Creato da davi.luciano il 13/09/2014

Generale Russo Venau

Controinformazione

 

 

Vladimir Putin contro i terroristi: “Perdonarli spetta a Dio, portarli a Lui spetta a me”

Post n°21 pubblicato il 21 Novembre 2015 da davi.luciano
 

 

http://www.daringtodo.com/lang/it/2015/11/18/vladimir-putin-contro-i-terroristi-perdonarli-spetta-a-dio-portarli-a-lui-spetta-a-me/ Daring To Do

 

19/11/2015Il Presidente russo Vladimir Putin ha le idee chiare su come affrontare il terrorismo ed i militanti dell'ISIS responsabili degli attentati di Parigi dello scorso 13 novembre

Conosciuto per la sua linea dura e forte in merito all'intervento pubblico, l'ultima asserzione del presidente russo Vladimir Putin (riportata da The Straits Times) ha fatto il giro del mondo tramite i social media. Un tweet di Remi Maalouf, giornalista di Russia Today, mette in luce la colorata frase di Putin contro il terrorismo: "Perdonarli spetta a Dio, mandarli a Lui spetta a me."

Sulla scia degli attacchi terroristici di Parigi del 13 novembre, che hanno ucciso oltre 130 persone, Russia e Francia hanno deciso di coordinare i loro servizi militari e di sicurezza nei confronti dei militanti dello Stato islamico (ISIS) in Iraq e Siria. Putin, parlando ai suoi alti ufficiali militari, aveva giurato vendetta spietata per gli attacchi ed in effetti abbiamo visto come aerei militari dei due paesi hanno scatenato bombe sulla roccaforte ISIS di Raqqa all'inizio di questa settimana.

"E' necessario stabilire un contatto diretto con i francesi e lavorare con loro come alleati", ha affermato Putin con decisione. L'urgenza di questa alleanza decisamente insolita è dovuta anche alla rivelazione di martedì secondo cui l'ISIS sarebbe responsabile di aver fatto esplodere una bomba artigianale che ha causato la morte di 224 persone di un aereo passeggeri russo che sorvolava i cieli d'Egitto lo scorso 31 ottobre.

Putin ha detto che si tratta di uno dei più sanguinosi atti della storia russa moderna, giurando che lo sforzo di portare l'ISIS alla giustizia sarebbe stato implacabile."Daremo loro la caccia in tutto il mondo, ovunque si stanno nascondendo. Li troveremo ovunque si trovino e li puniremo", ha infine aggiunto.

Simona Vitale

 

 

 
 
 

Vladimir Putin contro i terroristi: “Perdonarli spetta a Dio, portarli a Lui spetta a me”

Post n°20 pubblicato il 21 Novembre 2015 da davi.luciano


Conosciuto per la sua linea dura e forte in merito all’intervento pubblico, l’ultima asserzione del presidente russo Vladimir Putin (riportata da The Straits Times) ha fatto il giro del mondo tramite i social media. Un tweet di Remi Maalouf, giornalista di Russia Today, mette in luce la colorata frase di Putin contro il terrorismo: “Perdonarli spetta a Dio, mandarli a Lui spetta a me.”

Sulla scia degli attacchi terroristici di Parigi del 13 novembre, che hanno ucciso oltre 130 persone, Russia e Francia hanno deciso di coordinare i loro servizi militari e di sicurezza nei confronti dei militanti dello Stato islamico (ISIS) in Iraq e Siria. Putin, parlando ai suoi alti ufficiali militari, aveva giurato vendetta spietata per gli attacchi ed in effetti abbiamo visto come aerei militari dei due paesi hanno scatenato bombe sulla roccaforte ISIS di Raqqa all’inizio di questa settimana.

“E’ necessario stabilire un contatto diretto con i francesi e lavorare con loro come alleati“, ha affermato Putin con decisione. L’urgenza di questa alleanza decisamente insolita è dovuta anche alla rivelazione di martedì secondo cui l’ISIS sarebbe responsabile di aver fatto esplodere una bomba artigianale che ha causato la morte di 224 persone di un aereo passeggeri russo che sorvolava i cieli d’Egitto lo scorso 31 ottobre.

Putin ha detto che si tratta di uno dei più sanguinosi atti della storia russa moderna, giurando che lo sforzo di portare l’ISIS alla giustizia sarebbe stato implacabile.“Daremo loro la caccia in tutto il mondo, ovunque si stanno nascondendo. Li troveremo ovunque si trovino e li puniremo”, ha infine aggiunto.

Simona Vitale

 
 
 

Notizie dal Controsservatorio Valsusa – Un processo da vedere

Post n°19 pubblicato il 21 Novembre 2015 da davi.luciano
 


Sul sito del Controsservatorio Valsusa sono disponibili tutte le registrazioni audio/videorelative alla recente sessione conclusiva del Tribunale Permanente dei Popoli dedicata a "Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e grandi opere

In 63 video sono presentati l'esposizione dell'atto di accusa, tutte le testimoninaze, le requisitorie finali, la lettura della sentenza e delle raccomandazioni.

A breve sarano note le motivazioni.

 Sono passate meno di due settimane dalla storica sentenza con cui il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) ha condannato "l'intero sistema delle grandi opere inutili e imposte" elencando in particolare le violazioni di diritti fondamentali commesse in Val di Susa e i responsabili di tali violazioni.

Una sentenza che non ha potuto passare inosservata e che ha già scatenato qualche reazione scomposta: ad esempio in un articolo pubblicato da Repubblica" si parlava di "sedicente tribunale" paragonandolo a chi "raccatta oggetti privi di valore e pezzi di ciarpame" e via denigrando. Segno che la sentenza ha colpito nel segno.

Lo stesso articolo, riferendosi al pubblico, parlava di "piazza" selezionata e ristretta, ma rumorosa: mettiamo le registrazioni audio/video anche a disposizione di chi esprime rancore rodendosi il fegato (vedi la replica del TPP)

 Nel dispositivo della sentenza letto da Philippe Texier viene riconosciuto alle persone che si mobilitano contro il TAV e contro altre grandi opere inutili e imposte il ruolo di "sentinelle che lanciano l'allarme" riprendendo letteralmente una formulazione contenuta in risoluzioni del Consiglio d'Europa che definisce regole vincolanti (e disattese) per i giudici dei diversi paesi.

