beatitudineecastigo

Post N° 106


Ieri sera mi sono dedicata ad un assoluto riposo, assaporarlo è in stretta relazione all’esiguo numero di volte che, ad ora non tarda, me lo concedo.Film leggero leggero, di quelli a splendido finale (ma che c****che ha avuto quella moglie, solitamente le cose vanno molto diversamente!), patatine da un lato, sigarette dall’altro, acqua rigorosamente frizzante sul comodino.Nessun incrocio mentale con il mondo fuori, se non per chiedermi chi abbia mandato quei fiori, sì perché ieri tornando a casa ho trovato un signore in attesa sul cancello (dove peraltro se il tizio non toglieva velocemente il suo furgoncino ho corso il rischio che qualcuno segnasse irreparabilmente la mia macchina e allora addio sportelli autoapribili … beh so che io sarei comunque sopravvissuta … l’erba cattiva muore raramente!) che, avvicinandosi nella penombra, mi chiede se quel nome scritto su un foglietto, corrisponda al mio, e mi allunga un delicatissimo bouquet. Mi dice, povero, che è un po’ che aspetta perché ha suonato all’altro campanello, senza peraltro ricevere risposta. La finestre dei miei vicini era naturalmente illuminate!“Fiori? E chi li manda?”“Ah, questo non saprei dirglielo!”Mi fa firmare. Interflora.Ieri sera non mi sono ovviamente soffermata a pensare ai miei vicini idioti, solo relax … mi ero imposta, ma non potevo di certo glissare sul chi possa ancora essere così (tristemente, stupidamente … o giustamente?) romantico da mandare fiori senza un biglietto e senza un nome. Non si firma chi crede sia superfluo farlo, chi sa di essere nel cuore o nella mente della persona a cui il messaggio è diretto. E’ che io non ho la più pallida idea di chi possa essere e questo un po’ mi dispiace. Per lui.Mi sono addormentata, tele e abatjour accesa, per svegliarmi poi in piena notte.Non sapendo che fare, ho acceso il computer, fatto un giretto fra blog maschili papabili, lasciato un commento su un blog di un’amica che avrà pensato”Ma che fa questa in giro alle 4 di mattino?”, per poi tornarmene a letto.Esaurite le ore di beatitudine e certa che il mio indirizzo l’abbiano davvero in pochi, un pensiero buio ha attraversato la mente:“Crime scene. Don’t cross”