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Pietra lavica

Post n°504 pubblicato il 31 Gennaio 2024 da Hanahr

Sulla mia scrivania tengo un pezzo di pomice che i miei zii hanno portato dall'Etna.
E' un pezzetto di pietra lavica nero, abbastanza leggero e ogni tanto lo guardo e lo rigiro tra le dita.
Mi piace la sua consistenza ruvida e porosa, e mi soffermo spesso a pensare che quel piccolo pezzetto di roccia è stato sputato fuori dalle viscere della terra solo qualche tempo fa.
Quella pietra ha fatto un viaggio di migliaia di chilometri, da un punto imprecisato sotto di me, solo per essere rigettato fuori con forza esplosiva da un vulcano sotto forma di lava incandescente, per poi raffreddarsi e diventare quello che, almeno all'apparenza, sembra solo un banale sasso informe.
Ma in quel piccolo frammento di budello terrestre non c'è solo un banale sasso. Quella pietra è tutti noi, quella pietra è una storia di milioni di anni, un minuscolo frammento del cuore pulsante della Terra, e allo stesso tempo è un qualcosa che prima non esisteva, che si è letteralmente formato qui, sotto questo cielo, in questo tempo.
Increibile pensare come in un banale sassolino, possa essere raccolta tutta la storia e tutto il futuro di un pianeta.
Se mi soffermo a pensare a questo mi sento minuscola, alla fine anche io sono solo un altro sasso risputato fuori da milioni di altri sassi prima di me, in un qualche momento di 38 anni fa. Non siamo in fin dei conti tutti le viscere di una Terra atavica, antica, spietata?
Non siamo tutti uguali visti da milioni di chilometri di distanza?
Mi sento schiacciata da questa consapevolezza, ma allo stesso tempo è quasi confortante.
Messa in questa prospettiva, come posso sentirmi speciale? In fin dei conti condivido lo stesso destino di altri miliardi di persone. Siamo qui, e un giorno non ci saremo più.
Pensando a questo le mie preoccupazioni, il mio dolore, la mia frustrazione sembrano davvero poca cosa. Come un pezzo di pietra lavica eruttato tra milioni di altre pietre.

 
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