 Sbaglierebbe chi volesse attribuire alla conclusione a cui è giunto il TPP un valore soltanto per la Valsusa: nella sentenza si parla di "un modello  consolidato  di  comportamento  nella  gestione  del  territorio  e  delle dinamiche  sociali  ogni  volta  che  ci  si  trova  in  uno  scenario  di  approvazione  e realizzazione  delle  grandi  opere  infrastrutturali".

E aggiunge:  "i governi  sono  al  servizio  dei grandi  interessi  economici  e  finanziari,  nazionali  e  sovranazionali  e  delle  loro istituzioni  nel  disporre  senza    limiti  né  controllo  dei  loro  territori  e  delle  loro risorse: si ignorano totalmente le opinioni, gli argomenti, ma ancor più il sentire vivo   delle   popolazioni   direttamente  colpite.   Ciò   rappresenta,   nel   cuore dell'Europa, una minaccia estremamente grave all'essenza dello stato di diritto e  del  sistema  democratico  che  deve  necessariamente  essere  fondato  sulla partecipazione  e  la  promozione  dei  diritti  ed  il  benessere,  nella  dignità,  delle persone."

 Questa sentenza potrà rappresentare un valido sostegno per tutte quelle comunità che vivono situazioni analoghe a quelle passate al setaccio dal TPP. Per la Valsusa non è certo un punto di arrivo ma un riferimento da cui ripartire per dare maggior vigore a una domanda di democrazia e di diritti: la stessa domanda che arriva da tante altre realtà in cui  sono violati gli stessi diritti.

  Il nostro augurio è che tutte queste realtà, utilizzando anche il sostegno della sentenza appena pronunciata,  possano riconoscersi nelle parole di una componente della giuria, la cilena Sara Larrain, che riferendosi alla lotta no tav ha detto: "Il conflitto genera dolore, ma anche una  grandissima opportunità per costruire una comunità di lotta per i diritti".



 
 
 

Notizie dal Controsservatorio Valsusa – Un processo da vedere

Post n°18 pubblicato il 21 Novembre 2015 da davi.luciano
 

 

Sul sito del Controsservatorio Valsusa sono disponibili tutte le registrazioni audio/videorelative alla recente sessione conclusiva del Tribunale Permanente dei Popoli dedicata a "Diritti fondamentali, partecipazione delle comunità locali e grandi opere

In 63 video sono presentati l'esposizione dell'atto di accusa, tutte le testimoninaze, le requisitorie finali, la lettura della sentenza e delle raccomandazioni.

A breve sarano note le motivazioni.

 Sono passate meno di due settimane dalla storica sentenza con cui il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) ha condannato "l'intero sistema delle grandi opere inutili e imposte" elencando in particolare le violazioni di diritti fondamentali commesse in Val di Susa e i responsabili di tali violazioni.

Una sentenza che non ha potuto passare inosservata e che ha già scatenato qualche reazione scomposta: ad esempio in un articolo pubblicato da Repubblica" si parlava di "sedicente tribunale" paragonandolo a chi "raccatta oggetti privi di valore e pezzi di ciarpame" e via denigrando. Segno che la sentenza ha colpito nel segno.

Lo stesso articolo, riferendosi al pubblico, parlava di "piazza" selezionata e ristretta, ma rumorosa: mettiamo le registrazioni audio/video anche a disposizione di chi esprime rancore rodendosi il fegato (vedi la replica del TPP)

 Nel dispositivo della sentenza letto da Philippe Texier viene riconosciuto alle persone che si mobilitano contro il TAV e contro altre grandi opere inutili e imposte il ruolo di "sentinelle che lanciano l'allarme" riprendendo letteralmente una formulazione contenuta in risoluzioni del Consiglio d'Europa che definisce regole vincolanti (e disattese) per i giudici dei diversi paesi.

 Sbaglierebbe chi volesse attribuire alla conclusione a cui è giunto il TPP un valore soltanto per la Valsusa: nella sentenza si parla di "un modello  consolidato  di  comportamento  nella  gestione  del  territorio  e  delle dinamiche  sociali  ogni  volta  che  ci  si  trova  in  uno  scenario  di  approvazione  e realizzazione  delle  grandi  opere  infrastrutturali".

E aggiunge:  "i governi  sono  al  servizio  dei grandi  interessi  economici  e  finanziari,  nazionali  e  sovranazionali  e  delle  loro istituzioni  nel  disporre  senza    limiti  né  controllo  dei  loro  territori  e  delle  loro risorse: si ignorano totalmente le opinioni, gli argomenti, ma ancor più il sentire vivo   delle   popolazioni   direttamente  colpite.   Ciò   rappresenta,   nel   cuore dell'Europa, una minaccia estremamente grave all'essenza dello stato di diritto e  del  sistema  democratico  che  deve  necessariamente  essere  fondato  sulla partecipazione  e  la  promozione  dei  diritti  ed  il  benessere,  nella  dignità,  delle persone."

 Questa sentenza potrà rappresentare un valido sostegno per tutte quelle comunità che vivono situazioni analoghe a quelle passate al setaccio dal TPP. Per la Valsusa non è certo un punto di arrivo ma un riferimento da cui ripartire per dare maggior vigore a una domanda di democrazia e di diritti: la stessa domanda che arriva da tante altre realtà in cui  sono violati gli stessi diritti.

  Il nostro augurio è che tutte queste realtà, utilizzando anche il sostegno della sentenza appena pronunciata,  possano riconoscersi nelle parole di una componente della giuria, la cilena Sara Larrain, che riferendosi alla lotta no tav ha detto: "Il conflitto genera dolore, ma anche una  grandissima opportunità per costruire una comunità di lotta per i diritti".

