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PER UN POLO AUTONOMO DI CLASSE ANTICAPITALISTA

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I QUATTRO PUNTI PER ADERIRE AL McPCL

 
I QUATTRO PUNTI PROGRAMMATICI DEL MOVIMENTO COSTITUTIVO DEL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

(23 giugno 2006)

Il Movimento costitutivo del Partito Comunista dei Lavoratori intende recuperare e attualizzare il patrimonio programmatico del marxismo rivoluzionario riscattandolo dalla lunga rimozione teorica e pratica di cui è stato oggetto da parte della socialdemocrazia e dello stalinismo.
Questo recupero e attualizzazione si concentra su quattro assi di fondo che indichiamo come base politica di principio del nuovo movimento.

1 – RIVENDICHIAMO L’ INDIPENDENZA POLITICA DEL MOVIMENTO OPERAIO E DEI MOVIMENTI DI LOTTA DALLE FORZE DELLA BORGHESIA: dai suoi interessi, dai suoi partiti, dai suoi governi.
I marxisti rivoluzionari hanno sempre contrastato le politiche di collaborazione con le classi dominanti collocandosi all’ opposizione dei loro governi. Questo principio di indipendenza della classe lavoratrice dalla borghesia è, se possibile, ancor più attuale nell’odierna situazione storica. La crisi del capitalismo e il crollo dell’URSS hanno chiuso lo spazio storico del riformismo. Ogni coalizione di governo delle sinistre e dei “comunisti” con le forze della borghesia significa la loro corresponsabilizzazione alle politiche controriformatrici della classe dominante. Tutta l’ esperienza internazionale degli ultimi quindici anni lo riprova in forma inequivocabile: i governi di centrosinistra in Italia, il governo Jospin in Francia, il governo Lula in Brasile, hanno tutti amministrato e amministrano , in forme diverse, gli interessi della borghesia contro gli interessi dei lavoratori e delle grandi masse. Il nuovo governo Prodi-Padoa Schioppa, i suoi programmi annunciati in politica estera e politica sociale, si pongono sullo stesso terreno. Ed anzi riflettono una diretta investitura nel centrosinistra dei settori più significativi del grande padronato.
Intendiamo combattere questa politica nel nome di una linea alternativa. Siamo certo favorevoli all’ unità di classe dei lavoratori e dei movimenti di lotta delle classi subalterne, ma per una loro piena autonomia dalle forze avversarie e in funzione di un’alternativa vera. Solo l’ opposizione ai governi della borghesia può preparare le condizioni di un’ alternativa anticapitalistica. Solo l’ opposizione radicale ai governi della borghesia può strappare risultati concreti e conquiste parziali com’ è dimostrato dalla recente vittoria della rivolta sociale dei giovani e lavoratori francesi contro le misure di precarizzazione del lavoro.
Vogliamo dunque batterci per l’ unità di lotta di tutte le espressioni del movimento operaio e dei movimenti di massa attorno ad un autonomo polo di classe anticapitalistico.



 

