PCL Sezione di TO

Post N° 49


 COMITATI UNITARI DI LOTTAINSEGNANTI, GENITORI, ATA, STUDENTI, PRECARI:Ci vuole uno  sciopero di più giorni per difendere la scuola pubblicaCi vuole una piattaforma generale per difendere i nostri diritti,opporsi all’autoritarismo del governo  e cacciare Berlusconi Da settimane in tutto il paese la protesta partita dalle scuole materne e dalle elementari  sta dilagando nelle università e nelle scuole superiori, soprattutto per l’irrompere degli studenti.Lo sviluppo del movimento è sempre più rapido e sicuro, tanto da provocare reazioni repressive e autoritarie da parte del governo. Come ad esempio  le dichiarazioni antidemocratiche  del ministro Sacconi contro il diritto di sciopero  dei lavoratori nella scuola e nel pubblico impiego, quelle della Gelmini contro le famiglie che civilmente coinvolgono i propri figli nelle decisioni sul loro futuro o il ricorso ad azioni militari di polizia e carabinieri contro gli studenti che manifestano democraticamente la propria radicale opposizione alla crisi verticale del capitalismo. Il Partito Comunista dei Lavoratori dopo avere partecipato attivamente allo sciopero del 17 ottobre indetto dal sindacalismo di base, sostiene la necessità di trasformare lo sciopero di CGIL CISL e UIL del 30 ottobre in una nuova occasione di lotta radicale e unificante di tutto il mondo della scuola. Il movimento dei comitati genitori/insegnanti/ATA, degli studenti medi e universitari ha già dimostrato di avere la forza per lanciare autonomamente una piattaforma alternativa a quella della casta sindacale responsabile delle sconfitte.Dalle università e dalle scuole un nuovo movimento può riprendersi le piazze, in modo indipendente dall’insana  illusione di riforme impossibili e democraticamente autogestito al suo interno. Sono i comitati a dovere prendere in mano l’iniziativa e a fare irrompere sulla scena i genitori, padri e madri, nella loro qualità di disoccupati, precari o lavoratori più o meno stabili.A potere lanciare una piattaforma UNIFICANTE per la difesa dei 5 diritti fondamentali per il futuro dei giovani e dei lavoratori (ISTRUZIONE, SALUTE, CASA, LAVORO E SALARIO) e un appello all’unità di tutti i settori colpiti, così come di tutte le forze  sociali e politiche che si vogliono opporre coerentemente alla ristrutturazione selvaggia della scuola e università pubblica.E’ tempo di  occupare in tutta Italia le università, le scuole superiori e dell’obbligo. Di regolare attorno a scadenze di lotta nazionali il calendario delle iniziative quartiere per quartiere, comune per comune, scuola per scuola. Dopo gli scioperi del 17, del 30 ottobre e quello del 14 novembre nelle università, si può prospettare per il 15 novembre una giornata nazionale unificante di mobilitazione in tutte le città. Una giornata in cui il movimento della scuola potrà verificare la propria forza di attrazione nei confronti dell’intera società lavoratrice e giovanile  sulla base di  una autonoma  piattaforma di lotta.Una giornata che, insieme ai tre scioperi di massa, può favorire lo sviluppo di una mobilitazione alla francese: duratura, radicale, estesa fino alla sconfitta e alla cacciata perpetua del governo Berlusconi. Chiediamo·         L’abrogazione del decreto sul MAESTRO UNICO, delle leggi che tagliano fondi, scuole e personale e dell’apartheid dentro le classi·         Un piano di investimenti straordinario per l’università e la scuola, in particolare per il meridione, con l’estensione del tempo pieno e con meno alunni per classe, finanziato dalla tassazione di profitti, rendite e dall’abolizione dei privilegi fiscali del vaticano ·         L’assunzione stabile del precariato  (“altrochè 200.000 posti in meno”)·         L’abolizione totale di tutti i finanziamenti alla scuola confessionale e privata·         La gratuità di libri di testo qualificati per gli studenti della scuola pubblica·         Una riforma della scuola a favore di una società non più basata sul profitto, ma giusta e egualitaria