TheDeadLivingNight

"Quando all'inferno non ci sarà più posto, i morti cammineranno sulla terra" - Dawn of the Dead - George A. Romero

 

 

Latrati nella notte

Post n°17 pubblicato il 07 Agosto 2006 da Chand79
Foto di Chand79

Il retro della stazione di servizio era illuminato da un paio di faretti appesi al muro. A circa 5 metri dalla porta posteriore una rete delimitava la proprietà, oltre la quale a una decina di metri un boschetto di conifere si inerpicava su un promontorio che per il buio era invisibile dall’altra parte della costruzione. Vide Catalano sulla sinistra sparire dietro l’angolo, lo seguì immediatamente con la pistola in mano. Svoltato anche lui l’angolo vide il ragazzino tremante e impaurito sopra una cisterna d’acqua. Sotto un cane, che, sulle zampe posteriori, cercava di arrampicarsi. Il cane, che aveva già visto al suo arrivo, sembrava indemoniato, aveva delle grosse ferite sanguinanti sulla schiena e sulla zampa posteriore destra, dalle sue fauci colava una rivoltante bava. Poco distante un altro cane era accasciato al suolo. Catalano si avvicinò alla cisterna.
"Lucky, via di lì! Bastardo di un cane!".
Il cane continuò a raschiare le pareti. L’uomo allora si avvicinò per cercare di portarlo via. "Stia lontano, è infetto" gridò Desimone. Ma Catalano aveva già afferrato il collare e spinse via il cane, ma questi girò rapidamente la testa e gli azzannò il braccio. L’uomo emise un urlo straziante. Giacomo cominciò a chiamare suo padre e ordinò a Lucky di mollare la presa. Desimone accorse con la mazza in mano e cominciò a colpire il cane. Quando questi allentò per un attimo la presa Catalano con un violento calcio gli fece fare un volo di un paio di metri. Ma subito l’animale si rialzo e fece per gettarsi nuovamente sull’uomo. Desimone fu lesto a colpirlo sulla testa con la mazza, facendolo stramazzare al suolo. Mise un piede sulla testa e dopo aver spezzato la mazza aiutandosi con l’altro piede, lo trafisse sopra la fronte con l’estremità spezzata. Giacomo salto giù e andò ad abbracciare suo padre piangendo. Catalano lo strinse con il braccio sano e lanciò improperi contro quel cane che non aveva mai sopportato ma che suo figlio invece amava.
"Rientriamo dentro, qui fuori è ancora pericoloso" disse Desimone guardando la ferita sul braccio di Catalano, consapevole di ciò che avrebbe comportato.

 
 
 

Uscita di emergenza

Post n°16 pubblicato il 18 Luglio 2006 da Chand79
Foto di Chand79

La prese in braccio e si allontanò dall’ingresso. Catalano che era rimasto di sasso di fronte a quello che vedeva, scosse leggermente la testa come per riprendersi.
"Ma che diavolo è quella cosa lì fuori?" chiese a Desimone indicando l’essere che aveva cominciato a dare deboli pugni contro il vetro.
"Non penso che sia una cosa naturale, non vorrei passare per pazzo, ma temo che quello che abbiamo di fronte sia uno..."
"...Zombie" s’intromise Khalifà che guardava quella creatura che cercava di venire dentro.
"Uno zo...?"
"Uno zombie" confermò con evidente preoccupazione Desimone, "un morto che chissà per quale motivo si rialza e continua a muoversi spinto dalla fame".
Catalano sembrava essere stato preso a schiaffi, aveva un’espressione inebetita e sconvolta allo stesso tempo.
"Cosa pensa stia succedendo?" chiese Khalifà a Desimone che nel frattempo aveva fatto distendere Nadia ancora priva di conoscenza.
"Non so che pensare, mi sembra tutto assurdo. So solo che non possiamo rimanere tutta la notte a guardare quel coso che cerca di entrare, per quel che ne sappiamo può anche non essere il solo. Ci sono altre uscite?".
"Nel retrobottega" rispose Catalano, e in quel momento la sua espressione si trasformò in una maschera di terrore. La sua faccia impallidì all’istante. Gocce di sudore imperlarono la sua testa semicalva. Pensò immediatamente a suo figlio. Giacomo dormiva nel retrobottega. Corse dietro il bancone, scostò la tenda di perline colorate e vi sparì dietro.
La stanza era buia, il divanetto su cui si era assopito Giacomo era vuoto, il cuscino era ancora sul bracciolo e la coperta riversa sul pavimento. La porta sul retro era aperta.
Un grido angosciante irruppe in quel silenzio. Catalano si sentì raggelare il sangue nelle vene, quella voce angosciante era di suo figlio. Desimone allarmato da quelle grida terrorizzate afferrò la pistola, prese una mazza da baseball dallo scaffale dei giocattoli.
"Resta qui con Nadia" indicando a Khalifà il fucile di Catalano che stava sul bancone, e sparì anche lui dietro la tenda.

