Creato da amoildeserto il 08/12/2006

beatitudineecastigo

Blog per pochi. Sono gradite menti elastiche ed eleganti. Eleganti … di chi è capace di umiltà (non solo intellettuale). Elastiche … di chi ama il confronto. Non è quindi gradito chi ama autoincensarsi.

 

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Non più le stesse emozioni

Post n°95 pubblicato il 03 Gennaio 2008 da amoildeserto

Finito anche questo Natale, scivolato via senza quasi lasciar traccia.

Amavo le feste .. gli addobbi, le luminarie, il via vai di gente, l’aria che si respirava.

Uso spargere ancora qualche piccola, simbolica traccia nella mia casa, ma da qualche tempo è scomparsa la voglia di creare angoli fatati.

Il Natale dei ricordi è di certo più festoso, vero, significativo.




Da piccola vivevo fra i monti dove d’inverno eravamo sepolti dalla neve e la bufera ricopriva strade appena aperte.
Spesso il paese rimaneva isolato e arrivavano gli elicotteri a lanciare medicinali.
Di frequente capitava di ritrovare al mattino la casa ricoperta e, in attesa che mio padre e mio zio aprissero un varco, si usciva dalla finestra.
Fuori la neve … tanta … aria gelida e quel magnifico odore di legna dai camini.
Eravamo felici i miei fratelli, i miei cugini ed io che dividevamo la grande casa nella piazza … sempre fuori fra la neve, slittino e sci, senza sentire la rigidità di temperature impossibili.
Il Natale era momento di festa in quel paesaggio di monti e abeti ricoperti di un candido bagliore.
Il presepe … mio padre che abilmente manipolava carte, creando magnifici sfondi … la capanna, i monti, il laghetto di carta stagnola, le casette di cartone, statuette di terracotta dai colori tenui che trovavano posto fra il muschio. E quel cielo blu con stelle d’argento … a completare la magia!
L’albero ... grande, immenso e profumato, punteggiato di mandarini, torroncini e palline fragili e fatate che faticavano a resistere con quei sette bambini, sempre in movimento su e giù per le scale.
Sulla porta i rametti di agrifoglio raccolti nel bosco.
Mamma e zia preparavano il pranzo fatto di cose semplici. Odore di dolci e pasta al forno riempiva le stanze.
Completava il pranzo l’immancabile (ancor oggi insostituibile) torrone Nurzia.

Non c’erano regali e nessun Babbo Natale (i bambini del sud attendevano la Befana), c’erano però i soldini dei miei amatissimi nonni che avevano più valore di qualsiasi costosissimo regalo.



(rielaborazione di due vecchi post)

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Commenti al Post:
cjd
cjd il 03/01/08 alle 20:46 via WEB
Da piccoli tutto pareva enorme, anche le palle di vetro addobbi dell'albero di Natale e le statuine dei pastori nel Presepe. Ora si vede solo la nostra piccolezza davanti a tanto spreco. Buon Anno di pensieri sereni.
 
 
amoildeserto
amoildeserto il 03/01/08 alle 21:03 via WEB
Si vede soprattutto chi di spreco non potrà mai vivere. Buon Anno anche a te.
 
longu
longu il 03/01/08 alle 22:16 via WEB
Il torrone delle sorelle Nurzia, L’aquila. Solo il torrone biondo Bettacchi di Camerino lo eguagliava. Dipendeva dal miele e dall’acqua. Miele e acqua del Gran Sasso. Miele e acqua dei Sibillini. Natale in bianco e nero come le commedie di Eduardo. Il Natale, forse dovremo chiamarlo I NATALI, al plurale. Ogni civiltà ha una festa dove celebra i natali della propria società. E la nostra società è quella dei grandi magazzini e dei babbi natali precari che si mascherano per quattro soldi. È la società dell’usa e getta. Una società poco capace di intendere, piena di servi, disposti a seguire acriticamente qualsiasi "dio mediatico" appaia loro sorridente da un teleschermo. Teniamoci i nostri presepi, teniamoci le nostre befane, teniamoci le nostre identità montanare.
 
 
amoildeserto
amoildeserto il 03/01/08 alle 22:42 via WEB
La mia identità l'ho conservata tutta, nonostante da quei monti mi sia allontanata moooolti anni fa. Mi fanno una gran pena i bambini di questi tempi plasticosi, che non hanno nulla da desiderare e da ricordare.
 
amoildeserto
amoildeserto il 03/01/08 alle 22:44 via WEB
Non conosco il torrone Bertacchi ... provvederò ... ma è di cioccolata morbida?
 
 
amoildeserto
amoildeserto il 03/01/08 alle 22:46 via WEB
Ecco perchè non riesco a trovarlo ... Bettacchi :)))
 
   
longu
longu il 03/01/08 alle 23:15 via WEB
c'è il biondo morbido bianco tradizionale. poi c'è il capolavoro al cioccolato con all'interno un sottile strato di pan di spagna imbevuto di rum. una via di mezzo tra il babà e il tiramisu.
 
     
amoildeserto
amoildeserto il 04/01/08 alle 14:41 via WEB
Capolavoro davvero! Cercherò di trovarlo.
 
     
longu
longu il 04/01/08 alle 18:46 via WEB
www.bettacchi.com - ma gli acquisti, anche on line, sono riservati ai soli commercianti. domani però arriva mio fratello e gli chiedo informazioni anche se la nuova industria dolciaria Bettacchi si è trasferita nella zona industriale di Macerata. a Camerino però è rimasto l'antico negozio di famiglia.
 
