Creato da davidevaccino il 09/12/2007
pensieri, parole, riflessioni, immagini, storie, poesia... vita.

PREMIO "D ECI E LODE"

 

Premio D eci e lode

A Davide Vaccino
per la simpatia e la sensibilità,
ma soprattutto
perché è un "artista"
di versi e parole
con cui sa esprimere
le sfumature della sua anima.

(budmoon)

 

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« La bellezza di andare in...Un assaggio di "Presenze... »

Presenze, assenze e cosa vuol dire (per me) esser poeti.

Post n°43 pubblicato il 28 Agosto 2008 da davidevaccino
 
Tag: poesia

Come molti sapranno fra pochi giorni, dopo un’assenza di 30 mesi, sarò finalmente presente negli scaffali e negli internet book shop con il mio libro numero 6: “Presenze e Assenze”, appunto. Per il sottoscritto quindi sarà un’occasione importante per presentare 77 nuove poesie che parleranno di luci e di ombre, di giorni noiosi e di notti lunghissime; di qualcosa che c’è e di qualcosa che non c’è più, con la speranza che i lettori presenti siano in numero maggiore rispetto a quelli assenti e siano magari propensi a soffermarsi a riflettere su temi che si possono tranquillamente definire "universali", dando loro il valore che meritano ed osservandoli con "appassionato distacco", poiché, volenti o nolenti, tutti ci troviamo di fronte agli inevitabili bilanci delle presenze e delle assenze.

Se avessi voluto dare un titolo alternativo o un sottotitolo a quest’opera, questo sarebbe stato molto probabilmente “L’equinozio del tempo”, frase tra l’altro inclusa nella lirica “Serpentario”, perché è proprio quando ci si trova ad un bivio, o meglio, alla metà di un percorso spesso incerto, che il desiderio di “tirare le somme” si fa più concreto: ci si allontana dagli inganni delle illusioni e si guarda in modo più lucido la vita, spesso domandandoci, di fronte ai piccoli o grandi sforzi quotidiani: «A che è servito?» oppure «Per cosa?» visto che nulla sembra fatto per durare. È in quest’ottica che le convinzioni crollano e le cose all’apparenza meno concrete, come il profumo dei fiori, tanto per citare la poesia “Anima”, prendono una vera e propria consistenza: ciò che è etereo si fa reale e diventa più consolatorio di una certezza. Che poi alla fin fine il cammino terreno è tutto lì: si parte da una stella e si giunge ad una croce; la vita e la morte, ciò che è e ciò che era: l’esistenza è innanzitutto alchimia, prima ancora d’essere un miracolo. Di fronte a ciò che si vede oggi nel mondo, alla negazione della vita e allo stesso tempo alla frenetica e contraddittoria rincorsa al negarci pure una dignitosa morte, forse il vero prodigio lo compie chi riesce - dopo aver trasformato la propria presenza su questa terra in un’opera d’arte - a tradurre in capolavoro, in sublimazione dell’essere, anche la propria assenza quando si sarà congedato da questa realtà, trascendendo il concetto di “amore per tutta la vita” fino a mutarlo in “amore per tutta la morte” e poi oltre, per impedire che dopo la morte vi sia un’altra morte, bensì si proceda in un’eterna metamorfosi… è per questo motivo che nelle mie liriche mi ritrovo spesso a paragonare lo spirito con una farfalla: la farfalla, infatti, nell’arte classica simboleggia l’anima, non per niente il suo nome deriva dal greco “ànemos”: soffio, vento… qualcosa di impalpabile e tuttavia consistente, che è capace, come l’aria che respiriamo, di smuovere e di nutrire la nostra coscienza, di darci il vigore, l’anelito per abbattere le “porte della percezione” e raggiungere "il palazzo della conoscenza", come lo definiva William Blake nel suo “Matrimonio fra cielo ed inferno”, e di intendere la realtà se non in modo nuovo, almeno diverso, al di là delle limitazioni a cui ci  costringono i cinque sensi; anzi, annullandoci nel Tutto per divenire una cosa sola con esso: non più dispensatori e fruitori di emozioni, ma Emozione noi stessi. In questo, credo, consiste l’essere veramente poeti, e non lo si impara da nessuna parte, né è un’ambizione troppo azzardata o un traguardo irraggiungibile, poiché, tanto per parafrasare ancora una volta Blake: «Nessun uccello vola troppo in alto, se vola con le proprie ali».

 

 
 
 
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