Creato da amoildeserto il 08/12/2006
beatitudineecastigo
Blog per pochi. Sono gradite menti elastiche ed eleganti. Eleganti … di chi è capace di umiltà (non solo intellettuale). Elastiche … di chi ama il confronto. Non è quindi gradito chi ama autoincensarsi.
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Post n°114 pubblicato il 23 Aprile 2008 da amoildeserto
Oggi è il compleanno di mio padre, 88 anni, ma si festeggia anche quello di mia madre, 85 anni.
Lui, il più grande dei figli, le maniche rimboccate prestissimo per quel papà morto quando aveva solo 9 anni, lei non ne aveva nemmeno 3 quando è rimasta senza mamma (ha poi avuto una nuova mamma … la nonna più cara del mondo).
Una vita, con poco, fra i monti.
La Guerra. Papà in Albania. Entrambe le case di famiglia distrutte. Lo sfollamento in una regione che hanno sentito ostile. Il matrimonio senza nulla. La ricostruzione.
Più tardi, la scelta di trasferirsi nonostante il buon lavoro di papà, ma in quel paese c’era solo la scuola elementare ed era per loro troppo importante farci studiare.
L’arrivo nella grande città, i sacrifici, le restrizioni, per dare a noi, tutto il possibile.
Mio padre che fino a due anni fa ancora guidava la sua macchina, sente ora ogni giorno di più il peso dei suoi anni, lui che macinava chilometri perchè fermo non ha mai saputo stare, si lamenta che nel suo percorso giornaliero per andare al mercato delle erbe, tutti lo sorpassano, prima era invece lui a sorpassare gli altri! Ha difficoltà nell’uso delle mani per quella brutta ferita di guerra e per quella caduta sugli scogli di due anni fa. Lui che ha sempre avuto una mente agilissima, sempre più spesso dice “Non mi ricordo”, ancor prima di tentare di ricordare.
Mia madre è ancora superattiva, casa splendente, ottimi pranzetti, ma qualche down, che poco abilmente tenta di nascondere, comincia a notarsi.
E ogni giorno che passo a trovarli, un pezzetto di loro manca ed il ritorno a casa è ogni volta meno sereno.
Continuano tuttavia la loro vita autonomamente, so che di questo dovrei essere contenta, ma mi è difficile accettare quel che l’avanzare degli anni inevitabilmente comporta. Ho una folle paura per ciò che può accadere agli altri, non altrettanto per quel che riguarda me.
So che i miei hanno fatto per noi tutto il possibile, davvero tanto, troppo, quel che di certo noi non saremmo stati capaci di fare e di questo li ringrazio.
Li ringrazio per quel grande cambiamento che hanno voluto nella e della loro vita, per ciò che hanno costruito e che ha aperto a noi la strada perchè anche la nostra vita possa essere oggi così come è.
Buon compleanno.
Da sinistra: mia sorella, mio padre, mia zia, mia madre.
Un'estate in montagna di molti anni fa.
Altro inaspettato dono trovato nel web
Lui, il più grande dei figli, le maniche rimboccate prestissimo per quel papà morto quando aveva solo 9 anni, lei non ne aveva nemmeno 3 quando è rimasta senza mamma (ha poi avuto una nuova mamma … la nonna più cara del mondo).
Una vita, con poco, fra i monti.
La Guerra. Papà in Albania. Entrambe le case di famiglia distrutte. Lo sfollamento in una regione che hanno sentito ostile. Il matrimonio senza nulla. La ricostruzione.
Più tardi, la scelta di trasferirsi nonostante il buon lavoro di papà, ma in quel paese c’era solo la scuola elementare ed era per loro troppo importante farci studiare.
L’arrivo nella grande città, i sacrifici, le restrizioni, per dare a noi, tutto il possibile.
