Creato da aldo_caposaldo il 24/05/2006

ERRATA CORRIGE

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Messaggi di Settembre 2006

Lo so, lo so...

Post n°69 pubblicato il 12 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

Lo so, lo so... ho ceduto anch'io, ma chi se ne frega. Tra tanti problemi non mi porrò anche quello della coerenza estetico-stilistica delle mie pagine. E poi quel template non mi era mai piaciuto. Ho riavuto il mio verdana XXL nei titoli e sono contento così.

 
 
 

Sederi e suonerie

Post n°68 pubblicato il 11 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

Il comune senso del pudore è un concetto che ormai già dagli anni ottanta è diventato quanto mai opinabile. Non esiste più un denominatore comune: mentre una volta la vista di un sedere era cosa scandalosa per chiunque, adesso ognuno si è formato una propria scala di valori e quello che offende alcuni viene disinvoltamente accettato da altri. Se non più il sesso, la nudità e la moralità, possa almeno la stupidità restare l’unica cosa che ancora ci accomuna quasi tutti nel non essere disposti ad accettarla, perché se un sedere può essere un sedere-sì o un sedere-no, un’idiozia è in linea di massima un’idiozia e basta. Va bene, i tempi sono cambiati e non proviamo più vergogna per le nostre chiappe in mostra o i nostri inguini tatuati ed esibiti, ma ci rimanga il pudore della nostra stupidità.

Se per strada incontrassi uno che cammina senza mutande e un ebete che in una decappottabile nera canta “e adesso ridacci la nostra Gioconda perché siamo noi i campioni del mondo”, beh… non avrei il minimo dubbio su chi dei due prendere a sassate.

 
 
 

Un Jardin sur le Nil

Post n°66 pubblicato il 10 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

L'aspetto di Stefano è un innegabile polo di attrazione, fa esplodere le bussole e catalizza l’attenzione anche dei sassi. Non esiste forma animata o inanimata che non noti gioiosa un suo particolare nascosto accessorio, un invisibile abbinamento di colori, una sepolta aulente nota di coda che prende vita su lui solo, nell’intero universo. Lo stargli accanto si trasforma a volte in una carica di tritolo piazzata esattamente sotto il culo della tua autostima. Puoi esserti rotto sulla testa un flacone di Poison che tutti noteranno solo la fragranza agrumata e fresca del suo Hermès, se ti sei avvolto in un impermeabile di strass e hai un lampadario di Murano acceso sulla testa, tutti noteranno unicamente la sottile riga cremisi delle sue calze Gallo.
Entriamo in una profumeria a Treviso, io girando qua e là prendo in mano un flacone di crema profumata e scambiandolo per un tester, me la spalmo allegramente sul dorso della mano. Apriti cielo: la commessa si infuria come una Erinni che ha appena visto Oreste farle il gesto dell’ombrello, mi si scaglia contro, mi riprende a voce alta davanti a tutti, e dopo avermi fatto passare per un cafone mi manda vagamente a cagare. Stefano è distratto come sempre e non si avvede minimamente di questa cruda sceneggiata... gira, osserva, odora e dopo poco si avvicina sprovveduto a testare la medesima boccetta di cui io mi ero servito senza cautela. Io avrei anche voluto avvertirlo… ma non lo ho fatto. Non so cosa mi è passato per la testa nel giro di mezzo secondo, l'umiliazione subita, la voglia di riscatto, la vendetta per l'impermeabile di strass... il succo era “adesso la figura di merda te la fai anche tu”. Indietreggio un poco per essere abbastanza lontano dal misfatto, ma non troppo da perdermi il bufalo inferocito che carica per la seconda volta in difesa dei suoi flaconcini. Tutto accade lentamente, Stefano allunga la mano… lo sguardo della perfida Tisifone si blocca sulla mano di Stefano… le pupille si dilatano, ora lo guarda dritto negli occhi ma con una strana espressione estatica, apre la bocca ed imbarazzata cinguetta:
“Scusa… ti posso chiedere dove hai comprato quell'anello bellissimo?”

Da dietro un espositore credo si sia distintamente sentito un “mavaffanculo”.

 

 
 
 

