immergersi nel mare autentico del pensiero e della vita.

 

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Il nomos della terra, Carl Schmitt

Un'opera straordinaria scritta dal più grande giurista del secolo scorso. Sia la forma che i contenuti sono veramente di grande livello. Le istituzioni stanziali che portano agli Stati moderni si affermano bonificando il mare aperto luogo di di conquista, di briganti e di corsari, terra di nessuno, non soggetta a leggi e proprietà. Gli Stati e la proprietà si istituiscono con un atto di forza e di violenza e per affermarsi, consolidarsi e perpetrarsi nel tempo si autoaffermano attraverso il diritto, le leggi e i diritti di proprietà. Una riflessione originale e preziosissima anche per orientarsi all'interno degli sconvolgimenti attuali prodotti da una globalizzazione sempre più sfrenata.

 

RECENSIONI FILM

Il tempo dei gitani di Emir Kusturica è stato il primo film magico che ho visto. La considero la mia iniziazione al cinema che tocca il profondo del cuore. Non potevo non iniziare da questo meraviglioso film. In alcune sue parti un capolavoro assoluto.

 

 

Il concerto

Le parole sono sporche, solo la musica dice la verità!

www.youtube.com
Magnifique concert final du film Le Concert, avec Mélanie Laurent et l'orchestre André Filipov. Je n'ai pas pu mettre le début

http://youtu.be/zvR6qaMmBOE

http://www.youtube.com/watch?v=zvR6qaMmBOE&feature=mfu_in_order&list=UL

 

In un mondo migliore

Il deserto cresce e la violenza dilaga incontrollabile!

Il film più bello dell'anno. Stranamente ha vinto anche l'oscar come miglior film straniero. L'unico film capolavoro che poteva competere era il capolavoro di Diritti, L'uomo che verrà, ma ovviamente è stato sabotato dall'industria cinematografica in favore dell'ultimo polpettone di Virzì. I miracoli non possono accadere in coppia, sarebbe un miracolo al quadrato! Piuttosto improbabile!

http://youtu.be/uIeXfqhih6A?hd=1

 

 

Questioni di cuore, F. Archibugi.

Un bellissimo film commentato nella rubrica-tag cinema

 

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L'INTUIZIONE DELLA SATIRA

La deriva della Chiesa temporalizzata.

 

Come spiegare il consenso di Berlusconi? Ecco un'ipotesi piuttosto convincente.

 

Per un Paese più libero.

 

Quelo. C'è grossa crisi, non si dove si sta andando su questa tera

 

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