 

 

 
 
 

G8, la seviziatrice di Bolzaneto ora dà lezione di diritti

Post n°17 pubblicato il 18 Aprile 2015 da davi.luciano
 

http://genova.repubblica.it/cronaca/2015/04/16/news/g8_la_seviziatrice_da_lezione_di_diritti-112075801/?ref=HREC1-2

La dottoressa Zaccardi, condannata per gli abusi di Bolzaneto è relatrice ad un forum sulle carceri. Nel 2001 a una ragazza ferita e terrorizzata a cui veniva impedito di andare in bagno disse: “Puzzi come un cane”

di MICHELA BOMPANI e MARCO PREVE


16 aprile 2015


G8, la seviziatrice di Bolzaneto ora dà lezione di diritti
La caserma di Bolzaneto, teatro dei pestaggi 

"Puzzate come cani" gridava 14 anni fa, ai ragazzi del G8, alla caserma di Bolzaneto. Sabato, alla Commenda, relazionerà al convegno “ La salute in carcere” che ha organizzato per la Asl3.

La dottoressa Zaccardi, condannata per gli abusi di Bolzaneto è relatrice ad un forum sulle carceri. Nel 2001 a una ragazza ferita e terrorizzata a cui veniva impedito di andare in bagno disse: “Puzzi come un cane
È la parabola di Marilena Zaccardi, medico del carcere di Marassi, del penitenziario femminile di Pontedecimo, che ha legato il suo nome a quello del “medico in mimetica”, Giacomo Toccafondi, nella caserma di Bolzaneto trasformata in centro di torture e sevizie nel luglio 2001.
Sembra incredibile, ma invece è così: dopo la condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo sul blitz alla scuola Diaz, "fu tortura". Dopo il putiferio sollevato dal post su Facebook del poliziotto del VII nucleo che fece l’irruzione alla Diaz, Fabio Tortosa (“io ero quella notte alla Diaz. Io ci entrerei mille e mille volte)Un’azienda pubblica come la Asl non soltanto ha mantenuto al suo posto Marilena Zaccardi, ma le ha dato visibilità e riconosciuto rilievo professionale se è arrivata ad affidarle la curatela scientifica, insieme ad altri quattro colleghi, di un convegno dedicato alla salute in carcere.Proprio lei che a Bolzaneto, secondo la sentenza della Corte d’Appello di Genova, dal 20 luglio al 22 luglio 2001, è stata accusata, di “aver consentito o effettuato controlli di triage e di visita sottoponendo le persone a trattamento inumano e in violazione della dignità”, “costringendo persone di sesso femminile a stazionare nude in presenza di uomini oltre il tempo necessario e quindi sottoponendole a umiliazione fisica e morale”. “Per aver ingiuriato le persone visitate con espressioni di disprezzo e di scherno”. “Per aver omesso o consentito l’omissione circa la visita di primo ingresso sull’individuazione di lesioni presenti sulle persone”. “Per aver omesso o consentito l’omissione di intervento sulle condizioni di sofferenza delle persone ristrette in condizioni di minorata difesa”.
Marilena Zaccardi, assolta in primo grado, è stata condannata in Appello per abuso d’ufficio pluriaggravato e ingiuria pluriaggravata . E le condanne della Corte d’Appello a carico dei cinque medici della caserma di Bolzaneto, oltre alla Zaccardi e Toccafondi anche Aldo Amenta, Adriana Mazzoleni e Sonia Sciandra, sono state confermate dalla sentenza di Cassazione, che nel 2013.
La dottoressa Zaccardi, però, così come Toccafondi, è stata salvata dalla prescrizione. Salvata, ma solo in campo penale, perchè sul piano civile è stata riconosciuta la sua responsabilità.

E sabato, proprio la stessa Marilena Zaccardi, che nel suo curriculum vanta anche diplomi in omeopatia e agopuntura cinese, alle 11.45, terrà la relazione “Il carico di malattia del detenuto: un’epidemiologia in evoluzione”, nel contesto del convegno proprio sulla sicurezza in carcere. Essendo nella segreteria scientifica dell’appuntamento, ha selezionato i temi della giornata di studi, da ”L’accoglienza del detenuto” a “Le attività di screening nella popolazione detenuta femminile”.
Anche se non sono indicati i nomi, sul volantino dell’iniziativa, alle 9 è previsto un saluto delle autorità. E tra la trentina di relatori ci sono anche esponenti di rilievo dl ministero della Giustizia, come il provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria della Toscana, Carmelo Cantone. O Sergio Schiaffino, che dirige il servizio Prevenzione e sanità pubblica della Regione Liguria.
Il Comitato Verità e Giustizia aveva chiesto immediatamente, dopo la sentenza di Cassazione, la radiazione per i cinque medici di Bolzaneto. Ma l’Ordine dei medici della Liguria, ad oggi, ha comminato solo una sospensione di sei mesi a Toccafondi, decisione che ha suscitato sdegno nella categoria e una richiesta ufficiale di intervento all’Ordine nazionale da parte di alcuni consiglieri comunali che sono medici di professione.
Che genere di medico fosse la dottoressa Zaccardi lo avevano scritto i giudici dell’Appello rievocando le dichiarazioni di una ragazza di vent’anni «atterrita, visibilmente ferita, stremata dalle lesioni, dalla posizione vessatoria, dalla paura, sulla quale lo stress, il sangue, il sudore impossibilità di lavarsi o andare in bagno appaiono con tale vivezza che non possono sfuggire all’occhio esperto del medico». Ma la dottoressa Zaccardi non se ne accorge, e di fronte a tali «sevizie» ha come unica reazione quella di insultarla così: «Puzzate come dei cani ». Per i giudici italiani è «riprovevole ». Per l’Asl 3 è una dirigente cui affidare un intervento sul rispetto dei diritti in carcere.

