ERRATA CORRIGE

Una cosa che mi fa arrabbiare


Sono andato al supermercato a fare una spesa velocissima, giusto tre cose che mi mancavano: il caffè, il pane e il sale fino. Poi ho aggiunto due litri di succo di frutta, del formaggio spalmabile e, vittima dell’acquisto di impulso, delle tavolette di cioccolata. Mi dirigo alla cassa in equilibrio precario perché sono senza carrello e sembra che il formaggio spalmabile abbia in antipatia il succo sul quale lo ho appoggiato, mi metto in fila e mi intrattengo nel mio passatempo preferito: farmi i fatti degli altri. Davanti ho sette persone e alla cassa c’è un bradipo in coma vigile con camice giallo e sopracciglia disegnate praticamente sulla fronte. Ad un certo punto arriva una signora vestita da cena di Ferragosto, sepolta sotto chili di gioielli finti, con in una mano una borsetta che una adolescente inquieta potrebbe acquistare al mercato e nell’altra un cartoccio di prosciutto, si dirige sicura verso il primo della fila e sfoderando un sorriso falso come la paccottiglia che sfoggia, chiede se può passare avanti, ha la mamma malata, l’auto in divieto di sosta, un'amica la aspetta per un caffè in centro e i piedi non le danno tregua, strizzati come sono in due décolleté zebrate sulle quali vorrei saltare a pié pari. La fulgida idiota evidentemente non ha l’intelletto necessario né per vestirsi, né per parcheggiare, né per capire che non sta passando davanti solo al primo ma anche a tutti gli altri. Ora, io credo di non essere un attaccabrighe per natura, ma vedere saltare la fila è una delle tre cose che mi fanno uscire dai gangheri. La ho costretta a chiedere il permesso a tutti quanti e quando, inviperita e umiliata, è arrivata a me la ho guardata negli occhi truccatissimi… e le ho detto no.