Creato da: giampi1966 il 13/03/2006
Questo blog si propone di promuovere la politica come servizio e la coerenza dei politici con gli obbiettivi programmatici. Troppo spesso l'agire del politico è distante anni luce dal suo programma e da ciò che professa. Per poter rinascere la politica deve sapersi imporre alle varie pressioni e deve guardare lontano.

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SCIOPERO GENERALE DEL 10 NOVEMBRE 2017

Post n°1048 pubblicato il 05 Novembre 2017 da giampi1966
 
Foto di giampi1966

 

I COBAS, insieme all’USB (Unione sindacale di Base) e alla CIB- Unicobas, hanno convocato lo sciopero generale nazionale di tutte le categorie e comparti pubblici e privati per l’intera giornata del 10 novembre 2017.

 

Lo sciopero generale è indetto contro le politiche economiche e sociali del governo Gentiloni, del tutto allineate a quelle distruttive dell'Unione Europea, in particolare in vista della presentazione della prossima Legge di Stabilità nella quale il governo non ha alcuna intenzione di introdurre elementi di reale discontinuità con la nefasta “austerità”, con la dilagante precarietà del lavoro, la riduzione dei salari, dei redditi e delle pensioni, il decennale blocco contrattuale nel Pubblico impiego e nella scuola, l’aziendalizzazione privatistica della Scuola, della Sanità e di tanti servizi pubblici e Beni comuni

 

Lo sciopero è convocato per affermare ed ottenere il diritto al salario, al reddito, alla pensione, per veri rinnovi dei contratti con aumenti che - in particolare nel Pubblico impiego, nella Scuola e nella Sanità – consentano almeno il recupero del salario perso nell’ultimo decennio (circa il 20%), per il rilancio della buona occupazione e l’eliminazione della precarietà lavorativa, per la cancellazione della distruttiva legge 107 nella Scuola, per la difesa e il miglioramento della Scuola e della Sanità pubblica e per servizi sociali pubblici e gratuiti, contro le privatizzazioni e per la nazionalizzazione delle aziende strategiche per il paese, per fermare la deriva autoritaria e repressiva in atto, per la democrazia sindacale contro il monopolio della rappresentanza alle organizzazioni sindacali concertative e per difendere il diritto di sciopero,  per il ritiro di ogni normativa che ne colpisca o ne riduca l'efficacia.

 

Infine, lo sciopero è convocato anche per nuove politiche sociali in tema di diritto all'abitare, di salvaguardia e messa in sicurezza del territorio, di contrasto alla xenofobia e al razzismo purtroppo sempre più dilaganti in Italia e in gran parte d’Europa. Nei prossimi giorni le organizzazioni promotrici dello sciopero comunicheranno le modalità, i tempi e i luoghi delle manifestazioni che si svolgeranno in tutta Italia nella giornata del 10 novembre.

 

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS – Confederazione dei Comitati di base 

 

27 settembre 2017

10 novembre sciopero generale

 

Come nel privato anche nel pubblico sono molteplici le ragioni per scioperare, a cominciare dal mancato rinnovo contrattuale, siamo fermi al 2009:

 

è bene ricordare che per il rinnovo del biennio economico 2008/2009, i sindacati confederali pubblicizzavano un aumento di 101,00 euro, la realtà ovviamente fu diversa,  68,00 euro medi lordi, ora a distanza di 8 anni si parla di circa 85 euro medi lordi, il che vuol dire che i livelli più bassi B e C prenderanno ancora meno, una vera elemosina che non permetterà nessun recupero del potere d’acquisto perso in tutti questi anni.

 

Non possiamo nemmeno scordare Il perdurare del blocco del salario accessorio siamo fermi ad una finanziaria che impone di non superare l’ammontare del Fondo all’anno 2004, nel frattempo molto, in qualche caso quasi tutto il Fondo, è stato utilizzato per le Progressioni Economiche Orizzontali, la sola modalità per il personale di poter avere un aumento certo della retribuzione e pensionabile, ma con il perverso meccanismo per cui quella parte del fondo che viene utilizzata per le PEO sparisce dal fondo e non più utilizzabile ad esempio per pagare la produttività collettiva, vi rientra solo in caso di cessazione dal servizio o per passaggio a categoria superiore per effetto di progressione verticale (ovvero il verificarsi di un miracolo).

 

questo solo per ricordare alcuni degli aspetti economici più gravi ed evidenti e che colpiscono direttamente la totalità delle lavoratrici e dei lavoratori del pubblico impiego.

 

L’altro aspetto di questa fase di rinnovo diversa dal passato, è la cappa calata sulle informazioni, sappiamo di incontri tra i sindacati “maggiormente rappresentativi” e governo, ma di fatto non circola nemmeno una misera bozza di piattaforma di quello che stanno discutendo eppure riguarda, circa 3.000.000 di lavoratrici e lavoratori.

 

Temiamo che il prossimo contratto conterrà molte delle norme previste dal decreto Brunetta che insieme al suo amico Ichino in questi anni hanno lanciato una vera e propria campagna denigratoria verso i dipendenti pubblici, non dimentichiamo chi ci ha tacciato per fannulloni e vagabondi.

 

Quindi non ci aspettiamo niente di buono, anzi tutt’altro, le parole meritocrazia/premialità la faranno da padrone assoluto, in virtù della tanto ventilata meritocrazia la forbice tra i salari aumenterà notevolmente, proprio come voleva Brunetta, un 25/30% di eletti, sempre e comunque da premiare, un 50% di truppa a cui spetterà il minimo e che deve darsi da fare per passare alla categoria superiore (la sana competizione a colpi bassi e raccomandazioni), e un restante 20/25% di disgraziati, veri fannulloni DOCG che non meritano nulla, se non di essere accompagnati alla porta.