 
 
 

Al di là del vetro

Post n°15 pubblicato il 05 Luglio 2006 da Chand79
Foto di Chand79

"C’è qualcuno lì fuori". Catalano aveva notato una sagoma che si avvicinava. Appena fu a pochi metri dall’ingresso Khalifà riconobbe l’amico di Nadia. "E’ ancora vivo! Apri" disse a Catalano che aveva ancora le chiavi tra le mani.
"Fermo" fece Desimone avvicinandosi anche lui all’entrata.
"E’ l’amico di Nadia, guardi è ferito dobbiamo farlo entrare" disse il giovane egiziano indicando la ferita al collo. A quelle parole Nadia si precipitò davanti gli altri e si mise a scuotere l’entrata cercando istintivamente di aprirla. "Gianni! Dobbiamo aprire, ha bisogno di aiuto" disse piangendo per la felicità.
"Nadia, mi spiace ma quello non è il tuo amico Gianni" disse Desimone portandogli una mano sulla spalla. "Ma che cazzo dici!" replicò la ragazza tirando l’entrata con più violenza. "Apri subito!" urlò a Catalano guardandolo con occhi spiritati.
Catalano era immobile, con lo sguardo fisso al di là del vetro. Guardava quello che sembrava un ragazzo poco più che ventenne, forse qualche anno più grande di Nadia. Aveva un aspetto inquietante, il suo sguardo era assente, gli occhi erano spenti, circondati da occhiaie molto scure. Aveva una brutta ferita alla spalla dalla quale doveva essere sgorgato molto sangue dato che la maglietta che inizialmente era bianca adesso aveva preso un colore scuro e raccapricciante. Riconobbe in lui il ragazzo che quella sera era entrato scherzando con Nadia. Proprio in quell’istante Nadia gli strappò via le chiavi, ma non ebbe neanche di provare a inserire la prima che Desimone la prese e la tirò via dalla vetrata.
"Quello non è più Gianni. Gianni è morto" disse scuotendola.
"Ha ragione" s’intromise mestamente Khalifà guardando Nadia che aveva ricominciato a piangere e a dimenarsi, "quella ferita gli ha fatto perdere molto sangue. Ma tutto ciò è assurdo" aggiunse rivolgendosi a Desimone che cercava di calmarla.
L’essere urtò contro la porta lasciando una scia di sangue sul vetro. Fecero tutti un passo indietro inorriditi da quella scena.
Nadia non si resse più in piedi, perse i sensi abbandonandosi nella stretta del poliziotto.