 
 
 

Assoluzione “perchè il fatto NON sussiste”

Post n°16 pubblicato il 27 Dicembre 2014 da davi.luciano
 

 

17 dicembre 2014: la Corte di assise di Torino, presieduta dal Giudice Pietro Capello assolve Claudio, Chiara, Mattia Niccolò dall'accusa di aver agito con finalità di terrorismo "perchè il fatto non sussiste".
Facciamo un passo indietro e cerchiamo di ricordare come si è comportata la Procura torinese, allora ancora comandata da Caselli.
Arretasi il 9 dicembre 2013, vengono da subito posti in regime carcerario AS2, ossia isolamento, controllo della posta, niente giornali e tv, visite limitate ed altro ancora. Tra parentesi, il regime AS2 precede appena di poco il famigerato 41 bis, considerato anche dalla Corte europea dei Dritti Civili, come pratica di tortura.
Per un annovengono tenuti divisi e in regime AS2, nonostante che già a maggio la Corte di Cassazione si era pronunciata per un trattamento carcerario fuori dal terrorismo. Pronunciamento di cui gli uffici del Tribunale torinese (Procura, Tribunale del Riesame, Gip) se ne sono altamente infischiati.

Oggi i quattro nostri compagni No Tav sono stati assolti da questo reato.
Domanda: qualcuno pagherà per il trattamento ingiustamente subito?

Ma ancora: l'11 luglio 2014 vengono arrestati altri tre compagni, Lucio, Graziano e Francesco per la solita azione di sabotaggio al cantiere. Inizialmente non gli si può dare la detenzione in AS2 perché contrariamente si è pronunciata, come abbiamo visto, la Core di Cassazione. Ma il 9 dicembre la GIP Pompieri Federica (la stessa dell'operazione repressiva del 26 gennaio 2012) anch'essa fregandosene della Corte di Cassazione accetta la richiesta della Procura sua padrona e pone anche questi tre compagni in regime AS2.
Altra domanda: quando anche questi compagni saranno assolti per lo stesso reato cosa comporterà per i procuratori con l'elmetto Rinaudo e Padalino, e per la Pompieri? Penso proprio niente.

Chi ripagherà Claudio, Chiara, Mattia, Niccolo, Lucio, Graziano e Francesco per l'abuso subito?

Mi rivolgo ai signorini non-violenti(!?!) e ai signorini dei partitini sinistri/ati: davvero pensate che questi atteggiamenti non rientrino nell'uso indiscriminato della Violenza? Nell'uso illegittimo della Violenza da parte di uno Stato incapace di dare risposte politiche ad un Movimento che da 20 anni afferma un NO ad un'opera distruttiva, inutile e dispendiosa senza appelli?
Vi scagliate contro chi ha lanciato un sasso contro poliziotti e carabinieri posti in difesa di quel cantiere, lo stesso per cui Procura e altri uffici del Tribunale hanno usato una Violenza inaudita contro i No Tav.
Eppure sento urlare il vostro silenzio oggi che un Giudice, al cui fianco non dimenticate era una corte popolare, ha dichiarato che quanto asserito dalla Procura ( e sostenuto dal Tribunale del Riesame e dai Gip torinesi) "NON SUSSISTE".

La Procura agisce secondo le Leggi di questo vostro Stato "democratico". Nell'illegalità dicono, e voi approvate, vive il Movimento No Tav che sostiene l'assedio al cantiere, il sabotaggio.
Cari signorini, non mi dispiace dirvelo, ma voi con il vostro continuo attacco ai "violenti", ai Resistenti, a chi utilizza (e sa utilizzare) tutti gli strumenti necessari per avere vinta questa battaglia di Democrazia (quella con la D maiuscola, quella vera, quella della Libera Repubblica della Maddalena; non quella della Borghesia che voi difendete), ma anche battaglia di Civiltà nasce unicamente dal sostegno che voi date a questa società marcia e oramai giunta al suo capezzale. E con essa anche voi sarete seppelliti.

Antonio Ginetti

 

#‎notav‬ ‪#‎noterrorismo‬, ricapitoliamo: Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia vengono arrestati all'alba del 9 dicembre 2013 con l'accusa di terrorismo per avereincendiato un compressore nell'azione tra il 13 e il 14 maggio dello stesso anno. Tenuti in regime AS2, isolamento, carcere duro, come pericolosi criminali, e rinviati a giudizio in assise con tanto di giudici popolari. Il 22 febbraio in tutta italia e il 10 maggio a Torino un numero incredibile di persone manifesta in solidarietà con i 4 arrestati ribadendo la follia di quelle accuse e contemporaneamente sostenendo le azioni di sabotaggio, rivendicandone le ragioni, mentre la CASSAZIONE rimanda al mittente l'accusa, almeno ai fini della custodia cautelare, respingendo il reato di terrorismo. Il 22 maggio inizia il processo, in aula bunker, cornice ideale per quel pre-giudizio, e ai primi di luglio altri tre no tav, Lucio, Graziano e Francesco, vengono arrestati per LO STESSO FATTO ma, probabilmente tenendo conto di quanto affermato dalla Cassazione per gli altri quattro, scompare l'accusa di terrorismo e vengono detenuti in carcere ma NON in isolamento. Pochi giorni prima della sentenza, se non erro proprio il 9 dicembre, a Lucio, Graziano e Francesco viene NOTIFICATO il mandato di ARRESTO con l'accusa di TERRORISMO (mentre erano già in carcere) e si applica quindi immediatamente anche a loro il CARCERE DURO. Il 17, come abbiamo visto, la sentenza per Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia, sentenza in ASSISE, quindi con GIURIA POPOLARE, li ASSOLVE dai reati di terrorismo /eversione etc, e li condanna ad anni 3 e mesi 6 (che è comunque una follia considerando il sabotaggio e l'entità reale del danno, cosi' come il contesto MOTIVAZIONALE cioè quei perché che non vengono mai considerati), e LUNEDI' 22 si terrà al tribunale di TORINO il RIESAME per ridiscutere le misure cautelari di Lucio, Graziano e Francesco (ora in ISOLAMENTO), e indovinate CHI saranno i GIUDICI ai quali spetta la decisione? GLI STESSI che avevano già inflitto il carcere duro a Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia e ai quali, per assurdo, si era arrivati (rinunciando poi al riesame) dopo il ricorso per avere una nuova valutazione. Cioè ma io dico, ci fanno o ci sono? Tutta questa vicenda è al limite della follia, non serve un codice penale per capire che è un EVIDENTE GIOCO DI POTERE, che è l'ennesimo ABUSO DI POTERE... E' sotto gli occhi di tutti che i giudici popolari hanno VALUTATO LO STESSO FATTO ed hanno RESPINTO l'accusa di TERRORISMO, a che gioco giocano CON LE VITE DI TRE ESSERI UMANI? 
INSULTO LIBERO!

