PCL Sezione di TO

Post N° 31


E' con profondissima tristezza che vi informiamo della morte, sabato mattina, poco prima delle 11, del compagno Vito Bisceglie della Direzione del nostro partito e coordinatore regionale del Piemonte.Il compagno si è spento in conseguenza di un tumore contro cui lottava da diversi anni con grande coraggio, mantenendo fino alla fine un ruolo centrale come dirigente nazionale del partito, ma anche come dirigente locale, non mancando praticamente, come moltissimi compagni sanno, alcun impegno: dagli articoli per il nostro giornale; a documenti di analisi e proposta politica sia su questioni sindacali che di politica internazionale (terreno su cui era particolarmente impegnato, ultimamente partecipando alla preparazione delle iniziative di boicottaggio della Fiera del Libro di Torino, per il suo carattere filosionista); alla partecipazione alle manifestazioni; ai volantinaggi davanti alle fabbriche.Vito era nato in Puglia nel 1943 ed era emigrato a Torino bambino con la sua famiglia. Giovane operaio si era iscritto alla Federazione Giovanile del PCI alla fine degli anni '50. Rapidamente in conflitto con la politica riformista della burocrazia era entrato in contatto con la sezione italiana del Segretariato Unificato della IV internazionale, diretta da Livio Maitan, che allora praticava il cosiddetto "entrismo sui generis" nel PCI, e vi aveva aderito. Lì si era formato rapidamente come quadro dirigente operaio trotskista. Sul terreno della lotta operaia in senso stretto era, nel 1962, uno dei protagonisti dei famosi "fatti di Piazza Statuto", cioè l'assalto di migliaia di operai infuriati per un contratto bidone, non firmato dalla CGIL, alla sede provinciale della UIL torinese. Quando nel 1968, la politica opportunista e rinunciataria di Maitan portò ad un tracollo dell'organizzazione trotskista in Italia, Vito fu uno dei pochi quadri dell'organizzazione che non si lasciò attrarre dalle sirene maoiste e/o spontaneiste, e contribuì in maniera importante al difficile e minoritario compito di ricostruzione dell'organizzazione (i Gruppi Comunisti Rivoluzionari) questa volta su basi indipendenti. Nel contempo era uno dei protagonisti dell'autunno caldo (lavorava come operaio specializzato alla Nebiolo) e nel 1970 entrava a far parte, primo marxista rivoluzionario nel dopoguerra, del Comitato Centrale della FIOM.Nell'ambito dei GCR si contrapponeva sempre più apertamente al revisionismo teorico e all'opportunismo pratico della maggioranza maitaniana, creando insieme a Roberto Massari, sul piano nazionale ed anche internazionale una corrente di opposizione sotto il nome di Tendenza (poi Frazione) Marxista Rivoluzionaria. Per queste sue posizioni veniva con metodi scorretti marginalizzato dalla maggioranza maitaniana dei GCR, proprio nel momento in cui subiva un licenziamento politico alla Nebiolo (dopo un breve periodo come funzionario FIOM, rientrava poi in produzione alla DEA, sempre nel settore metalmeccanico). Rotto con i GCR e poi con Massari, a causa delle oscillanti posizioni di quest'ultimo, per alcuni anni Vito sviluppava una attività politica centrata su Torino con diversi compagni attorno a lui. Con alcuni di questi alla metà degli anni '90 entrava nell'allora Associazione Proposta ( animatrice della sinistra rivoluzionaria del PRC e antesignana del PCL) e conseguentemente in Rifondazione. Diveniva da subito un  dirigente centrale inserito nella direzione di quella che era divenuta la Associazione Marxista Rivoluzionaria  e grazie alla battaglia antiriformista nel PRC, -che dirigeva nella situazione in cui la nostra corrente otteneva i maggiori consensi di voto congressuale- entrava nel CPN e nella Direzione di Rifondazione. Era così, al momento della scissione, una dei sette promotori nazionali della nascita del movimento costitutivo del nostro partito, nel cui ambito il suo ruolo è come detto ben conosciuto a tuttiDa sempre impegnato con ruolo centrale nella battaglia internazionale, da ultimo nel CRQI, era stato uno dei delegati della AMR al suo congresso costitutivo a Buenos Aires nell'aprile del 2004. Quadro dirigente operaio rivoluzionario trotskista, sindacalista classista (ultimamente, ormai pensionato, era attivo nella rete 28 aprile), costruttore organizzativo, sempre convinto della centralità operaia, ma attento e partecipe di altri movimenti, con l'ottica della costruzione dell'egemonia marxista rivoluzionaria, Vito lascia un vuoto, umano e politico, difficilmente colmabile.Ci stringiamo a sua moglie  Caterina, nostra militante e compagna di una vita, a sua figlia Anna, dirigente di "Socialismo Rivoluzionario", e ai/lle compagni della sezione di Torino.Il miglior modo per ricordarlo e prendere esempio dalla coerenza di una vita di impegno politico che non si è mai piegato di fronte alle avversità e agli insuccessi e portare avanti la costruzione del PCL , come strumento per la rivoluzione socialista.Non lo dimenticheremo.Il Comitato Esecutivo del PCLhttp://picasaweb.google.it/pcltorino/FuneraliVito?authkey=eWBZPn9AeMQ