Le preferenze sessuali delle persone dovrebbero essere esclusivamente affar loro, ma poi in pratica ci sono situazioni in cui un filo d'imbarazzo può affiorare. Per lo meno, a me a volte succede. Una mia amica a cui l'ho raccontato dice che ciò rivela qualche traccia di omofobia. A me non pare, però è vero che a volte ci sono situazioni in cui rimango un po' interdetto.
Negli ultimi giorni, ho ben tre esempi da citare. In tutti e tre i casi, l'interlocutore è un collega gay (tre persone diverse, si intende), di quelli che non fanno nulla per nasconderlo ma al tempo stesso nemmeno se ne è mai parlato in esplicito.
Primo caso: il collega A mi sta perorando la sua causa, individua un rischio potenziale che il merito di un suo risultato possa essere usurpato da un altro collega, e per chiarirmi la cosa mi dice: "non voglio essere io quello che alla fine lo prende nel **** (in quel posto)".
Secondo caso: mi sto lamentando col collega B, perché non mi ha passato un'informazione che mi avrebbe evitato una brutta figura, ma fa lo gnorri e allora insisto. Risposta: "dai, adesso non farmi la donna isterica".
Terzo caso: in un'occasione importante arriva il collega C con vistoso giubbotto di pelle. Io, per prenderlo in giro: "bello quel giubbottino di finta pelle". E lui, rispondendo allo scherzo: "altro che finta pelle, questa è vera pelle di prepuzio".
È normale una certa esitazione (per così dire) da parte mia in questi casi oppure ha ragione quell'antipatica della mia amica?
Inviato da: germana_cdb
il 14/03/2012 alle 23:32
Inviato da: molinaro
il 12/10/2009 alle 11:38
Inviato da: lucrezya62
il 29/07/2009 alle 11:29
Inviato da: atapo
il 24/07/2009 alle 16:39
Inviato da: lucrezya62
il 03/07/2009 alle 09:28