Simonetta Zandiri

 

 

 
 
 

Minorenne pestato al G8 di Genova, 5 poliziotti condannati a pagare 120 mila euro per danno di immagine

Post n°15 pubblicato il 27 Dicembre 2014 da davi.luciano
 

 

http://www.genova24.it/2014/12/minorenne-pestato-g8-genova-5-poliziotti-condannati-pagare-120-mila-euro-per-danno-immagine-76782/

genova24.it ARTICOLO N° 76782 DEL 23/12/2014 - 08:09

Diaz 0666

 

FOTO D'ARCHIVIO

Genova. Cinque poliziotti implicati nei fatti del G8 di Genova sono stati condannati dai giudici della Corte dei Conti della Liguria a pagare 120 mila euro per danno di immagine, nello specifico per le percosse subite da Marco Mattana, all'epoca ancora minorenne. La procura chiedeva, invece, un risarcimento di oltre un milione.

A dover pagare di più, l'allora vicequestore aggiunto della Digos di Genova e oggi primo dirigente Alessandro Perugini, che dovrà risarcire 50 mila euro: condanna poi ad un esborso di 25 mila euro per Antonio Del Giacco e 15 mila euro ciascuno per Enzo Raschellà, Luca Mantovani e il sovrintendente capo Sebastiano Pinzone.

Nel mirino del procuratore contabile era finito il pestaggio del giovane Mattana e il fermo di altri quattro ragazzi.I cinque poliziotti, proprio per questo episodio, sono già stati condannati penalmente e al risarcimento danni delle parti civili, con sentenza passata in giudicato, per il reato di falsità ideologica, mentre per le altre accuse è intervenuta la prescrizione. Per la procura contabile sono proprio quei reati a costituire il danno d'immagine.

Secondo l'accusa, sostenuta dal procuratore della Corte dei Conti Ermete Bogetti, Perugini e Pinzone, "non solo non erano intervenuti per fermare l'aggressione, potendolo fare anche in virtù del loro grado, ma avevano essi stessi colpito" il giovane, "causandogli lesioni personali con prognosi di 20 giorni".

Per i giudici contabili, il danno d'immagine si deve considerare solo per il reato di falso ideologico: solo per questo vi è stata una condanna penale. I giudici sottolineano poi anche come "questi comportamenti hanno determinato una corale disapprovazione ed un diffuso e persistente sentimento di sfiducia della collettività nell'Amministrazione della pubblica sicurezza".

 

 

 
 
 

Gli attentati contro la linea ferroviaria NON sono opera di NO TAV

Post n°14 pubblicato il 27 Dicembre 2014 da davi.luciano
 

Ferdinando Imposimato

Cari amici, da ex magistrato che si è occupato di terrorismo di ogni genere, voglio informare gli italiani che gli attentati contro la linea ferroviaria Firenze Bologna, sono atti gravi ma non sono opera dei No Tav, ma atti della stretegia della tensione per criminalizzare i movimenti No Tav e reagire alle inchieste della magistratura di Firenze e di Torino che sta indagando su gravi delitti attribuiti nelle ordinanze di custodia cautelare a funzionari ministeriali , funzionari delle stazioni appaltanti, esponenti del crimine organizzato e appaltatori

 

 

 
 
 

Maxiprocesso No Tav. I video confermano i lacrimogeni altezza uomo e l’incitamento alla violenza tra le Ff.Oo.

Post n°13 pubblicato il 05 Ottobre 2014 da davi.luciano

 http://www.tgvallesusa.it/?p=11989

TG Valle Susa

"Spara, sparagli in faccia a quello lassù". I video confermano il lancio di lacrimogeni rasoterra con audio che denunciano l'incitamento alla violenza da parte delle Forze dell'Ordine.L'allegato 7 farebbe fermare il cantiere per illegittimità.

di Valsusa Report.

Protagonisti i video. Grazie alla consulenza e al lavoro dei tecnici Carlo Bachschmidt - autore del documentario Black Bloc e consulente per la perizia sulla scuola Diaz, fatti del G8 di Genova - e Luigi D'Alfie, sono state analizzate le riprese, in particolare quelle effettuate dalla Polizia di Stato, nei giorni del 27 giugno e del 3 luglio 2011.

cs1

Nel primo caso il consulente ha esposto il lavoro che ha realizzato sulla base dei video forniti dalla difesa, realizzati da quattro operatori di polizia. Sincronizzando i materiali tra loro, ciò che ne risulta è la rappresentazione di quello che succedeva su più fronti contemporaneamente e le incongruenze delle lesioni e dei luoghi ove si trovavano gli agenti; in alcuni casi le pietre scagliate sarebbero cadute in zone che a quel momento non erano affollate di agenti.

Il lavoro ha concesso la possibilità di approfondire ancora una volta le dinamiche degli avvenimenti: dalla condotta dei manifestanti all'uso degli idranti, lancio di sassi e lacrimogeni da parte delle Forze dell'ordine. Inoltre, gli audio delle riprese ascoltati singolarmente rivelano espressioni pesanti, come "Carica! Ammazzateli, carica!", "Spara, sparagli in faccia a quello lassù" provenienti dai video che ritraevano in particolare agenti.

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Il tecnico Luigi D'Alife, specializzato in produzione e post-produzione video, ha preso poi in analisi filmati e foto - anch'essi prevalentemente prodotti dall'accusa - relativi alla data del 3 luglio, con un occhio di riguardo per i fatti avvenuti nell'area della centrale elettrica di Chiomonte. Durante l'intervento si è tornati ancora una volta sul lancio di lacrimogeni "paralleli al terreno e in direzione dei manifestanti".

