PCL Sezione di TO

BASTA CON I LICENZIAMENTI


BASTA CON I LICENZIAMENTIBASTA REGALI FINANZIARI A GRANDI IMPRESE E BANCHE NAZIONALIZZARE LE AZIENDE IN CRISI SENZA INDENNIZZO PER I GRANDI AZIONISTI SOTTO IL CONTROLLO DEI LAVORATORI  La crisi capitalistica si abbatte sulle condizioni di milioni di lavoratori. In Italia migliaia di aziende, a partire dalle più grandi (Fiat, Telecom, Sevel….), programmano per il 2009 la cancellazione di un milione di posti di lavoro. La vicenda Alitalia ha fatto scuola.Quelle stesse imprese che per vent'anni hanno beneficiato di gigantesche regalie pubbliche, della precarizzazione del lavoro, di salari da fame,chiedono oggi ai lavoratori di pagare i costi della loro crisi. E chiedono alla stato un'altra montagna di risorse pubbliche, a spese dei contribuenti. Il governo Berlusconi acconsente (con l'avallo del PD): e anche per questo taglia sulla scuola, sulla sanità, sui servizi, mentre non trova un euro per i salari. Le direzioni sindacali balbettano: tra chi sostiene spudoratamente padronato e governo CISL e UIL), e chi dissente passivamente senza promuovere una lotta vera a sostegno di una vera alternativa ( CGIL). Le sinistre "criticano", ma non indicano soluzioni e prospettive. In queste condizioni, si rischia un nuovo drammatico arretramento  delle condizioni del lavoro in Italia. Il PCL propone a tutto il mondo del lavoro, a tutte le sue organizzazioni sindacali, a tutte le sinistre, una lotta vera e unitaria contro il padronato e il suo governo, sulla base di un programma di svolta che metta in discussione il potere del profitto e le sue leggi. In primo luogo c'è l'esigenza di una vertenza generale e unificante di lavoratori, precari, disoccupati, attorno ad una  piattaforma immediata di lotta che affronti l'emergenza. E che rivendichi ,a carico dei profitti e delle grandi ricchezze: ·        Il blocco generale dei licenziamenti.·        Il diritto alla cassa integrazione per tutti i lavoratori, con la copertura dell'80% del salario.·        L'abolizione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro e l'assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari.·        Il permesso di soggiorno a tutti i lavoratori immigrati.·        La riduzione generale e progressiva dell'orario di lavoro per redistribuire fra tutti il lavoro che c'è.·        Un aumento generale di salari e stipendi di 300 euro netti mensili e un salario minimo intercategoriale di almeno 1300 euro netti mensili.·        Una vera indennità di disoccupazione di almeno 1000 euro netti mensili, cui allineare il livello minimo di pensione. ·        L'abbattimento dei mutui usurai e la restituzione di fondi pensione ai lavoratori e alla previdenza pubblica. ·        Un grande piano di lavori pubblici socialmente utili e sotto controllo sociale (edilizia scolastica e popolare, risanamento ambientale, servizi pubblici…) Solo l'insieme di queste misure può proteggere la condizione delle masse popolari di fronte al ciclone della crisi e avviare un riscatto sociale dopo vent'anni di sacrifici. Solo una lotta generale e a oltranza per queste misure può ricomporre l'unità del blocco sociale alternativo e strappare miglioramenti parziali ! Ma questo piano d'emergenza richiede una svolta complessiva. Non solo la restituzione al mondo del lavoro di quei 130 miliardi di euro che in vent'anni sono passati dai salari ai profitti. Ma la fine di ogni nuova regalia a industriali e banchieri. A chi dice che bisogna continuare a ingrassare capitalisti e banchieri per " difendere i lavoratori e i risparmiatori" rispondiamo che i lavoratori e i piccoli risparmiatori possono fare a meno di industriali e banchieri. Che se i capitalisti licenziano i lavoratori, i lavoratori possono licenziare i capitalisti : nazionalizzando le aziende in crisi sotto controllo operaio, e riorganizzando l'intera economia su basi nuove. Proponiamo una lotta generale per la nazionalizzazione delle aziende in crisi e/o che licenziano. Senza indennizzo per i grandi azionisti : perché si sono già indennizzati da soli con anni di sfruttamento e rapine. Sotto il controllo dei lavoratori: perché sono i lavoratori che possono prendere in mano le aziende, a tutela dei propri posti di lavoro, per riorganizzare la produzione e i servizi;  collegandosi  settore per settore, attorno a un piano economico da loro definito. E' una rivendicazione troppo "drastica"? E' meno drastica della fame e dei licenziamenti.E' una rivendicazione" anomala"? No, è fatta propria da settori d'avanguardia del movimento operaio in diversi Paesi,  dall'Argentina alla Francia; perché non raccoglierla?E' una rivendicazione" impossibile"? No. Semplicemente mette in discussione l'attuale dittatura di un pugno di capitalisti e di banchieri a favore della prospettiva di un governo dei lavoratori. Perché sarebbe "possibile" la dittatura di una piccola minoranza e "impossibile" il potere della maggioranza? Nulla è impossibile se il mondo del lavoro usa la forza di cui dispone, scrollandosi di dosso la rassegnazione. Per di più solo lottando per un'alternativa vera di società è possibile strappare lungo la via concessioni parziali e risultati concreti. Senza la lotta per una alternativa, c'è solo un futuro di nuovi arretramenti e nuove sconfitte. IL PCL fa dunque appello a tutti i lavoratori, a partire dalle strutture sindacali di base e dalle RSU, perchè sostengano la campagna per la nazionalizzazione delle aziende in crisi. Per farla vivere in ogni lotta di resistenza e in ogni organizzazione sindacale di classe; per coordinare tutte le forze, ovunque collocate, disponibili a battersi contro la crisi. Come dicono gli studenti,  “la vostra crisi non la paghiamo noi". PAGHI CHI NON HA MAI PAGATO!!