I QUATTRO PUNTI II

 
2 – CI BATTIAMO PER LA CONQUISTA DEL POTERE POLITICO DA PARTE DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI, BASATO SULL’ AUTORGANIZZAZIONE DI MASSA, come leva della trasformazione socialista.
La prospettiva socialista è la ragione d’ essere del comunismo. I comunisti si battono contro un’ organizzazione capitalistica della società che concentra nelle mani di una piccola minoranza privilegiata tutte le leve decisive dell’ economia e il grosso della ricchezza sociale: un’ organizzazione capitalistica che si basa sullo sfruttamento del lavoro, sul saccheggio dell’ ambiente, sull’oppressione dei popoli; e che oggi conosce il prepotente ritorno delle politiche di potenza dell’ imperialismo e degli imperialismi per una nuova spartizione delle zone di influenza, per la conquista dei mercati, delle materie prime, della manodopera a basso costo. Solo il rovesciamento del capitalismo e dell’ imperialismo può liberare un futuro diverso per l’ umanità. Solo la proprietà sociale dei mezzi di produzione e delle leve della finanza può consentire la riorganizzazione radicale della società umana attorno al primato dei bisogni e delle esigenze collettive, e non del profitto di pochi.
La conquista del potere politico da parte delle classi lavoratrici è un passaggio decisivo di questa prospettiva di liberazione. Il potere dei lavoratori e delle lavoratrici non ha niente a che vedere né con la cosiddetta “democrazia partecipativa”, né con la dittatura burocratica di caste privilegiate. Esso si basa – come voleva Marx – sull’ autorganizzazione democratica dei lavoratori stessi, sulla revocabilità permanente degli eletti, sull’ assenza di ogni privilegio sociale degli eletti rispetto ai loro elettori come nei grandi esempi della Comune di Parigi e della rivoluzione russa delle origini. Contro l’ attuale dittatura degli industriali e dei banchieri – che si fa chiamare”democrazia” – si tratta di lottare per la democrazia autentica: il potere dei lavoratori e della maggioranza della società quale leva di riorganizzazione della società stessa.

 

I QUATTRO PUNTI III

 
3 – RIVENDICHIAMO IL LEGAME NECESSARIO TRA GLI OBIETTIVI IMMEDIATI E GLI SCOPI FINALI.
Come scriveva Marx, i comunisti difendono nel presente il futuro del movimento operaio e della prospettiva socialista. La coesione coerente tra rivendicazioni immediate e conquista del potere politico è un carattere decisivo della politica rivoluzionaria: contro ogni separazione tra minimalismo dell’ azione quotidiana e propaganda astratta del socialismo. Questa connessione – che fu alla base dei partiti comunisti delle origini – è tanto più attuale nel contesto odierno della crisi del capitalismo e del riformismo, laddove ogni seria lotta di massa per le esigenze immediate dei lavoratori tende a cozzare con le compatibilità sempre più strette del regime capitalistico, e viceversa ogni rinuncia alla prospettiva anticapitalista conduce in un vicolo cieco le stesse lotte immediate.
La necessità di ricondurre gli obiettivi immediati ad una prospettiva anticapitalista non riguarda solamente le rivendicazioni sociali della classe lavoratrice ma tutte le domande di emancipazione e liberazione: le domande di tutela della natura e dell’ ambiente, le rivendicazioni “pacifiste”, le domande di liberazione della donna, le stesse rivendicazioni anticlericali e per i diritti civili. Ognuna di queste domande cozza, direttamente o indirettamente con un’organizzazione capitalistica della società che fa del profitto l’unica sua religione e che si basa sulla violenza quotidiana dell’oppressione, della segregazione, dell’ ipocrisia, verso la maggioranza dell’ umanità. Ognuna di queste domande esige una risposta anticapitalistica.
Per questi il Movimento del Partito Comunista dei Lavoratori si impegna nella classe operaia e in ogni movimento di lotta dei settori oppressi della società per sviluppare la coscienza delle masse in senso anticapitalistico, per ricondurre ogni loro obiettivo alla necessità di un’ alternativa di sistema.
 