In precedenza alle due consulenze, al centro dell'udienza, Ltf come parte civile nel processo, ha presentato le sentenze riguardanti la legittimità dell'opera, (sentenza rif. Comunità Montana Valle Susa contro Cipe del 3 agosto 2011 progetto preliminare tunnel di base e sentenza rif. Comunità Montana Valle Susa contro Cipe N° 86 del 18 novembre 2010 progetto definitivo tunnel geognostico della maddalena) in quanto ritenute rilevanti poiché la definita "presunta illegittimità dell'opera" è stata usata più volte come spiegazione alla presenza degli imputati. Tutto viene basato sul mancato ricorso in appello della Comunità Montana, cosa che risulta impossibile dal momento che è stata messa in liquidazione il giorno 30 marzo 2014.

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La sentenza appunto risale al 28 marzo 2014. L'avvocato Bongiovanni fa inoltre notare alla corte che una parte delle sentenze contro il Cipe fanno riferimento allegato 7 DPEF 2010-2013 dove l'allora avvocato Valfrè riferiva che la Torino-Lyon non era uscita dalla Legge obiettivo. Nell'allegato 7 DPEF 2010-2013 che definisce in pratica le opere da finanziare e quindi cantierabili, la linea Torino-Lyon non c'è; un "falso ideologico" che in appello avrebbe presumibilmente invertito le sentenze e dichiarato il cantiere illegale.

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L'avvocato Bongiovanni deposita l'allegato 7.

Sia prima sia dopo le parole dei tecnici alcuni degli imputati (Guido Fissore e Pino Conversano prima, Matteo Greco e Luca Centanni successivamente) hanno rilasciato le proprie dichiarazioni, ribadendo le motivazioni della loro presenza durante le giornate in questione.

Qui il documento, note a pag. 77, 86, 92, e 132 esclusione della linea Torino-Lyon:

Allegato al 7° DPEF 2010 2013

V.R.  3.10.14

Dichiarazione spontanea di Pino Conversano.

Con questa mia dichiarazione spontanea non ho intenzione di ribadire quegli elementi che sono già emersi dall'interrogatorio a cui mi sono sottoposto in questa sede. Non vi racconterò nuovamente i miei movimenti nel primo pomeriggio del 3 luglio nei pressi della centrale elettrica a Chiomonte.

In quella giornata mi sono recato a Chiomonte per unirmi al popolo No Tav che manifestava contro l'illegittimo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena e contro quelle reti innalzate per delimitare il non-cantiere.

In questo procedimento sono accusato di lesioni a pubblico ufficiale, resistenza e concorso morale.

Per quanto riguarda le lesioni, l'accusa la rispedisco al mittente. Le tre pietre che ho scagliato da notevole distanza verso le forze dell'ordine, se pur avessero colpito qualcuno, non avrebbero certamente avuto la forza di creare quelle lesioni che ho potuto osservare al presidio medico allestito di fronte alla centrale elettrica, ferite causate dai candelotti dei lacrimogeni lanciati mirando i corpi dei manifestanti. La mia è stata solamente resistenza ad un attacco chimico durato più ore e perpetrato ai danni della popolazione che manifestava il proprio dissenso. Vi ricordo che a scatenare lo spropositato attacco delle forze dell'ordine fu una corda legata e tirata ad una rete fissata ad un blocco di cemento.

Sono imputato in questo procedimento non solo per ciò che ho commesso il 3 luglio, cioè il lancio di tre pietre che il palmo della mia mano riusciva a tenerle tutte insieme, ma per quello che dovrei rappresentare.

Nella ricostruzione dei fatti che la Digos e Procura di Torino hanno tentato di costruire, il personaggio dell'antagonista che lotta da anni contro il sistema è utile.

Voglio ricordarvi che nella "Ordinanza di custodia cautelare in carcere" (dicembre 2011) la Digos ha comunicato che sono noto ai funzionari di questura da oltre 22 anni (pag. 184). Sono nato nel 1978, nel 2011 avevo 33 anni, da ciò che afferma la Questura e con un semplice calcolo, all'età di 11 anni sarei dovuto già essere un pericoloso sovversivo. A 11 anni leggevo Topolino e gli unici amici che avevo erano quelli dell'oratorio di quartiere. La prima volta che ho avuto un incontro con funzionari Digos è stato nel '96 o '97 a latere di una manifestazione degli studenti medi. Questo, che può sembrare una banalità, in realtà è sintomatico di come il tutto sia stato confezionato ad arte per dipingere personaggi utili a definire i cattivi del movimento No Tav.

Inoltre, a pagina 223 della suddetta ordinanza, scrivete che "i violenti scontri [...] non sono stati estemporanei lo evidenzia, oltre l'organizzazione in loco, anche l'equipaggiamento (abbigliamento e oggetti atti al travisamento) che non è , certamente frutto di improvvisazione e che, al contrario, è elemento fortemente indiziante la preordinazione e il perseguimento di un unico, comune, obiettivo." Quindi, secondo ciò che afferma l'accusa, io, il cattivo antagonista No Tav, sono giunto a Chiomonte con l'equipaggiamento utile per assediare, sfondare e rioccupare il territorio chiamato Libera Repubblica della Maddalena. Qualcuno direbbe "ma mi faccia il piacere!" Il 3 luglio nel mio zaino c'erano: una borraccia d'acqua, un paio di occhiali da sole graduati, una felpa di cotone leggero e un fazzoletto. Per mia fortuna avevo con me questi ultimi due elementi che mi hanno dato la possibilità di non perdere i sensi e di difendermi dalla bruta violenza che le polizie dello Stato Italiano sono state in grado di mettere in campo lanciando più di 4000 lacrimogeni al CS, armi chimiche vietate per azioni militari ma in grado di alterare il DNA e sfondare le ossa se lanciati in modo inopportuno.

