TheDeadLivingNight

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Sopralluogo Una densa coltre di fumo si alzò dal radiatore del pullman. Sembrava deserto; attraverso le aperture dei finestrini ormai privi di vetro non si vedeva nessuno muoversi all’interno."Devo andare a controllare, sicuramente ci sarà qualcuno ferito che ha bisogno di soccorso" disse Desimone osservando all’esterno."No, è pericoloso, aspettiamo" gli suggerì Nadia prendendolo per un braccio."Tranquilla, non c’è nessuno qui fuori, faccio presto. Voi due intanto prendete la cassettina del pronto soccorso, potrebbe servire"Dette un’ultima occhiata in giro prima di aprire la porta e uscire con la pistola in mano.L’aria era frizzantina e il chiarore visibile all’orizzonte indicava l’avvicinarsi dell’alba.Si avvicinò alla parte posteriore del pullman e guardo in direzione del bar. Vide Nadia e Khalifà che lo osservavano dalla porta. Cominciò a muoversi lungo la fiancata, cercando di non fare rumore per sentire se dentro si muovesse qualcosa. Gli sembrò di sentire un lieve gemito di dolore. Si appiattì con le spalle sulla fiancata e si concentrò per assicurarsi che non si trattasse solamente di un’impressione. Lo sentì di nuovo. Pensò a qualche ferito, ma per istinto strinse la pistola con tutte e due le mani. Decise di avvicinarsi al portellone d’ingresso posto sulla parte anteriore della fiancata. Guardò nuovamente in direzione del bar e vide i due ragazzi sbracciarsi che cercavano di dirgli qualcosa. Vide che indicavano qualcosa nella zona di rifornimento. Si voltò e vide l’amico di Nadia che avanzava verso di lui trascinando la gamba destra."Ci mancava solo lui!".Valutò che si trovava a una quindicina di metri da lui, e considerando la velocità pensò che stando attento poteva ritenersi abbastanza sicuro. Mise un piede sulla maniglia di apertura del vano bagagli sulla fiancata e si tirò su aggrappandosi al finestrino privo di vetri. Una scheggia di vetro ancora rimasto a suo posto gli ferì il palmo della mano provocandogli una piccola fitta di dolore. Si maledì della sua pensata e dopo essersi guardato alle spalle per assicurarsi che Gianni fosse ancora a distanza si sicurezza si avvicinò all’ingresso anteriore del veicolo. Lo sportello aveva un finestrino dal quale si poteva vedere la sagoma dell’autista prono sul volante con un evidente ferita sulla testa dalla quale era uscita una notevole quantità di sangue che gli copriva il viso. Afferrò la maniglia e cercò inutilmente di aprire la porta. Con un ulteriore tentativo, aiutandosi puntando un piede contro la fiancata, riuscì a spalancare la porta. Lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi lo fece rabbrividire. Tre di quegli esseri erano chinati sopra il corpo dell’autista. L’apertura della porta aveva distolto due di essi dal loro spuntino e posarono lo sguardo su di lui, anche se parlare di sguardo non era tanto corretto.Si sentì afferrare il braccio, Gianni era già giunto accanto a lui.