TheDeadLivingNight

Inesorabili


Cercò di divincolarsi dal suo assalitore spingendolo e facendo qualche passo all’indietro. Intanto i tre esseri che stavano sopra l’autista cercavano di guadagnare l’uscita spingendosi l’uno con l’altro. Non avevano molto spazio per muoversi e nel tentativo di scendere uno di loro cadde rovinando sugli scalini, il secondo lo seguì inciampando sul suo simile. Desimone impugnò la pistola e la premette sul volto di Gianni e sparò a bruciapelo. Nadia si mise a gridare e si lascio cadere in ginocchio appoggiata alla porta di vetro. Il suo grido di dolore e di angoscia ridestarono Khalifà dall’orrore che provò a quella scena e corse a prendere il fucile.Il corpo di Gianni cadde a terra inanimato. I due zombie che erano scivolati a terra si rialzarono lentamente e raggiunti dal terzo si avventarono su Desimone che indietreggiando cercava di tenerli lontano. Non ricordava quanti proiettili aveva nella pistola e non voleva sprecarli senza prima aver provato a fuggire. Dal pullman cominciarono a scendere altri esseri, ne conto sei o sette. Capì che non poteva farcela e si mise a correre verso il Bar guardandosi alle spalle e vedendo con preoccupazione di essere seguito. Al suo arrivo i ragazzi aprirono la porta e la richiusero subito alle sue spalle."Chiudi subito!" disse rivolgendosi a Khalifà."Ho dovuto farlo, Nadia, mi dispiace".La ragazza singhiozzando annuì con il capo.Le mise le mani sulle spalle e la costrinse a guardarlo negli occhi "Devi essere forte, dobbiamo essere tutti forti se vogliamo tornare a casa e dalle nostre famiglie, perché è questo che vogliamo". "Si" rispose con un filo di voce lei cercando di fermare le lacrime e respirando lentamente per calmarsi.Khalifà stava finendo di avvolgere le maniglie della porta con una catena che aveva trovato sotto il bancone. "Speriamo che resistano". Desimone prese la pistola e la caricò. Non aveva molti proiettili ma sperava che potessero bastargli per uscire da quella situazione. Aveva capito che non era necessario sparare; l’importante era fare molta attenzione e guardarsi bene alle spalle. Quegli esseri erano lenti e impacciati e forse questo poteva trarre in inganno, non dovevano sottovalutarli avevano abbastanza forza da riuscire a sopraffarlo soprattutto se erano diversi ad aggredirlo contemporaneamente. Si avvicinò alla porta e ne contò una dozzina. Si avvicinavano lentamente non sembravano più affamati, ma nonostante il passo lento e lo sguardo vuoto li vedeva avvicinare decisi e inesorabili.