Mio padre che fino a due anni fa ancora guidava la sua macchina, sente ora ogni giorno di più il peso dei suoi anni, lui che macinava chilometri perchè fermo non ha mai saputo stare, si lamenta che nel suo percorso giornaliero per andare al mercato delle erbe, tutti lo sorpassano, prima era invece lui a sorpassare gli altri! Ha difficoltà nell’uso delle mani per quella brutta ferita di guerra e per quella caduta sugli scogli di due anni fa. Lui che ha sempre avuto una mente agilissima, sempre più spesso dice “Non mi ricordo”, ancor prima di tentare di ricordare.
Mia madre è ancora superattiva, casa splendente, ottimi pranzetti, ma qualche down, che poco abilmente tenta di nascondere, comincia a notarsi.
E ogni giorno che passo a trovarli, un pezzetto di loro manca ed il ritorno a casa è ogni volta meno sereno.
Continuano tuttavia la loro vita autonomamente, so che di questo dovrei essere contenta, ma mi è difficile accettare quel che l’avanzare degli anni inevitabilmente comporta. Ho una folle paura per ciò che può accadere agli altri, non altrettanto per quel che riguarda me.
So che i miei hanno fatto per noi tutto il possibile, davvero tanto, troppo, quel che di certo noi non saremmo stati capaci di fare e di questo li ringrazio.
Li ringrazio per quel grande cambiamento che hanno voluto nella e della loro vita, per ciò che hanno costruito e che ha aperto a noi la strada perchè anche la nostra vita possa essere oggi così come è.
Buon compleanno.
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Ma allora, il mio è un ...
Splendido!
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Solenne città coloniale, splendida nella sua decadenza, atmosfera rarefatta, trasognata, aerea … il luogo dell’anima.
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LEI. FRIDA KAHLO
In un articolo su Leon Trotskij, comparso su Frigidaire nei primi anni ‘80, venni per la prima volta a contatto con la figura di Frida Kahlo.
Mi parve da subito una donna di grande coraggio e intelligenza e decisi di approfondire attraverso alcune letture.
Moglie del più grande muralista messicano, Diego Rivera, ebbe, oltre la poliomelite, due gravi incidenti: il primo a 18 anni quando, in uno scontro fra un tram e l’autobus su cui viaggiava, rimase trafitta e ciò le comporterà nel corso degli anni la non possibilità di vivere la maternità e il dover subire un gran numero di interventi, fino all’amputazione di un piede prima, della gamba poi … il secondo … l’incontro con Diego, che lei soleva dire, a volte per scherzo, a volte per rabbia, essere stato un incidente decisamente più grave del primo!
Frida dipinse nelle opere, in modo crudo e aspro, ma al contempo dolce e delicato, la parte dolorosa della sua realtà.
Nonostante l’handicap e le grandi sofferenze è riuscita a vivere coraggiosamente, anche in modo estremo, giorni pieni di ideali, di passioni, di amori, di incontri.
E’ stata adorata da Diego e lo ha adorato nonostante i ripetuti tradimenti: non era, di questi, il rapporto fisico che la distruggeva, ma il tradimento mentale, la mancanza di lealtà e, in quelle sue ferite, penso ci si possano riconoscere e ritrovare molte donne.
Divorzieranno, si cercheranno di nuovo e si sposeranno ancora … fa venire alla mente i tanti rapporti indefiniti, a volte conflittuali, così difficili da recidere, coppie addomesticate, in cui nessuno riesce a fare a meno dell’altro, forse, per amore.
E’ stata amata da tanti per quella vivacità, trasparenza, duttilità e finezza mentale, che le hanno permesso di vivere e coltivare, nei momenti in cui tutto luccicava, i fiori del giardino della sua vita e di sostenere, con grande forza, la solitudine nei tanti momenti bui.
Fosse lo stesso per tutte quelle donne che, da regine, si ritrovano un giorno, non più accolte!
Nella sua casa, Casa Azul, ora museo, fra le sue cose, i suoi colori, le sue opere, si respira un’aria tersa, linda, che ti entra dentro e ti riempie l’anima .
(scritto nel giorno del 50° della sua morte 13 luglio 1954 - 2004)
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