Contro gli imputati di questo procedimento lo Stato ha messo in campo un apparato repressivo in grande stile. Ci ha attaccato fisicamente il 27 giugno e il 3 luglio 2011; poi dal 26 gennaio 2012, ci ha represso dapprima con una spettacolare retata mediatica (quasi 300 agenti coinvolti), poi con settimane di carcere preventivo e con mesi di arresti domiciliari con il divieto di comunicare con i più stretti parenti. Non ultima la scelta di questa ignobile aula bunker storicamente riservata ai processi contro la mafia o il terrorismo; aula che è stata appositamente rispolverata per i No Tav. Trattamenti questi, normalmente riservati alla criminalizzazione prima di qualunque sentenza.

Tutto quest'apparato repressivo ha lo scopo di dipingerci agli occhi dell'opinione pubblica come i nemici numero uno dello Stato; l'affermazione dell'allora Ministro Cancellieri "La Tav è la madre di tutte le preoccupazioni"lo conferma. (cfr. articolo de il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/14/caso-adinolfi-indagini-legami-greci-cancellieri-verranno-usati-soldati/228791/) Vi ricordo che sono qui tra i banchi degli imputati per aver lanciato tre sassi. Con questo non ho interesse a ridimensionare la mia posizione o ciò che si vuole far apparire della vicenda. È chiaro che in questo processo, noi imputati No Tav, siamo considerati e trattati come i peggiori criminali, come coloro che cospirano contro la nazione, insomma come i nemici dello Stato. Questa non è una deduzione, ma è un dato certo che trova conferma nella costituzione a parte civile dei Ministeri. Se non fossimo stati considerati tali, la Presidenza del Consiglio dei Ministri non avrebbe osato fare quella goffa richiesta di danni d'immagine, da questo Tribunale rigettata.

Dichiarazione spontanea di Luca Centanni.

Il 27 giugno ero presente come tanti altri notav in Val Susa, alla Maddalena. In quelle giornate, precedenti lo sgombero forzato del presidio denominato Libera Repubblica della Maddalena, in tanti ci siamo accampati, in tanti abbiamo partecipato alle iniziative, ai dibattiti. Un'intera collettività che difende il proprio territorio dalla devastazione, contro un opera inutile e dannosa che per gli interessi forti che essa alimenta si vuole porre in essere con ogni mezzo necessario, contro il volere popolare di un'intera comunità e che negli anni ha visto crescere la solidarietà e la partecipazione di migliaia di persone, non solo della valle ma di tutto il paese.

In piena e crescente crisi economica il tav è uno spreco di denaro pubblico che invece dovrebbe essere utilizzato per contrastare l'impoverimento sociale causato dagli effetti della crisi ed essere investito in servizi sociali, scuole e ospedali.

Per questi motivi il 27 giugno ero presente in valle. Quel giorno ho visto mezzi pesanti farsi avanti fra la gente, incurante dei pericoli che questi potevano procurare alle migliaia di persone che erano li presenti ad ostacolare lo svolgersi dello sgombero: la pinza meccanica dall'autostrada che sradicava, senza porsi alcun problema per la sicurezza delle persone che aveva davanti a se, la barriera protettiva, "barricata Stalingrado" allestita nei giorni precedenti lo sgombero. Ho visto giovani e anziani piegati dal dolore per la nube tossica e dal bruciore agli occhi procurati dai tanti lacrimogeni al cs sparati dalle forze dell'ordine e dall'elicottero che dava supporto all'operazione di sgombero.

Completamente avvolti nella nube dei gas con la gente che non riusciva più a muoversi per il malore, nella rabbia generale, provocata da un attacco sproporzionato e l'uso massiccio di lacrimogeni, ho cercato di salvaguardare istintivamente chi non si reggeva più in piedi mentre gli agenti in assetto antisommossa, brandendo scudi e manganello, si facevano largo fra la gente. Intorno a me regnava il panico: uomini e donne, che ormai resi ciechi dai cs, non capivano in che direzione andare, come uscire da quella nube tossica che ci avvolgeva. In quei momenti è anche comprensibile che qualcuno abbia istintivamente pensato di reagire a quell'attacco sproporzionato.

Anch'io ho cercato di ostacolare l'avanzata delle FO ma ho desistito per l'intensità della nube di gas che rendeva l'aria irrespirabile.

Tutto questo si svolgeva sul piazzale della Maddalena. Con il continuare dei lanci dei lacrimogeni, alcuni sono rimasti sul piazzale cercando delle vie di fuga dai gas, io, insieme ad altri, siamo saliti sul sentiero che porta a Ramat e mi sono allontanato dal piazzale e dal luogo degli scontri.

La contrarietà e la determinazione con la quale la gran parte della comunità locale si oppone alla realizzazione di quest'opera è dettata, non da una questione ideologica ma dal buon senso.

E.S. 04.10.14

 

 

 
 
 

Ormai è tardi

Post n°12 pubblicato il 05 Ottobre 2014 da davi.luciano

http://www.notav.info/ormai-e-tardi/

 notav.info

ormaietardi.bannerIl Movimento No TAV e l'Opposizione francese alla Lyon-Turin

richiamano l'attenzione degli organi di informazione su quanto sotto riportato.

La Torino-Lione è pronta a perdere altri 33 milioni di euro di contributi europei. E' ufficiale: lo scavo del Tunnel de La Maddalena non sarà ultimato entro il termine perentorio fissato dall'Unione Europea del 31 dicembre 2015. A sconfessare tutti i pomposi annunci governativi è la stessa LTF (la società pubblica italo-francese cui è affidata l'opera): nelle sue ultime gare di appalto, pubblicate questa estate, la fine lavori è indicata a dicembre 2016. Ancora più pessimista il Ministero delle Infrastrutture: il suo sito web comunica che la galleria sarà finita solo a giugno 2017. Eppure la Commissione Europea era stata chiara: nessun contributo sarà erogato per lavori svolti oltre il termine. Sconti e indulgenze sono passati di moda a Bruxelles.

