osservatorio politic

IL TERREMOTO METTE IN EVIDENZA L'INUMANITA' DEL CAPITALISMO


Nella notte fra sabato e domenica 20 maggio una forte scossa di terremoto ha distrutto diversi paesi dell’Emilia causando 7 morti, una cinquantina di feriti e circa 5000 sfollati. Il sisma, insieme agli abitanti che dormivano, ha sorpreso decine di operai intenti a lavorare nelle fabbriche della zona. Alla prima scossa una decina di loro sono riusciti a mettersi in salvo, altri non ce l’hanno fatta, perdendo la vita sotto le macerie dell’azienda.Fra le sette persone uccise sabato, 4 sono operai che lavoravano nel turno di notte in tre aziende del ferrarese. Due sono morti sotto le macerie della Ceramica Sant'Agostino: Nicola Cavicchi, 35 anni, e Leonardo Ansaloni, 45 anni. Alla Tecopress, una fonderia di Dosso, la vittima è un operaio di 57 anni, Gerardo Cesaro, mentre, a qualche chilometro di distanza, a Bondeno, ha perso la vita Tarik Nauch, 29 anni, operaio di origini marocchine. Sono morti in quattro, alle quattro di mattina, ma le conseguenze avrebbero potuto essere ancora più gravi se il sisma si fosse verificato di giorno e con tutti gli operai al lavoro. Senza troppo scalpore, dopo il primo momento di stupore, questi morti saranno dimenticati. O saranno ricordati come morti per terremoto perché è più "facile" così, morti per caso, che non morti sul lavoro. E poi di morti sul lavoro (e di suicidi  di chi un lavoro l’ha perso e non l’ha mai avuto) ce ne sono già troppi. Però qualcuno potrebbe lo stesso domandarsi come mai, fra le sette vittime del terremoto, ben 4 sono operai? E’ solo un caso? Una fatalità? Io credo che fabbriche con capannoni costruiti recentemente (risparmiando, magari, sui materiali di costruzione) che crollano come castelli di sabbia non possono essere considerati una fatalità. Troppo facile addossare la "colpa" al terremoto e non a chi mette costantemente in concorrenza i lavoratori costringendoli in fabbriche dove la sicurezza è considerato un costo su cui risparmiare, un optional e, comunque, l’ultima delle loro preoccupazioni. Operai che, vista la situazione, è già tanto che abbiano un lavoro e che, per chi bada solo al profitto, non possono pretendere di lavorare in luoghi sicuri. Ora la magistratura metterà sotto sequestro le aziende crollate disponendo accertamenti per stabilire se le normative antisismiche fossero state rispettate.  Un’ennesima inchiesta: prima vengono i morti e poi arriverà, forse, la giustizia.                                                                                                                 Nelfrattempo, il nuovo decreto Legge che riforma la Protezione Civile, stabilisce che lo Stato non pagherà più i danni provocati da catastrofi naturali a case e aziende lasciando l’incombenza ai cittadini e, se avranno  soldi per pagare  le polizze ad hoc, alle compagnie di assicurazione…Oggi altre violentissime scosse (5,8 alle 9.00, 5,3 alle 14.45) di terremoto hanno colpito quasi la stessa zona dell'Emilia, provincia di Modena e Ferrara ma anche Provincia di Mantova, purtroppo di giorno, quando le attività lavorative sono in pieno svolgimento, infatti il bilancio delle vittime è più pesante (si contano almeno 10 vittime ma probabilmente saranno di più).Nonostante i capannoni colpiti dal primo terremoto fossero chiaramente lesionati si è tornati a lavorare, logicamente i capannoni sono crollati e la classe lavoratrice ha così pagato l'ennesimo tributo di morte a questo capitalismo selvaggio.Ora tutti piangono e fanno discorsi fatui che fanno solamente innervosire, in Italia non si è mai investito sulla prevenzione e sulla difesa del suolo, non smetteremo mai di dirlo ma i nostri politici sono troppo impegnati a far altro.....