Se quelle testine di cazzo di piromani oggi se ne stanno a casetta loro forse riesco a scriver qualche cosa o almeno a rilassarmi un gocciolino. Leggendo in giro si incappa spesso anzi spessissimo in ragionamenti scatuiti o suffragati da statistiche e numeroni. Fin dal Liceo mi è stato chiaro quanto fosse 'snumerata' la nostra società, convinzione che è andata col tempo rafforzandosi di pari passo con lo studio. Tra i moltissimi errori che si commettono ne vorrei commentare uno, non perchè più importante ma solo perchè 'frequente'. Nello scrivere o nel commentare i vizi e le virtù della società 'moderna', anche qui nel bel paese si parte da dati raccolti in nazioni a noi solo apparentemente simili, di solito infatti si prendono statistiche riferite alla socità inglese o statunitense. Queste vengono pubblicate dal istituti di quei paesi e in quei paesi effettuate eppure servon da fondamenta per costruire giudizi sulla 'nostra' società. Al di la del lato puramente tecnico delle rilevazioni, la loro attendibilità statistica, le metodologie e la qualità del prodotto fornito da troppi e troppo 'alacramente produttivi' istituti, c'è di solito un errore iniziale che di per se inficia tutto il resto. Ad esempio, se intendo parlare dell'obesità nei giovani tra i 10 e 18 anni nella nostra società non posso iniziare il discorso partendo da dati che si riferiscono ai giovani inglesi o statunitensi. Per quanto globalizzati possano essere i nostri adolescenti, fin dalla nascita sono immersi in famiglie diverse con diversi usi, religioni, alimentazione, relazioni parentali, sport praticati, scuole, clima e abitudini. Diversi, decisamente diversi da quelli utilizzati per far partire il discorso, assolutamente diversi ben oltre le apparenze e i luoghi comuni. Della 'snumeratezza' si potrebbe parlare noiosamente per ore, io mi limito a dire che un uso più accurato e 'insegnato' dei numeri sarebbe uno strumento utile per far crescere meglio anche le coscenze nostre e dei nostri figli. Non parlo di "di due più due fa sempre quattro" ma dell'uso dei numeri dal più al meno infinito con tutto l'imperfetto universo tra essi compreso.
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Se quelle testine di cazzo di piromani oggi se ne stanno a casetta loro forse riesco a scriver qualche cosa o almeno a rilassarmi un gocciolino. Leggendo in giro si incappa spesso anzi spessissimo in ragionamenti scatuiti o suffragati da statistiche e numeroni. Fin dal Liceo mi è stato chiaro quanto fosse 'snumerata' la nostra società, convinzione che è andata col tempo rafforzandosi di pari passo con lo studio. Tra i moltissimi errori che si commettono ne vorrei commentare uno, non perchè più importante ma solo perchè 'frequente'. Nello scrivere o nel commentare i vizi e le virtù della società 'moderna', anche qui nel bel paese si parte da dati raccolti in nazioni a noi solo apparentemente simili, di solito infatti si prendono statistiche riferite alla socità inglese o statunitense. Queste vengono pubblicate dal istituti di quei paesi e in quei paesi effettuate eppure servon da fondamenta per costruire giudizi sulla 'nostra' società. Al di la del lato puramente tecnico delle rilevazioni, la loro attendibilità statistica, le metodologie e la qualità del prodotto fornito da troppi e troppo 'alacramente produttivi' istituti, c'è di solito un errore iniziale che di per se inficia tutto il resto. Ad esempio, se intendo parlare dell'obesità nei giovani tra i 10 e 18 anni nella nostra società non posso iniziare il discorso partendo da dati che si riferiscono ai giovani inglesi o statunitensi. Per quanto globalizzati possano essere i nostri adolescenti, fin dalla nascita sono immersi in famiglie diverse con diversi usi, religioni, alimentazione, relazioni parentali, sport praticati, scuole, clima e abitudini. Diversi, decisamente diversi da quelli utilizzati per far partire il discorso, assolutamente diversi ben oltre le apparenze e i luoghi comuni. Della 'snumeratezza' si potrebbe parlare noiosamente per ore, io mi limito a dire che un uso più accurato e 'insegnato' dei numeri sarebbe uno strumento utile per far crescere meglio anche le coscenze nostre e dei nostri figli. Non parlo di "di due più due fa sempre quattro" ma dell'uso dei numeri dal più al meno infinito con tutto l'imperfetto universo tra essi compreso.