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Il comune senso del pudore è un concetto che ormai già dagli anni ottanta è diventato quanto mai opinabile. Non esiste più un denominatore comune: mentre una volta la vista di un sedere era cosa scandalosa per chiunque, adesso ognuno si è formato una propria scala di valori e quello che offende alcuni viene disinvoltamente accettato da altri. Se non più il sesso, la nudità e la moralità, possa almeno la stupidità restare l’unica cosa che ancora ci accomuna quasi tutti nel non essere disposti ad accettarla, perché se un sedere può essere un sedere-sì o un sedere-no, un’idiozia è in linea di massima un’idiozia e basta. Va bene, i tempi sono cambiati e non proviamo più vergogna per le nostre chiappe in mostra o i nostri inguini tatuati ed esibiti, ma ci rimanga il pudore della nostra stupidità.
Se per strada incontrassi uno che cammina senza mutande e un ebete che in una decappottabile nera canta “e adesso ridacci la nostra Gioconda perché siamo noi i campioni del mondo”, beh… non avrei il minimo dubbio su chi dei due prendere a sassate.
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