Davide Vaccino

E dunque...


Dunque si riparte, solitamente da dove ci si ferma. Il Premio di poesia è andato alla stragrande, per la prima volta in dieci anni tutti i premiati erano presenti, e parlo di gente che si è sobbarcata anche 7 ore di treno. Poi, sorpresa delle soprese, il sottoscritto ha ricevuto l'ambita medaglia d'argento che inseguiva da tanto tempo: dopo essere stato nominato cavaliere delle tradizioni nel 2006; dopo avere avuto riconoscimenti da Papa Woijtila nel 2003 (che sono riuscito a commuovere  con la poesia "Gente Perduta") ecco finalmente che il Presidente della Repubblica, il caro Giorgio Napolitano, che tanto ha fatto per la nostra cara Italia, e che rispetto tantissimo, si è ricordato di me. Si può chiedere di più? Io, essendo vanitoso e ambizioso come il nostro caro Berlusca, dico di si. Il prossimo anno voglio la presenza di un rappresentante del Governo! E' bello sognare, ma è bello pure essere convinti di ciò che si fa. Detto questo, ritorno a me, ovvero al mio libro di poesie, che proporrò all'Editore in settimana. Ho due prefazioni fantastiche, e una ottantina di poesie che si alternano fra il chiaro e lo scuro. Sarà per me il libro definitivo, visto che chiuderà un  ciclo poetico iniziato 15 anni fa, ma che tuttavia potrebbe essere riaperto se riuscissi a trovare qualche spunto veramente nuovo. Per il futuro ho in mente due progetti: uno "pesante" ovvero un romanzo esistenziale, che tocca i vari problemi del vivere quotidiano, e uno non leggero, ma psicologicamente clawnesco (e non vi azzardate a rubarmi l'idea che vi fulmino), ovvero legato al cartoon culto "South Park". Ce la farò? Boh! Come direbbe il personaggio di un film di Verdone: parliamone. Saludos, bella gente.