Chi troppo vuole 

Post n°64 pubblicato il 09 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

Portogallo, c’è un caldo infernale. Nel primo pomeriggio vedo una gelateria in piazza e mi riprometto, facendone gran pubblicità ai miei compagni di viaggio, che avrei saltato i pasti per divorare, quella sera stessa, la più imponente e sfacciata vasca di gelato che si fosse mai vista sulla faccia della Terra. Rompo le balle per tutta la giornata ma, stoico, tengo fede al mio giuramento rischiando più volte lo svenimento, e giunge infine il tanto atteso momento di sedersi alla gelateria più famosa di Evora, la Gelateria Zoca. Scorro avido le proposte e il mio sguardo viene immediatamente fulminato dalla figura di un mastodontico catafalco di gusti al latte, su cui, tra fiumi di cioccolato liquido ed intere distese di croccanti granelle, svetta una selva di ombrellini aperti ad ombreggiare succose e tonde, sciroppose amarene: la Coppa Zoca, un palese insulto al terzo mondo.
Laura, Lucia e Gian non vogliono certo mettersi in competizione con me, il Signore di tutti i Gelati, e ordinano delle squallide, banali, patetiche coppettine bi-gusto che, dall'alto della mia faraonica scelta, considero con sdegno quasi schifato.
Il nostro ordine si fa attendere un po’, ad un certo punto un cameriere con un vassoietto sembra indirizzarsi dalle nostre parti e uno dei miei sprovveduti commensali ipotizza che sia per noi. Ingenuo, sciocco sempliciotto, vedi forse su quel vassoio cinque chili di gelato in fiamme?! Cerco di spiegare cosa accadrà: la Coppa Zoca richiede una particolare maestria, devono costruire tutta un’impalcatura di creme e cioccolato su cui poi adagiare le frutte, gli sciroppi e le granelle, il tutto verrà poi annegato da una valanga di panna montata, dovranno accendere le cariche dei bastoncini d’artificio, quelli di Capodanno, poi i camerieri in livrea si disporranno in file e il proprietario della Gelateria aiutato da alcuni uomini di fatica trasporterà a noi l’Opera tra gli applausi di tutti i turisti che ci circondano.
Il cameriere si avvicina, ha delle mani gigantesche, posa sul tavolino le tre coppette bi-gusto, e davanti a me, con un pollice e un indice enormi, posa la più miseranda, sterile, piccola coppetta da neonati mai perversamente concepita, non serve nemmeno per una pallina, serve per uno sputo.
Credo di avere sbagliato ad ordinare. Mi sono spento più velocemente della mia illusione. Mi sono spento e come un bambino a cui quella merda di coppetta era destinata, mi sono anche follemente incazzato, fomentato dal pianto convulso dei tre stronzi che avevo davanti.

Laura ha dovuto alzarsi e scappare lontano, tra i tavolini… ma credo si sia pisciata addosso comunque. Più tardi, sfidando il mio umore, mi ha chiesto, curiosa e perfida, che cosa avessi pensato quando ho realizzato che quella specie di tappo di bottiglia era per me. Ho urlato senza nemmeno guardarla in faccia. Prima di allora non avevo mai bestemmiato ma certo gli abitanti di Evora non potevano saperlo.

 
 
 

Spriz-time

Post n°63 pubblicato il 08 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

Stefania non ti chiede se vuoi andare a prendere un aperitivo, te lo ordina. Quando io credevo di avere detto no, mi ha informato che avevo appena accettato. Ci sono un paio di locali per i quali nutro una aperta avversione, tra i due è stato carinamente scelto quello che aborro: un posto molto street-style, nel senso che è in mezzo ad un incrocio, con un semaforo che ad intervalli regolari, regala un pallido colorito rosso, giallo e verde, per cui non si può mai dire con certezza se uno si è appena fatto una lampada, ha l'epatite virale o sta per vomitare. Quelli della nostra età sono l'ultima guardia di una sana normalità che sta per essere sotterrata da una nuova, surreale, baldanzosa gioventù. Veniamo travolti da ragazzi con camicia aperta a mostrare pettorali scolpiti, toraci villosi o depilazioni perfette, e da ragazze ebbre di accessori Vuitton, tatuaggi sul culo e prosecco. Per sentirti perfettamente integrato dovresti, nell'ordine, possedere una Volvo station-wagon blu notte, essere in qualche modo relazionato con la squadra di rugby, essere appena rientrato dalle Maldive. Se poi nella squadra di rugby tu addirittura ci giocassi, ti troveresti in una posizione che per visibilità, gradimento e affermazione si colloca molto vicina a quella di Luke Skywalker.

Che la forza sia con me. Questo semaforo mi pare sempre verde!

 
 
 

No buona giornata

Post n°61 pubblicato il 08 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

Ieri la ho presa sul ridere, oggi questo Verdana grassetto nel titolo comincia ad innervosirmi. Ed il fatto che questa sia l'unica cosa degna di nota, rende la giornata assolutamente insopportabile.

 
 
 

Fatti delle domande

Post n°60 pubblicato il 07 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

Già stamattina mi sono alzato senza una particolare buona disposizione alle cose, poi ho notato che i titoli dei post appaiono in grassetto senza spiegazione.
In un blog trovo un link ad un site (Dio mio, che linguaggio!) in cui scansionando una tua foto on-line e comparandola con le migliaia di file immagine del loro immenso data-base, ti dicono quale è il divo dello star system a cui più assomigli.
Sono curiosissimo: scelgo una foto con il mio look classico, testa rasata e pizzetto nero che, nella foto in questione, annega in una barba di quattro giorni. Proseguo. La mia faccia appare a tutto schermo, una grafica avveniristica simula una attenta scansione, si avvia un elaborato processo ed ecco apparire una finestra in cui è celato il risultato top secret. Presuntuoso e vanesio, clicco: ...Tyra Banks?!

