osservatorio politic

LA BUONA SCUOLA E FESTA DELLE DONNE


QUESTO E' UN POST SULLA SCUOLA MA LE DONNE HANNO UN'INFLUENZA SPECIALE NEL CAMPO DELLA FORMAZIONE QUINDI COLGO L'OCCASIONE PER FARE GLI AUGURI A TUTTE LE STREGHE (VEDI IL BEL POST DI STREGAMORGAUSE), IN MODO PARTICOLARE ALLE MOLTISSIME SPLENDIDE STREGHE PRESENTI NELLO SLAI COBASLA BUONA SCUOLA Art. 33. L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale. Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato. Art. 34. La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. Perché non pensare di elevare a 4 anni la frequenza alla scuola primaria di secondo grado, inserendo al quarto anno delle materie di orientamento alle scuole superiori? Perché non investire sulla formazione degli insegnanti di ruolo, considerato che nella maggioranza dei casi sono persone di valore che hanno superato complicati concorsi per accedere alla scuola? Perché non investire più risorse sulla scuola pubblica (e non in modo incostituzionale anche su quella privata) che è l’unico modo per garantire un futuro competitivo e democratico al nostro paese? Perché non dare più potere decisionale e valutativo agli studenti? Perché non adeguare i programmi coinvolgendo in questo lavoro soprattutto gli insegnanti? L’unica cosa su cui concordo, naturalmente, è quella di stabilizzare i precari, anche per garantire la continuità didattica, sarei per farlo tenendo conto sia dell’anzianità di insegnamento che delle competenze.