 

Insomma i motivi per scioperare non mancano, noi pensiamo che tutti i limiti siano stati superati tocca a noi lavoratrici e lavoratori risvegliarci e farci sentire, non aspettare passivamente la polpetta velenosa che ci stanno preparando.

 

Scioperiamo per chiedere:

 

un contratto con aumenti veri uguali per tutte/i e non elemosine;

 

sblocco del Fondo del Salario accessorio; progressioni economiche orizzontali per tutte/i;

 

sblocco del turn over; stabilizzazione dei precari; reinternalizzazione dei servizi.

 

Il 10 novembre sciopera e fatti sentire!

 

 

INACCETTABILE LA NUOVA LEGGE DI
BILANCIO!!! La nuova legge di Bilancio 2018  presentata dal Governo Gentiloni è dannosa, pericolosa e socialmente iniqua. Procedendo sul solco dei precedenti governi continua con la politica degli incentivi e delle risorse a pioggia alle imprese, non investe sul welfare, grandi tagli alla sanità pubblica , dà il via libera al nuovo inaccettabile aumento dell’età pensionabile, continua con le privatizzazioni e non  riduce neppure la condizione di povertà che colpisce oltre  8 milioni e mezzo di persone. Di fatto permette ai ricchi di non pagare tasse e tributi, agli interessi privati di dominare sui diritti sociali e beni comuni, alle corporazioni di vedersi rafforzate, agli apparati militari e repressivi di far pesare il loro ruolo e così fare cassa. 
GLI ALTRI, CIOÈ NOI, SIAMO CHIAMATI A PAGARE NON SOLO ECONOMICAMENTE MA ANCHE CON LA PERDITA DI DIRITTI, TUTELE, SICUREZZA, STABILITÀ, LIBERTÀ, POSSIBILITÀ DI UN FUTURO. SONO SIGNIFICATIVI NEL DECRETO:
 
GLI SCONTI DI TASSE SOLO PER GLI IMPRENDITORI attraverso sgravi fiscali per i nuovi assunti e cassa integrazione strordinaria NON SONO GIUSTIFICABILI. Riproporlo in questa forma dimostra che l'obiettivo non è creare occupazione ma solo favorire il profitto privato a spese del contribuente. Con il Jobs Act in vigore che sancisce la piena “libertà” di licenziamento illegittimo per i nuovi assunti, la massima precarizzazione del lavoro del contratto a termine “acausale” e voucher vecchi e nuovi, il demansionamento, la videosorveglianza…. questa  manovra demolisce ancora di più diritti e tutele!!  Insomma, come in passato, la generosità nelle elargizioni verso i ceti privilegiati non trova limiti di bilancio, tanto le spese le pagano lavoratori e pensionati  che hanno sul groppone il 90% del carico fiscale.
 
NESSUNO STOP ALL'INNALZAMENTO A 67 ANNI DELL'ETÀ PENSIONABILE. Grazie alle controriforme del sistema previdenziale (dalla Dini alla Fornero) oggi bastano dei dati ISTAT a determinare quell'automatismo che porta ciclicamente un aumento dell'età pensionabile. È bene non dimenticare che la responsabilità di questa situazione è ascrivibile a quell'arco di forze politiche (dai fascisti, alla Lega, a Forza Italia, al PD) e molte sigle sindacali che hanno appoggiato questi provvedimenti anche se oggi spesso, fingono di scandalizzarsene. 
Aumentare di altri 5 mesi l’età pensionabile portandola dal 2019 a 67 anni, e poi in prospettiva a 70, è follia pura, è necessario che si determini una mobilitazione ed un conflitto vero nel paese: non solo contro il nuovo aumento ma contro un sistema pensionistico che a seguito della controriforma Fornero è diventato socialmente insostenibile. Come si fa a non vedere che già oggi, prima di ulteriori incrementi, si è prodotta una situazione inaccettabile? Negli ultimi 2 anni e mezzo i lavoratori ultracinquantenni sono aumentati di quasi 1 milione, mentre l’occupazione diminuisce nelle fasce centrali di età e i giovani sono inchiodati nella massima precarietà.!E che dire delle donne che alla pensione anticipata non ci arriveranno mai, per il doppio peso del lavoro produttivo e di carico familiare , che ancora ingiustamente pesa su di loro?
RISORSE INSUFFICIENTI PER GARANTIRE UN CONTRATTO VERO AI LAVORATORI PUBBLICI E TAGLI MASCHERATI AL SERVIZIO SANITARIO, si prospettano aumenti salariali risibili e un peggioramento delle tutele, dei diritti, della democrazia sul lavoro e un incremento del ricorso al disciplinare. Per la sanità pubblica un miliardi di Euro in più al Fondo Sanitario Nazionale, cioè una cifra inadeguata che non solo riduce ancora il rapporto spesa sanitaria/PIL, ma rischia di essere solo un bluff, di fatto cancellata dalla volontà di farvi ricadere costi contrattuali e sulle casse delle Regioni che si vedono anche tagliare i fondi per l'edilizia sanitaria e per il mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza. PER UN CONTRATTO DIGNITOSO SIA ECONOMICAMENTE CHE NORMATIVAMENTE, ABOLIZIONE DELLA LEGGE FORNERO E RIDUZIONE DELL'ETÀ PENSIONABILE CONTRO NUOVE TASSE PRESSIONI FISCALE E I TAGLI ALLA SANITA’ S SC CI IO OP PE ER RO O  1 10 0  N NO OV VE EM MB BR RE E  2 20 01 17 7  
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