Espacio de Keta

Elisabetta I (La Vergine Regina) 1533 - 1603


L' educazione ai tempi di Elisabetta  Comincio nel dire che a quei tempi vi era una concezione abbastanza forte sul posto occupato dall'uomo e dalla donna...cui la donna era succube...L'educazione morale delle fanciulle richiedeva speciali direttive essendo radicata convinzione nella mentalità del sedicesimo secoloche le donne sono di gran lunga inferiori agli uomini nell apropensione al bene e alle virtù, oltre che per intelligenza e capacità di giudizio. L'educazione di Elisabetta era stata impartita da Kat Ashley, dandole nozioni sul latino, sulla conoscenza di San Gregorio e altri Padri della Chiesa. Uno scrittore di quei tempi scrisse che i bambini <>. Obbedienza servile ai genitori, precoce serietà, modestia e compensato decoro: questi erano i tratti distintivi di un bambino ammodo. I genitori erano trattati con una devozione analoga alla riverenza religiosa. Soltanto Dio e i genitori, si insegnava ai figli, andavano supplicati su entrambe le ginocchia. I piccoli ostinati e testardi era normalmente costretti a trascinarsi dai genitori in ginocchio, scorticandosi la pelle lungo le gallerie dei Tudor per penitenza. In un manuale per genitori  (1530-1540) raccomandava che i figli <>, restii a sottomettersi a questo rituale, fossero <> sino a ridurli all'obbedienza; se troppo grandi per le sferzate erano esposti all'ingiuria generale e tutti gli occupanti della casa avrebbero lanciato loro insulti come si usava per i criminali comuni. Talvolta ci si rivolgeva ad un magistrato, ma per alcuni era esagerato preferendo la massima <>. le botte erano viste come <>, in grado di estirpare l'innata inclibnazione del bambino al vizio e alla sregolatezza. Anche i bambini più composti ed educati venivano presi a pizzicotti, sberle e schiaffi quando la loro perfezione vacillava.  Quello di Elisabetta era un padre severo e all'antica, scriveva <>.ERASMO - CONTROLLO DEL CORPOEra indecoroso strascicare i piedi o dimenare le dita ma anche roteare gli occhi o indugiare in confusa perplessità. Le braccia non dovevano dondolare oziose, ma trovare qualche utile occupazionecui attendere, magari l'esercizio dell'inchino <>, piegando prima il ginocchio destro poi il sinistro. Quando si restava in piedi le gamb edovevano restare unite : non come in Italia dove tutti stavano su una gamba come le cicogne. E nel camminare il bambino doveva mantenere un'andatura grave e decorosa, non troppo veloce da perdere di dignità, nè troppo lenta da suggerire indolenza. Nell'esprimersi dovevano usare termini concisi, diritti al punto. Il silenzio era preferibile alla parola nei primi anni di età, ma se un adulto si rivolgeva ad un bambino, questi era tenuto a rispondere alla maniera più appropriata parlando, come spiegava Erasmo, di Dio ai preti, della salute ai dottori e del disegno ai pittori.REGOLE DELLA BUONA CREANZA  A TAVOLAOrdine e discrezione erano essenziali. Pulirsi le mani sulle maniche o sulla tovaglia di lino era imperdonabile. Per l'intera durata del pranzo di dovevano indossare i copricapi, per evitare che i capelli cadessero nelle portate.AUTOCONTROLLOIl riso, insegnava Erasmo, era segno di sconsideratezzao malvagità d'animo o, nei casi estremi, di pura follia. Arricciare i naso, fare smorfie, piegare la bocca era indecoroso o anche starnutire, tirare su col naso,per lo starnuto vi era u rito da considerare...ossia se un adulto starnutiva, il bambino doveva levarsi il cappello e dire << Cristo Vi aiuti>> o << Cristo abbia pietà di Voi>>. Se era unbambino a starnutire, doveva voltare le spalle ai compagni, e dopo farsi il segno della croce sulle labbra.Elisabetta passava lunghe ore a cucire, molte di più ne trascorreva nell'aula scolastica, sempre sotto la guida di Kat. Era dotata di un'intelligenza brillante e di una buona memoria; le lingue il fulcro della sua educazione umanistica, erano il suo pane. Probabilmente riusciva a leggere già all'età di cinque o sei anni, allora aveva preso già lo studio della seconda lingua: il latino. Passando poi alla Bibbia, Cesare, Cicerone. Elisabetta non fu educata a onorare particolari dottrine, quanto a credere profondamente alle verità fondamentali del cristianesimo: l'incarnazione, la morte e la resurezione di Gesù, il miracolo del pane e del vino consumati in sua memoria, la promessa di un sereno aldilà. Quando disobbediva, le veniva ricordato del paradiso edell'inferno, del << mostro peloso e cornuto che cattura i bambini cattivi nell'oltretomba>> e di come <> Fine della storia.