 
 
 

Entrata libera

Post n°59 pubblicato il 07 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

Se c'è una ragazza rintronata che non riesce a registrarsi su Libero e piagnucola ogni volta che mi vede perchè non può lasciare commenti e tracce di velenoso sarcasmo, beh... sappia che ora può. Se controlla la posta ci troverà un nome utente e una password nuovi fiammanti.

Che ne faccia buon uso.

 
 
 

La ballata delle prugne secche

Post n°58 pubblicato il 06 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

Questa estate ho letto il suo libro.
Adesso sto leggendo il suo blog.
Merita una visita, anche se non è aggiornato.

Il blog è su splinder, lei è Pulsatilla.

 
 
 

A.A.A.

Post n°57 pubblicato il 06 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

Molto tempo addietro fui vittima del peggiore mal di gola della mia vita. Non solo non riuscivo a parlare ma nemmeno a deglutire alcunchè, e questo mi gettò in un serio panico. Una amica, vedendomi a cena quasi in lacrime (non riuscivo a mangiare la pizza), mi consigliò le gocce di propoli in soluzione alcoolica, le presi quella sera stessa e poche ore dopo il miracolo era avvenuto. Da allora ho sempre nutrito una cieca, incondizionata e folle fiducia per la propoli che ha cominciato a curare quasi tutti i miei mali. Fino a quando....
Fino a quando un luminare incalzato da un intervistatore malefico disse che la propoli in pratica non serviva assolutamente a niente. Feci finta di non sentire il brivido che mi percorse la schiena, cercai di nascondere a me stesso la nuova orrenda verità, ma da allora le miracolose gocce non sortirono più alcun risultato, nemmeno il più blando.

Cerco medico, pure generico, che sia disposto a mentirmi anche per semplice effetto placebo.

 
 
 

We go together

Post n°56 pubblicato il 05 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

Ieri sera mi sono rivisto Grease in televisione. Il film è stato inspiegabilmente e completamente ridoppiato, l'effetto è di strana e squallida estraneità.
Ero a letto influenzato e avevo anche dovuto declinare un invito a cena, quindi ammetto che forse ero un po' suscettibile. Ammetto anche di aver compiuto qualche vano tentativo di seguire Unan1mous, quindi ero forse anche un po' innervosito.
Ma tant'è.... mi sento di protestare inutilmente. E chiudo nell'unico modo possibile, prima di andarmi a rintronare di aspirina:

chang chang changity chang shoo bop, that's the way it should be... waooo yeah.

 
 
 

Pardon, madame

Post n°55 pubblicato il 04 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

Sono stato a Parigi molte volte e mai sono riuscito a trovare il tempo per una visita al Louvre. Entro nell’ala Denon e mi preparo a vedere lei, nello splendore del suo enigmatico sorriso. Ma quando si accede alla sala numero sei, può accadere che l’attenzione venga catturata da un immenso e stupefacente dipinto del Veronese, di una bellezza tale da lasciare senza fiato. Ho speso tutto il mio tempo ad ammirarlo.

Quando sono uscito ho lanciato una rapida occhiata alla Monna Lisa, sorrideva come sempre alla folla di visitatori muti che la veneravano dal basso, ma ho avuto la vaga e strana sensazione che a me stesse sorridendo un po’ meno.

 
 
 

Acquisti

Post n°54 pubblicato il 04 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

Entro da Fauchon in Place de la Madeleine, da tempo cercavo una marmellata di banane e mi avevano detto che lì la avrei trovata. Sono consapevole che entrare da Fauchon equivale ad entrare da Hermès, ma quando ho visto esposta una scatola di cioccolatini che costava centododici euro non sono stato capace di mascherare un seccato turbamento. C’è dunque chi spende tanto per dei cioccolatini? Che per quanto squisiti con tutta probabilità sanno di cacao. Poi ho capito… quei cioccolatini non li avrebbe mai comprati nessuno, erano esposti solo per lanciare un messaggio: non importa quanto tu spenda, qualsiasi cosa tu acquisti ti farà entrare nell’elite di persone che comprano da Fauchon, il tempio in cui dei cioccolatini costano centododici euro. Anche se poi prendi solo un vasetto di marmellata da sei euro e cinquanta.

Me ne sono uscito felice, con il mio sacchetto di Fauchon e tre vasetti di marmellata.

 
 
 

AZ 7326

Post n°53 pubblicato il 01 Settembre 2006 da aldo_caposaldo

Tra un’ora parto. Cercherò di conciliare poco lavoro con molto Louvre (o forse l’inverso). Ma torno subito, lo avevo detto che ho fatto una strana prenotazione.

 
 
 
 

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