beatitudineecastigo

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Piccola in un piccolo paese: un mattino di festa
La casa sull’ultimo pezzo di terra e roccia … poi il vuoto.Sveglia presto, aperti gli scuri, la cameretta si inonda di luce. La finestra inquadra quel paesaggio mozzafiato: laggiù la valle del Sangro, di fronte la Maiella.Ora siamo dall’altro lato della casa, il quadro cambia.La piazza, il vociare della gente già ai tavolini verde e argento del bar dello zio, la chiesa di fronte. I preparativi per il giorno di festa … sono in piedi sul davanzale interno, perchè mia madre possa più facilmente infilarmi il vestito, quello bello di tulle giallo pallido, con i pizzi, le sue mani sui miei biondi capelli, ad aggiustarne i boccoli.E la musica si avvicina sempre più … ci si sporge per vederla spuntare lassù dal colle. Eccola…la bandaaa!La musica diventa sempre più forte e le azioni più veloci. Devo essere pronta per il momento in cui i suonatori arriveranno nella piazza. Ed ogni volta è sempre sincronia.Corro di sotto e mi unisco al gruppo di bambini vestiti a festa. Il passo veloce, composto in una marcia, a seguire il suono degli strumenti, il battito delle mani a tenerne il ritmo, i visi nel sorriso più aperto.Nel paese la gente si affaccia a salutare la banda che sfila ...Ad ogni festa la stessa meraviglia.
Il primo, grande dolore

Due giorni dopo Natale, notte d’inverno in un silenzio assoluto.
Solo il rumore della lampada che oscillando, sospesa al centro della piazza, lascia ombre mobili 
sulla spessa coltre di neve. 
E quello ripetitivo della banderuola di ferro sul tetto della chiesa, che il vento fa roteare ritmicamente 
in un verso, poi nell’altro.
Difficile dormire.Qualcuno impietosito, abbracciandomi e tentando di rassicurarmi, mi permette 
di guardare fuori dalla finestra.
 Il viso appiccicato al freddo vetro. Nessuno in strada. 
"Dov’è mamma? Dov’è papà? Dove sono tutti?""Mamma e papà sono in chiesa"Oltre i finestroni della chiesa di fronte, illuminati da una fioca luce, la veglia per il mio fratellino 
di dieci anni e con lui, i miei familiari, per il più triste dei saluti.
Piccola bimba di fronte ad un dolore incolmabile … impossibile comprendere perché, nei giorni 
futuri, lui non sarebbe stato più con me.
Quando sei piccola la morte si concettualizza come assenza provvisoria, chissà quante volte avrò chiesto: “Quando torna?”. Non so perchè stamattina ho avuto bisogno di ripescare due lontani ricordi, già descritti nel vecchio blog ... un ricordo che mette il sorrido, un ricordo che duole.Forse perchè ho bisogno di nutrirmi di malinconia.