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Abbiamo un problema di genere (femminile)

Post n°480 pubblicato il 08 Marzo 2021 da Hanahr

8 Marzo, Festa della donna, o più correttamente "Giornata internazionale dei diritti della donna"

Sembra banale parlarne e invece ancora oggi se ne parla troppo poco.
Solo nel 2020, a causa della pademia, circa 100.000 persone hanno perso il lavoro. Di queste 99.000 erano donne (dati Istat).
Il 99% di coloro che hanno perso il lavoro nel 2020 erano donne.
E ancora esistono persone che si rifiutano di ammettere che abbiamo un problema di genere in Italia, in particolare abbiamo un problema con le donne.
Secondo i dati di SWG (aggiornati al 2017) il 27% dei discorsi di odio in rete sono contro le donne, superati solo da gay e migranti (categorie da sempre fragili) e dai politici (che per primi diffondono odio e fake news).
Tra il 2017-2019 16.140 donne hanno subito violenza, di queste più della metà sono donne che sono tornate più volte al Pronto Soccorso (dati EMUR-Istat).
Tra il marzo e l'aprile 2020, a causa del lockdown pandemico, le chiamate al numero di soccorso contro la violenza sono stat 5.031 con un incremento del 75% rispetto allo stesso periodo del 2019 (dati del Ministero della Salute).

Perché parlo di dati, che sembrano così asettici?
Perché solo i dati sono oggettivi e danno la dimensione di un problema e sto affrontando solo quello Italiano.
Il problema è che ancora oggi viviamo in una società che odia e discrimina le donne.
Che ancora oggi, nel 2021, abbiamo un problema culturale nell'affrontare la discriminazione femminile, sia sul posto di lavoro che in ambito domestico.
Ancora troppe donne muoiono, perdono il lavoro, vengono violate e abusate perché sono donne.
E c'è una differenza sostanziale tra uccidere qualcuno per errore e uccidere qualcuno perché è una donna.
Le donne vivono in una società che da sempre le discrimina e le sminuisce.
Non sto dicendo queste cose per piaggeria o per vittimismo, sono dati oggettivi.
Il 31,5% delle donne italiane ha subito almeno una volta nella vita molestie o abusi nel corso della propria vita (dati Istat al 2014).
Vuol dire che quasi un terzo delle donne che conoscete, sorelle, madri, cugine, amiche, compagne, mogli, figlie, nonne ha subito una violenza, fisica o verbale. Di queste poco più del 5% è stata stuprata.

S T U P R A T A.

Mettetevelo bene in testa, perché questa parola non si può mettere al margine del vostro pensiero.
Tutti conosciamo almeno una donna che è stata abusata verbalmente o fisicamente, che almeno una volta nella vita è stata molestate, insultata, schiaffeggiata, palpeggiata.
Eppure parlare di discriminazione di genere pare utopistico e se si decide di parlarne si passa per femministe naziste o per vittimiste.
Se c'è qualche uomo che sta leggendo questo post, gli chiederei la cortesia di domandare ad almeno 10 donne che conosce se hanno subito una qualche forma di violenza, posso garantirgli che almeno 4 o 5 confermeranno.
Forse se sei un uomo che sta leggendo questo post anche tu hai attuato forme di violenza, magari senza rendertene conto.
Facendo un commento sessista, palpeggiando una tizia che non conosci in discoteca, chiamando "Ciao bella" la ragazzina alla fermata dell'autobus, allungando una mano sulla coscia in treno, tentando di baciare quell'amica tanto carina e un po' brilla in spiaggia, oppure se sei su questa piattaforma, proponendo sesso, mandando foto del tuo pene, facendo commenti su una scollatura, chiamando troia una che c'è stata o chiamando troia una che non c'è stata.

Tu hai commesso delle violenze.

Non lo dico per colpevolizzarti, ti chiedo di guardarti per 30 secondi nello specchio e guardare davvero dentro di te, con sincerità e onestà e chiederti: sono stato un sessista? Posso fare qualcosa per comportarmi meglio? Posso prendere coscienza dei miei errori e scegliere di non replicarli? Se fosse mia figlia, mia sorella, mia madre, la mia compagna, vorrei che un uomo si comportasse in questo modo con lei?
Il sessismo e la discriminazione passano attraverso comportamenti sottili, spesso connaturati nella nostra società.

Siamo abituati a trattare le donne con sufficienza, in modo paternalistico, con arroganza, con condiscendenza, quando non proprio con sopportazione, negazione, colpevolizzazione.
Siamo abituati a trattare le donne come le ruote di scorta della società, coloro che devono provvedere ai bisogni primari della famiglia, all'accudimento dei figli, del marito, dei genitori anziani, coloro che portano la cena in tavola e le mutande pulite nei cassetti, coloro che devono provvedere economicamente, ma sempre un gradino sotto l'uomo, che hanno un cervello più piccolo, che fanno quello che possono che loro misere capacità, che non saranno mai all'altezza di uomo.
Dalle donne ci aspettiamo che siano truccate, pettinate, ben vestite, curate, silenziose, non invadenti, pronte nel soddisfare i nostri desideri, tigri a letto, ma morigerate, fuori, brave madri, brave ascoltatrici, comprensive, tolleranti, materne, calme, ragionevoli.
E se non lo sono sono pessime madri, pessime mogli, pessime amiche, pessime donne. Sono isteriche, mestruate, irragionevoli.
Se non vogliono avere figli non sostengono la società e non sono vere donne, se vogliono dei figli, non sono indipendenti e non pensano abbastanza in grande.
Alle donne non si concedono sconti.
Lo so lo so, tutto questo sembra l'ennesimo panegirico femminista.
E ora vi chiedo: quante volte avete detto a una donna "Certo se si truccasse un po' sarebbe più carina" e quante volte avete detto "Certo si trucca troppo, è troppo appariscente", quante volte avete detto "Non te la cavi male per essere una donna" e quante volte "Non ce la può fare, dopotutto è una donna", quante volte "Queste cose non sono cose da donne" quante volte "Certo che è proprio una troia" quante volte "Oh ma hai il ciclo?".
Ogni volta che lo avete detto o pensato, che voi siate uomini o donne, avete sminuito una donna per il solo fatto di essere una donna. Non avete valutato la persona, avete giudicato una donna.

Non approvo la parola femminicidio né discorsi come le quote rosa, ma sono purtroppo necessari fintanto che le donne saranno ancora discriminate sia nella morte che nella vita.
E se sei una donna e stai leggendo queste parole ricordati che tu per prima non devi giudicare le tue consimili per il fatto che sono donne.
Lo so, a volte non è facile, siamo noi stesse intrise di una mentalità maschilista socialmente accettabile e diventa difficile dissociarsi dal pensiero comune.
A volte è più facile ergersi a supremo giudice piuttosto che fare un bagno di umiltà e ammettere che anche noi sbagliamo, che anche noi giudichiamo a sproposito, che anche noi siamo incapaci di tolleranza e comprensione.

Se vuoi ricevere gentilezza sii gentile, se vuoi ricevere tolleranza sii tollerante, impara a non giudicare per non essere giudicata, impara ad accettare per essere accettata.

 
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Commenti al Post:
thorn2021
thorn2021 il 09/03/21 alle 18:36 via WEB
E' la dura vita di una donna.
(Rispondi)
 
 
Hanahr
Hanahr il 09/03/21 alle 18:47 via WEB
È ora che questa dura vita diventi un po' meno dura e un po' più equa.
(Rispondi)
 
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