I QUATTRO PUNTI IV

 
4 – RIVENDICHIAMO LA NECESSITA’ DI UN’ ORGANIZZAZIONE RIVOLUZIONARIA DEI COMUNISTI.
Il movimento comunista nacque come movimento internazionale. Perché la prospettiva socialista è realizzabile compiutamente solo su scala internazionale, solo rovesciando la realtà internazionale del capitalismo e dell’ imperialismo.
Tanto più oggi il recupero di un’ organizzazione rivoluzionaria dell’avanguardia di classe internazionale è condizione indispensabile di un’ autentico rilancio di una prospettiva comunista. Tanto più oggi dopo il crollo dell’ URSS il quadro capitalistico è profondamente integrato sul piano mondiale. La realtà della cosiddetta “globalizzazione” capitalistica acuisce la concorrenza e le divisioni nella classe lavoratrice internazionale, tra diversi paesi e continenti. Ogni seria lotta di classe sul piano nazionale, persino al livello di singole categorie o grandi aziende, pone l’ esigenza di un raccordo internazionale con i lavoratori e le lotte degli altri paesi. Così ogni movimento di liberazione nazionale dei popoli oppressi contro l’ imperialismo – a partire dal popolo palestinese e dal popolo arabo in generale – indica l’ obiettiva necessità di una convergenza di lotta con la classe operaia dei paesi imperialisti: così come quest’ultima può e deve porsi nel proprio stesso interesse, l’ esigenza di un pieno e incondizionato sostegno ai movimenti di liberazione dei popoli oppressi, al loro diritto di autodeterminazione, alla loro azione di resistenza.
I comunisti, tanto più oggi, devono sviluppare in ogni lotta nazionale la consapevolezza della necessità di una prospettiva internazionale di liberazione. E al tempo stesso devono lavorare ad unire, su scala mondiale, tutte le rivendicazioni e domande delle classi oppresse per ricondurle ad una prospettiva socialista. Ciò implica il raggruppamento organizzato su scala internazionale dei comunisti rivoluzionari e dei settori più avanzati dell’ avanguardia di classe, al di là delle diverse provenienze e collocazioni attuali, sulle basi programmatiche e sui principi del marxismo.
Il Movimento Costitutivo per il Partito Comunista dei Lavoratori si impegna in questa direzione con tutte le proprie forze.
 
 
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BASTA CON I LICENZIAMENTI

Post n°51 pubblicato il 25 Marzo 2009 da pcltorino

BASTA CON I LICENZIAMENTI

BASTA REGALI FINANZIARI A GRANDI IMPRESE E BANCHE

 

NAZIONALIZZARE LE AZIENDE IN CRISI

 

SENZA INDENNIZZO PER I GRANDI AZIONISTI

SOTTO IL CONTROLLO DEI LAVORATORI

 

 

La crisi capitalistica si abbatte sulle condizioni di milioni di lavoratori. In Italia migliaia di aziende, a partire dalle più grandi (Fiat, Telecom, Sevel….), programmano per il 2009 la cancellazione di un milione di posti di lavoro. La vicenda Alitalia ha fatto scuola.

Quelle stesse imprese che per vent'anni hanno beneficiato di gigantesche regalie pubbliche, della precarizzazione del lavoro, di salari da fame,chiedono oggi ai lavoratori di pagare i costi della loro crisi. E chiedono alla stato un'altra montagna di risorse pubbliche, a spese dei contribuenti.

 

Il governo Berlusconi acconsente (con l'avallo del PD): e anche per questo taglia sulla scuola, sulla sanità, sui servizi, mentre non trova un euro per i salari.

 

Le direzioni sindacali balbettano: tra chi sostiene spudoratamente padronato e governo CISL e UIL), e chi dissente passivamente senza promuovere una lotta vera a sostegno di una vera alternativa ( CGIL).

 

Le sinistre "criticano", ma non indicano soluzioni e prospettive. In queste condizioni, si rischia un nuovo drammatico arretramento  delle condizioni del lavoro in Italia.

 

Il PCL propone a tutto il mondo del lavoro, a tutte le sue organizzazioni sindacali, a tutte le sinistre, una lotta vera e unitaria contro il padronato e il suo governo, sulla base di un programma di svolta che metta in discussione il potere del profitto e le sue leggi.

 

In primo luogo c'è l'esigenza di una vertenza generale e unificante di lavoratori, precari, disoccupati, attorno ad una  piattaforma immediata di lotta che affronti l'emergenza. E che rivendichi ,a carico dei profitti e delle grandi ricchezze:

 

·        Il blocco generale dei licenziamenti.

