SviluppoTricerebrale

la storia qui riportata proviene dal mali scritta dal mio fratello di essenza..


Quanti siete in questa piroga notturna, i vostri occhi ed i vostri denti brillano nella notte, sguardi e sorrisi increduli accarezzati da un filo di luna,io vi aspetto da un giorno ed una notte, e ho visto tramontare due volte il sole qui ad Akka, accanto ai gendarmi, seguito nelle mie avide esplorazioni crepuscolari da folle eccitate di bambini che volevano conoscere le magiche proprietà di questa chiara pelle che indosso, già, io “annassara”, nazareno come chi da duemila anni...vi fa ridere annassara tra voi, in mezzo ai vostri sacchi di miglio, sorgo, pesce seccato, i fumi dei vostri thé e questi pentoloni di riso, esoterico seme che calma i morsi della vostra secolare fame,da quanto lontano arrivate, quanta pazienza, quanti rassegnati sorrisi benefici mi regalate, i miei occhi vedono i vostri gesti antichi ed amorevoli, in queste briciole che restano della notte ci sono ancora briciole di emozione, nazareno tra i mandinghiSulla trave centrale il mio corpo riposa, ancora scorto da sguardi curiosi che s’incrociano in cerca di approvazione, per condividere tra compagni di viaggio quest’inusuale episodio, “l’hai visto anche tu come riposa il bianco, allungato sulla trave...”; le vostre timide movenze a me liete sono la cura d’un’atavica stanchezza che arriva dalle retrovie di secolimmagini, e anche a me viene da sorridere, annassara tra voi sonrai la testa pende a filo d’acqua, acqua di fiume, o acqua dell’unico grande fiume, che dopo tante pioggie da queste parti si chiama lago... il Lac Debò, ferile delta d’un immenso Niger stagionale, Niger fiume che dopo le piogge imita il mare, Niger ai tuoi bordi palpita la vita, da secoli uguale a sè stessa, immagini fedeli del passato si muovono al ritmo dettato dagli antenati, pescatori da sempre che solcano le acque con legni affumicati, lancio di reti circolari, reti che sulle sponde i vecchi rammendano silenziosamente, forse arte ormai genetica, ripetersi di riti, continuità sconosciuta a noi nazareni dell’occidente, io incredulo e ridente, io che a stento ricordo i padri dei miei padri, annassara tra i bozò.Nei mesi secchi è una sabbiosa landa il Lac Debò, spezzata da qualche spinoso stoico albero anfibio, che oggi sommerso a metà mostra il suo ciuffo di chioma, come uomini in apnea, un apnea di 8 mesi l’anno, ognuno resiste a modo suo...la storia non é finita fratello, ma volevo la leggessi.Fa