beatitudineecastigo

Post N° 81


Mi rendo conto che ho riempito la mia vita di lavoro.E’ il passaggio successivo al dolore.Per non costruire la vita che vorrei. Per tenere lontana ogni sorta di cambiamento.E’ che la vorrei davvero una vita diversa, prevale invece quella parte di me che si è chiusa in una staticità che non conoscevo prima.Da una vita intensa e bella, al punto di sentirmene in colpa, al nulla.E’ forse una sorta di autopunizione questa, pur sapendo perfettamente che non sono io quel qualcuno che avrebbe meritato di essere punito. Dopo aver destrutturato la mia mente con un bombardamento infinito di immagini e domande, il mio pensiero non va più ora a lui in alcun momento della mia giornata.Quando gli uomini ti fanno un male lancinante, ti umiliano, ti calpestano, solo perché, dopo averti amato, sei diventata una palla al piede per volare altrove, l’unica cosa che ti resta è rimuovere, azzerare, toglierli dalla mente. E non era quello che avresti voluto, perché non hai più nemmeno il passato.E, da troppo tempo, non riesci a vedere un futuro.Ho superato il dolore, ho superato la rabbia, c’è solo, ora, totale indifferenza.A volte lo vedo, capitano sempre situazioni per cui ancora ci si incontra, e mi ritrovo a guardarlo pensando che mai più potrei tornare con lui.Perché so già.Perché per me voglio qualcosa di assolutamente nuovo.Ne parlavo ieri con un’amica … “Se penso solo al fatto che un mare di stupide vivono felicemente i loro rapporti familiari, perché proprio a noi dovrebbe essere precluso un amore stupendo?”Non so davvero come, ma so che accadrà.