Penso che Stefano dia troppa confidenza alla gente. Ogni volta che lo sottolineo lui simula compiaciuto un’espressione che è una via di mezzo tra lo stupore e il fastidio, sostenendo che sono gli altri a dare confidenza a lui. Qualsiasi occasione si trasforma in un simpatico spunto di aggregazione e condivisione: la fila per le gomme al bar, un breve viaggio in treno, passare in farmacia per una scatola di aspirina, attraversare le strisce pedonali. Mentre lui è completamente spalancato al dialogo, io mi barrico dietro una collaudata tecnica per eludere tutte le possibili occasioni di contatto con lo sconosciuto: dormo in treno, dormo in aereo, dormo in autobus, dormo sempre. Se siete in giro e vedete un corpo accasciato accanto ad un ragazzo che si intrattiene simpaticamente con chiunque nel raggio di venti metri, venite a salutarmi, io sono il corpo.Una volta ci siamo fatti una fila interminabile all’Ikea, tutta in silenzio, arriviamo alla cassa e io mi sposto ad infilare tre cose nel sacchetto mentre lui paga, questione di pochi secondi e mi raggiunge, facciamo per allontanarci e lui si volta verso la ragazza che era in fila dietro di noi: - Allora ciao!“Allora ciao”?! Ma chi cazzo è? - Si chiama Anna, la ho conosciuta mentre pagavo, ha due bambini, suo marito fa l’assicuratore, abbiamo comprato quasi le stesse cose, mi ha chiesto dove avevo trovato quel copriletto verde. E siccome Stefano non è mai gratuitamente buono, di solito Anna è anche un po’ scema o comunque vestita male.Ora scappo, devo mettere le patate in forno, stasera abbiamo a cena l’idrante di piazza San Felice…lo ha conosciuto aspettando il 37.
Il mio migliore amico
Penso che Stefano dia troppa confidenza alla gente. Ogni volta che lo sottolineo lui simula compiaciuto un’espressione che è una via di mezzo tra lo stupore e il fastidio, sostenendo che sono gli altri a dare confidenza a lui. Qualsiasi occasione si trasforma in un simpatico spunto di aggregazione e condivisione: la fila per le gomme al bar, un breve viaggio in treno, passare in farmacia per una scatola di aspirina, attraversare le strisce pedonali. Mentre lui è completamente spalancato al dialogo, io mi barrico dietro una collaudata tecnica per eludere tutte le possibili occasioni di contatto con lo sconosciuto: dormo in treno, dormo in aereo, dormo in autobus, dormo sempre. Se siete in giro e vedete un corpo accasciato accanto ad un ragazzo che si intrattiene simpaticamente con chiunque nel raggio di venti metri, venite a salutarmi, io sono il corpo.Una volta ci siamo fatti una fila interminabile all’Ikea, tutta in silenzio, arriviamo alla cassa e io mi sposto ad infilare tre cose nel sacchetto mentre lui paga, questione di pochi secondi e mi raggiunge, facciamo per allontanarci e lui si volta verso la ragazza che era in fila dietro di noi: - Allora ciao!“Allora ciao”?! Ma chi cazzo è? - Si chiama Anna, la ho conosciuta mentre pagavo, ha due bambini, suo marito fa l’assicuratore, abbiamo comprato quasi le stesse cose, mi ha chiesto dove avevo trovato quel copriletto verde. E siccome Stefano non è mai gratuitamente buono, di solito Anna è anche un po’ scema o comunque vestita male.Ora scappo, devo mettere le patate in forno, stasera abbiamo a cena l’idrante di piazza San Felice…lo ha conosciuto aspettando il 37.