 
 
 

Logicamente irrazionale

Post n°14 pubblicato il 22 Giugno 2006 da Chand79
Foto di Chand79

Cercava di dare un senso a quello che temeva stesse accadendo. Aveva accuratamente controllato che l’amico di Nadia fosse morto, non soltanto come semplice controllo del caso, ma perché l’aggressore gli aveva insinuato un terrificante sospetto. Sapeva che quello che quello che stava pensando era assurdo. Pensava che certe cose facessero parte dell’immaginazione di scrittori e registi, e proprio perchè si era fatto una cultura in tal senso sapeva benissimo che la faccenda era fuori da ogni logica. Arrivò alla sua auto e frugò nelle tasche dei jeans tirando fuori di tutto ma non quello che cercava. Si chiese se per caso le chiavi non fossero nella giacca, ma l’aveva data a Nadia.
"Perché le cose si devono sempre complicare?".
Si chinò per afferrare una pietra che si trovava ai suoi piedi ma quando si rialzò sentì un tintinnio familiare. Nel modo di alzarsi le chiavi gli erano cadute in terra.
Aprì l’auto dal lato passeggero si sedette e aprì il vano portaoggetti. Tirò fuori una valigetta dove avrebbe dovuto tenere la pistola d’ordinanza, l’aprì e prese la scatola dei proiettili. Svuotò il contenuto della scatola nelle tasche laterali dei jeans. Uscì dall’auto, quella calma cominciava a dargli fastidio. Cominciò a camminare con passo veloce con la testa attraversata da brutti pensieri. A un tratto intravide un’ombra barcollante vicino l’automobile dei ragazzi che si dirigeva verso l’entrata del bar. Si mise a correre. Spalancò la porta rischiando di ridurre i vetri in pezzi. Gli altri saltarono in aria per la paura.
"Presto, chiuda l’entrata".
Catalano, ancora scosso da quell’irruzione, obbedì senza chiedere spiegazioni.
Prese sottobraccio Nadia e l’allontanò dall’ingresso portandola quasi all’ingresso delle toilette, da dove non era visibile l’ingresso.
"Che succede?" chiese la ragazza tremando per lo spavento. Credeva che il peggio che gli poteva mai capitare fosse già accaduto.
Desimone non rispose e cominciò a caricare la pistola.

 
 
 

Traccie preoccupanti

Post n°13 pubblicato il 20 Giugno 2006 da Chand79
Foto di Chand79

Chiese a Catalano qualcosa con cui coprire i cadaveri. Questi si abbassò sotto il bancone e prese due teli plastificati che pubblicizzavano i menù dei panini. "Questi non mi servono più" disse Catalano. Desimone li prese scuotendo la testa.
"Meglio di niente" disse.
Khalifà che nel frattempo si era bendato la spalla si avvicinò a Desimone, "l’aiuto io".
"Meglio di no, aspettatemi qui".
"La spalla è a posto adesso, non si preoccupi".
"Non è la tua spalla che mi preoccupa" disse chiudendo la porta dietro di sé.
"Cosa voleva dire?" si chiese Khalifà. Catalano alzò le spalle.
L’aria si era fatta pungente, la luna adesso sembrava più grande, era così luminosa da rendere invisibili le stelle che le stavano vicino nella volta del cielo. Tutto intorno si era fatto silenzio, nessuna auto che passava lungo l’autostrada. Anche il vento che prima sospingeva le foglie si era abbassato. Tutta quella tranquillità gli dava un senso di disagio.
Si diresse in direzione del luogo dell’aggressione mentre cominciava a spiegare un telo, ma a metà strada si rese conto che sul terreno c’era soltanto un cadavere. Si avvicinò di più e vide che era quello dell’aggressore. "Non può essere vero, non è possibile".
Si guardò intorno, sul suolo c’era ancora una larga macchia di sangue e altre più piccole che si allontanavano per circa tre metri prima di scomparire. Gettò per terra i due teli e corse in fondo al parcheggio in direzione della sua auto.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Chand79
Data di creazione: 04/04/2006
 

CULT

 

immagine

 

 

CIVICAMENTE VIVI

immagine

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963