·        Il diritto alla cassa integrazione per tutti i lavoratori, con la copertura dell'80% del salario.

·        L'abolizione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro e l'assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari.

·        Il permesso di soggiorno a tutti i lavoratori immigrati.

·        La riduzione generale e progressiva dell'orario di lavoro per redistribuire fra tutti il lavoro che c'è.

·        Un aumento generale di salari e stipendi di 300 euro netti mensili e un salario minimo intercategoriale di almeno 1300 euro netti mensili.

·        Una vera indennità di disoccupazione di almeno 1000 euro netti mensili, cui allineare il livello minimo di pensione.

·        L'abbattimento dei mutui usurai e la restituzione di fondi pensione ai lavoratori e alla previdenza pubblica.

·        Un grande piano di lavori pubblici socialmente utili e sotto controllo sociale (edilizia scolastica e popolare, risanamento ambientale, servizi pubblici…)

 

Solo l'insieme di queste misure può proteggere la condizione delle masse popolari di fronte al ciclone della crisi e avviare un riscatto sociale dopo vent'anni di sacrifici. Solo una lotta generale e a oltranza per queste misure può ricomporre l'unità del blocco sociale alternativo e strappare miglioramenti parziali !

 

Ma questo piano d'emergenza richiede una svolta complessiva. Non solo la restituzione al mondo del lavoro di quei 130 miliardi di euro che in vent'anni sono passati dai salari ai profitti. Ma la fine di ogni nuova regalia a industriali e banchieri. A chi dice che bisogna continuare a ingrassare capitalisti e banchieri per " difendere i lavoratori e i risparmiatori" rispondiamo che i lavoratori e i piccoli risparmiatori possono fare a meno di industriali e banchieri. Che se i capitalisti licenziano i lavoratori, i lavoratori possono licenziare i capitalisti : nazionalizzando le aziende in crisi sotto controllo operaio, e riorganizzando l'intera economia su basi nuove.

 

Proponiamo una lotta generale per la nazionalizzazione delle aziende in crisi e/o che licenziano. Senza indennizzo per i grandi azionisti : perché si sono già indennizzati da soli con anni di sfruttamento e rapine. Sotto il controllo dei lavoratori: perché sono i lavoratori che possono prendere in mano le aziende, a tutela dei propri posti di lavoro, per riorganizzare la produzione e i servizi;  collegandosi  settore per settore, attorno a un piano economico da loro definito.

 

E' una rivendicazione troppo "drastica"? E' meno drastica della fame e dei licenziamenti.

E' una rivendicazione" anomala"? No, è fatta propria da settori d'avanguardia del movimento operaio in diversi Paesi,  dall'Argentina alla Francia; perché non raccoglierla?

E' una rivendicazione" impossibile"? No. Semplicemente mette in discussione l'attuale dittatura di un pugno di capitalisti e di banchieri a favore della prospettiva di un governo dei lavoratori. Perché sarebbe "possibile" la dittatura di una piccola minoranza e "impossibile" il potere della maggioranza? Nulla è impossibile se il mondo del lavoro usa la forza di cui dispone, scrollandosi di dosso la rassegnazione. Per di più solo lottando per un'alternativa vera di società è possibile strappare lungo la via concessioni parziali e risultati concreti. Senza la lotta per una alternativa, c'è solo un futuro di nuovi arretramenti e nuove sconfitte.

 

IL PCL fa dunque appello a tutti i lavoratori, a partire dalle strutture sindacali di base e dalle RSU, perchè sostengano la campagna per la nazionalizzazione delle aziende in crisi. Per farla vivere in ogni lotta di resistenza e in ogni organizzazione sindacale di classe; per coordinare tutte le forze, ovunque collocate, disponibili a battersi contro la crisi. Come dicono gli studenti,

 

 “la vostra crisi non la paghiamo noi". PAGHI CHI NON HA MAI PAGATO!!

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