Strano ma vero, a dirlo sono proprio loro

L'11 giugno 2014 LTF pubblica un avviso di gara di appalto per il monitoraggio ambientale sullo scavo del Tunnel de La Maddalena. LTF richiede di indicare il costo di tali servizi «jusqu'au PK 7+741 environ (qu'il est actuellement prévu d'atteindre en décembre 2016)» ovvero fino a 7741 metri di scavo "che attualmente si prevede di raggiungere nel dicembre 2016" (1).

Le pagine "Cantieri Italia" del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti pubblicano i dati ufficiali e aggiornati delle opere finanziate dal CIPE. La scheda "Cunicolo esplorativo de La Maddalena in variante" non lascia spazio ad interpretazioni: "Fine lavori: Data Prevista: giugno 2017" (2).

Solo metà galleria? Perso metà contributo

Nel marzo 2013 la Commissione Europea è costretta a revocare metà dei contributi agli studi preliminari per la Torino-Lione, in quanto "per via di ulteriori ritardi, l'azione non potrà essere portata a termine entro il 31 dicembre 2015. Si è dovuto pertanto aggiornare l'ambito dell'azione per includervi unicamente le attività che potranno effettivamente essere realizzate." (3).

Oggi, dopo 39 mesi dall'apertura del cantiere, LTF ha scavato appena il 17% dei 7541 metri totali del tunnel geognostico (4). E non finirà prima di dicembre 2016, forse giugno 2017, forse oltre. La decisione UE è perentoria: sarà erogato il contributo esclusivamente su quanto realizzato effettivamente entro la "data di completamento dell'azione: 31.12.2015". Ad allora, al ritmo attuale, LTF non sarà che al 50% dello scavo. Quindi metà dell'importo non risulterà finanziabile perché fuori tempo massimo. Il conto è presto fatto. L'intero Tunnel de La Maddalena sono 131,6 milioni € di costo ammissibile, metà Tunnel non realizzato vale 65,8 milioni €. Qui il contributo UE coprirebbe il 50%, quindi si perdono 32,9 M€.

L'Europa non starà a guardare

Il 30 settembre scorso alcuni eurodeputati del nuovo Parlamento Europeo hanno incalzato Maroš ŠEFČOVIČ, candidato Commissario ai Trasporti, nel corso della sua audizione, per richiamare la sua attenzione sulla necessità di una revisione delle decisioni sul progetto Torino-Lione, inutile, esorbitante e sottostimato.

Una riunione al Parlamento Europeo di Bruxelles avrà luogo il 14 ottobre per scambiare conoscenze tra esperti No TAV ed eurodeputati e per migliorare il dialogo tra cittadini e istituzioni europee affinché i nuovi deputati possano argomentare le loro posizioni in vista delle decisioni che il PE dovrà assumere nei prossimi mesi sul progetto della Torino-Lione (5)

Numerosi eurodeputati invieranno interrogazioni scritte al nuovo Commissario ai Trasporti, non appena sarà nel pieno dei suoi poteri, con riferimento all'inutilità del progetto, alla cattiva gestione dei lavori in corso a La Maddalena, e alla necessità che il co-finanziamento europeo sia erogato a progetti sicuramente utili e con ritorno economico rapido proprio con riferimento alla necessità di risanamento dei bilanci di Italia e Francia. Una richiesta di esame delle attività svolte da LTF sarà inviata anche alla Corte dei Conti e all'OLAF. 

Le ultime parole famose di Lupi e Virano

Il 15 luglio 2014, durante una visita al cantiere de La Maddalena, il Ministro Lupi conferma che «i tempi di conclusione al 31 dicembre 2015 dell'intero tunnel saranno rispettati» (6). Peccato sia sconfessato in contemporanea proprio dal suo stesso Ministero, il cui sito segnala già un ritardo di un anno e mezzo rispetto alle "garanzie" del Ministro.

L'8 settembre 2014 il Commissario Virano rincara dicendo che "gli scavi di Chiomonte per la Tav Torino-Lione «stanno procedendo senza reali problemi ed è confermata la previsione di terminarli entro la fine del 2015» (7). Un'affermazione che ha dell'incredibile, in plateale contraddizione con quanto indicato in appalti pubblici usciti solo due mesi prima. Il Commissario controlla l'operato di LTF o si affida all'immaginazione?

Confrontate con le banali informazioni di immediata consultazione pubblica qui richiamate, le roboanti quanto compulsive rassicurazioni di ministri e commissari si salvano a malapena dal ridicolo. In un paese normale la conclusione sarebbe una sola: dimissioni.

Note e riferimenti

(1) Lyon Turin Ferroviaire, Francia-Chambéry: Servizi di consulenza in ingegneria ambientale, 2014/S 110-195236, Avviso di gara - Settori speciali, Servizi, II.2.1 http://ted.europa.eu/udl?uri=TED:NOTICE:195236-2014:TEXT:IT:HTML&tabId=2

(2) Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Cantieri Italia, Cunicolo esplorativo de La Maddalena in variante, Cronoprogramma dell'opera, http://cantieri.mit.gov.it/Lists/Scheda%20Tecnica/DispForm.aspx?ID=135

(3) Decisione della Commissione C(2013)1376 5.3.2013  http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=3721

(4) Lyon Turin Ferroviaire, http://www.ltf-sas.com/accueil-italien/

(5) http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=5025

(6) Adnkronos, "Tav: Lupi, ad agosto riunione task force su opere compensazione", 15 luglio 2014,http://www.regioni.it/it/show-tav_lupi_ad_agosto_riunione_task_force_su_opere_compensazione_/news.php?id=357249

(7) Ansa, "Tav: Virano, si procede senza problemi", 8 settembre 2014,http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2014/09/08/tav-virano-si-procede-senza-problemi_5af4bbc5-bb76-44bc-83cf-ec393d208973.html

DOCUMENTAZIONE COMPLETA:

Contributo di Daniel Ibanez, Agosto 2014

Intervento di Daniel Ibanez per la conferenza stampa - En France les choses ont été clarifiées

Info: PresidioEuropa 320 265 9560

 

 

 
 
 
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