osservatorio politic

25 APRILE LIBERAZIONE?


Pubblico questo scritto dell'amico Giovanni perchè è fatto molto bene e perchè contiene molti condivisibili punti di riflessione, non condivido alcune analisi storiche politiche, tipo quella in cui si dice che i lavoratori in questi anni non hanno fatto delle importanti conquiste, perchè a mio parere fino ai primi anni 80, grazie al movimento operaio ed alla pressione del partito comunista le conquiste dei lavoratori sono state cospicue, tuttavia è anche vero che dopo tale data si è avuto un tracollo inarrestabile, ed oggi siamo nella situazione in cui versavano i lavoratori negli anni 50.25 a prilem em oria e sognoIl 25 aprile 2006:premetto che non sono andato alla sfilatache si tiene come tutti gli anni e questa vota proprioa Milano,alcune suggestioni da quanto mi è giuntocon tema la liberazione.LIBERAZIONE sostantivo femminile (astratto o concreto? boh)e poi… .. deriva dal verbo liberarema chi è il soggetto? liberare da chi? liberare da cosa? liberare per .. chi o cosa? ecc… .RESISTENZA sostantivo femminile (ma guarda caso, sempre femminile!)mi ricordo una copertina di una rivista che evitava la confusione con la funzione di “opposizione elettrica” era una fotodi una scritta su un muro:«LA RESISTENZA È LA NOSTRA STORIA» a che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?Quello che più mi ha tenuto lontano dalla “sfilata”, oltre al ginocchio dolente, è il collegamento con la politica attualesia nazionale che locale, ecc… .Vi passo comunque alcune riflessioni che ho maturato, accettatele e –se volete- ditemi cosa hanno detto a voi.Sono due riduzioni arbitrarie di alcuni pezzi che mi sono giunti in questi giorni nel 61 anniversario della liberazione,dove dicono gli organizzatori hanno partecipato centomila persone.Provo a dire a mio parere tramite questi due brani qual è il significato di libera zioneIl primo è una libera riduzione da un testo che proviene da una realtà “apuo-verlinese”Il secondo è una libera riduzione che ha come origine Managua1) La liberazione ancora da venireSono ormai 61 anni che il 25 aprile si festeggia la liberazione dell’Italia dall’occupazione tedesca, iniziata l’8 settembre1943 dopo la firma dell’armistizio. Quella “liberazione” fu in larga parte il frutto della lotta di decine di migliaia dipartigiani che combatterono sulle montagne e nelle città, rischiando - e spesso perdendo – la propria vita, e di tutticoloro che ai partigiani dettero appoggio e sostegno.Quei partigiani non combattevano solo contro l’occupazione; combattevano innanzitutto per un futuro migliore,per una società i cui valori fondamentali fossero quelli della libertà, dell’uguaglianza, della solidarietà, dellafratellanza tra i popoli, della lotta contro ogni ingiustizia, del rifiuto della guerra e dello sfruttamento.Ma subito dopo il 25 aprile del 1945 quegli ideali di lotta furono accantonati.Gli operai tornarono ad essere sfruttati nelle fabbriche e in modo ancora più intensivo che nel passato. Ledisuguaglianze sociali continuarono ad approfondirsi.E l’antifascismo dei partigiani, costruito su valori magari “istintivi” ma chiari, venne diluito in un “antifascismo” daparata, istituzionalizzato e reso innocuo. Prima si cominciarono a raccontare ai giovani delle favole sulla Resistenza, poisi smise proprio di parlarne.Nessuno, ovviamente, volle più riconoscere che lo scontro tra fascisti e antifascisti era stato, innanzitutto, una guerracivile con una fortissima connotazione di classe.Non abbiamo mai pensato che l’Italia sia stata davvero “liberata” il 25 aprile 1945.Semmai, il 25 aprile 1945 segna il passaggio dall’occupazione militare tedesca all’occupazione politico-culturale (maanche militare) degli USA, i “liberatori”.La “democrazia” ci permette di dire quello che pensiamo, si dice.Ma può esistere una vera libertà di espressione quando se alcuni hanno come strumento qualche volantino e altri hannotelevisioni, radio, giornali?Fino a quando potremo farlo ?La risposta evidente è: fino a che saremo sostanzialmente ininfluenti.Fino a che la larga parte delle classi popolari continueranno ad appoggiare partiti e coalizioni che si differenziano solonel modo di portare avanti gli stessi programmi e le stesse politiche.Aveva proprio ragione Berlusconi: chi vota contro i propri interessi è un coglione.E può essere interesse dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati… votare per partiti e personaggi, di destra o di“sinistra”,che in questi anni si sono resi responsabili, tra le altre cose, del più gigantesco processo di privatizzazioni deldopoguerra, della legge Turco-Napolitano con i suoi CPT, della concertazione con la sua politica del contenimento deisalari, ecc… … .No davvero, non era questa l’Italia per cui gli antifascisti combatterono durante la Resistenza.E non è questa l’Italia per cui combattiamo noi.Questa è l’Italia “piccola piccola” contro cui noi combattiamo.libera riduzione da: “25 aprile 2006, Zona apuo-versiliese, Toscana del Nord”2) I sognatoriIn tutte le profezie è scritta la distruzione del mondo.Ma i secoli e la vita che sempre si rinnovahanno generato anche una generazione di amanti esognatori.Fu così che proliferarono nel mondo i portatori di sogni.Gli accumulatori di ricchezze li temevanoe lanciavano i loro eserciti contro di loro.Questi uomini non smettevano di sognaree costruire mondi bellimondi di fratelli, di uomini e donneche si insegnavano a leggere gli uni gli altri,che avevano cura l'uno dell'altro, si amavano,si aiutavano nell' arte di amaree nella difesa della felicità.I portatori di sogni conoscevano il loro potere.E per questo coltivavano giardini di sogni,perché chi non ha occhi per sognarenon vede i sogni né di giorno né di notte.Noi sappiamo solo che li abbiamo visti.Sappiamo che la vita li ha generatiper proteggersi dalla morte che annunciano le profezie.Libera riduzione da«I PORTATORI DI SOGNI» di Gioconda Belli (nata a Managua 9/12/48) I SOGNI SONO NELL'OGGI PERCHE' DIPENDONO DALLO SGUARDORingrazio l'amico Gianni per la foto