     
amoildeserto
amoildeserto il 04/01/08 alle 19:51 via WEB
Ho già visto il sito ... fammi sapere. Qua ci sono però negozi dolciari specializzati, magari l'hanno. Grazie :)
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 03/01/08 alle 23:40 via WEB
Per un bambino i Natali legati alla sua infanzia sono sempre i più belli. Erano anni in cui si festeggiava in modo più semplice, Natali fatti di poche cose e tantissimo amore, di un clima festoso che animava la casa e che nel ricordo diventa insostituibile. Ma non sempre è così, io non ho un bel ricordo dei miei Natali da bambina, ma non perché eravamo poveri, ma perché in casa mia non c'era l'amore. Per questo da grande ho voluto che il Natale fosse un momento magico, per riprendermi l'amore che mi era mancato, i momenti da ricordare che mi erano stati rubati. Detesto l'aspetto consumistico di questa festa, è ovvio, ma ho bisogno della sua atmosfera incantata. E ho bisogno di dare ai miei bambini dei momenti da ricordare...
 
 
amoildeserto
amoildeserto il 04/01/08 alle 14:46 via WEB
Credo che tu faccia benissimo, sia per te che per i tuoi bambini ... le atmosfere incantate accompagnano sempre. Un abbraccio :)
 
legs_68
legs_68 il 04/01/08 alle 12:29 via WEB
è vero da me i doni per i bambini li portava la befana, ricordo l'anno in cui ricevetti la mia prima bici, con le rotelle ma era da cross ero felicissima pedalai in veranda tutto il giorno,ah ragazza, ti parlo di 34 anni fa! ti bacio, pat
 
 
amoildeserto
amoildeserto il 04/01/08 alle 12:43 via WEB
La mia prima bici fu invece un dono, giunto senza ricorrenze da festeggiare e in un giorno qualsiasi. Avevo sei anni e mezzo ed eravamo già qua. Ero appena tornata da scuola e i mie mi dissero di scendere con loro in cortile ... c'era una bellissima bici rossa con le rotelle! Una meravigliosa sorpresa! Ben più di 34 anni fa! Un bacio, Pat :)
 
atapo
atapo il 05/01/08 alle 18:07 via WEB
Anche quando ero piccola io non usava Babbo Natale e i doni arrivavano dalla Befana. Peccato che me li godessi solo un giorno, perchè il giorno dopo si tornava già a scuola...
 
 
amoildeserto
amoildeserto il 05/01/08 alle 21:34 via WEB
Quindi anche al nord? Sai che credevo Babbo Natale fosse più datato! Un altro giorno e si torna a scuola davvero ... non mi resta che pregare: Fà che questo sia un lungo, lunghissimo giorno!!! (non ho fatto pressochè nulla, quindi sarà lavoro a gogò!)
 
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Quel luogo incantato ...
Solenne città coloniale, splendida nella sua decadenza, atmosfera rarefatta, trasognata, aerea … il luogo dell’anima.
Camminare fra le stradine di ciottoli, ammirare la magnifica architettura delle case giallo-ocra, le splendide chiese, l’affascinante visione dei tre imponenti vulcani, Agua, Fuego e Acatenango, ha rappresentato per me la realizzazione di un sogno, neppur sognato.
Antigua il luogo dove vorrei vivere, non so se questo mai accadrà, mi sono però fatta la promessa di trascorrervi almeno un anno dei miei giorni.

 

LEI. FRIDA KAHLO

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In un articolo su Leon Trotskij, comparso su Frigidaire nei primi anni ‘80, venni per la prima volta a contatto con la figura di Frida Kahlo.
Mi parve da subito una donna di grande coraggio e intelligenza e decisi di approfondire attraverso alcune letture.
Moglie del più grande muralista messicano, Diego Rivera, ebbe, oltre la poliomelite, due gravi incidenti: il primo a 18 anni quando, in uno scontro fra un tram e l’autobus su cui viaggiava, rimase trafitta e ciò le comporterà nel corso degli anni la non possibilità di vivere la maternità e il dover subire un gran numero di interventi, fino all’amputazione di un piede prima, della gamba poi … il secondo … l’incontro con Diego, che lei soleva dire, a volte per scherzo, a volte per rabbia, essere stato un incidente decisamente più grave del primo!
Frida dipinse nelle opere, in modo crudo e aspro, ma al contempo dolce e delicato, la parte dolorosa della sua realtà.
Nonostante l’handicap e le grandi sofferenze è riuscita a vivere coraggiosamente, anche in modo estremo, giorni pieni di ideali, di passioni, di amori, di incontri.
E’ stata adorata da Diego e lo ha adorato nonostante i ripetuti tradimenti: non era, di questi, il rapporto fisico che la distruggeva, ma il tradimento mentale, la mancanza di lealtà e, in quelle sue ferite, penso ci si possano riconoscere e ritrovare molte donne.
Divorzieranno, si cercheranno di nuovo e si sposeranno ancora … fa venire alla mente i tanti rapporti indefiniti, a volte conflittuali, così difficili da recidere, coppie addomesticate, in cui nessuno riesce a fare a meno dell’altro, forse, per amore.
E’ stata amata da tanti per quella vivacità, trasparenza, duttilità e finezza mentale, che le hanno permesso di vivere e coltivare, nei momenti in cui tutto luccicava, i fiori del giardino della sua vita e di sostenere, con grande forza, la solitudine nei tanti momenti bui.
Fosse lo stesso per tutte quelle donne che, da regine, si ritrovano un giorno, non più accolte!
Nella sua casa, Casa Azul, ora museo, fra le sue cose, i suoi colori, le sue opere, si respira un’aria tersa, linda, che ti entra dentro e ti riempie l’anima .
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(scritto nel giorno del 50° della sua morte 13 luglio 1954 - 2004)


 

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