osservatorio politic

DOMICILIARI BANALI


 iERI ABBIAMO MANDATO QUESTA DIFFIDA Oggetto:    assenze dal servizio in ottemperanza delle disposizioni governative relative al contenimento dell'epidemia da COVID-19.                Con l'inasprimento delle disposizioni governative atte a contenere l'epidemia, ora dichiarata “pandemia” dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, nei giorni scorsi gran parte dei dipendenti di codesta Amministrazione è stata messa in ferie “d'ufficio” ( con e-mail o telefonata) , obbligata a utilizzare le proprie ferie residue dello scorso anno 2019 (ma anche quelle del corrente anno 2020), per rimanere a casa, così come consigliato dalla normativa emergenziale adottata.                Vale la pena rammentare che l'istituto delle ferie, diritto individuale garantito dalla Costituzione, ha scopo ben diverso dal rimanere a casa per contrastare la pandemia; le ferie servono per il recupero del benessere psico-fisico del lavoratore e non per debellare il virus. Il lavoratore obbligato a stare a casa ottempera alle disposizioni emanate dal Governo, non lo fa per divertirsi o riposarsi!                Ci preme sottolineare, perciò, che i vari decreti ad oggi emanati dal Governo, al riguardo delle pubbliche amministrazioni, parlano di “promuovere” l'utilizzo dell'istituto delle ferie e del congedo ordinario: ferma restando la possibilità dell'amministrazione di intervenire sulle ferie residue dei dipendenti, è palese che “promuovere” non significa “obbligare”. Oltretutto, molti di questi dipendenti non hanno ricevuto alcun ordine di servizio o altra disposizione scritta che li mettesse in ferie e che giustificasse, dunque, la loro assenza dal servizio.                Inoltre, le disposizioni richiamate fanno esplicito riferimento a differenti modalità di erogazione dei servizi, fermi restando quelli essenziali, i quali devono essere individuati dall'Amministrazione. Tra le forme di erogazione dei servizi, si parla di smart working, di tele lavoro, di rotazione delle presenze del personale negli uffici: tutte queste forme devono essere precedenti la promozione del congedo dei lavoratori.                Rileviamo che tutto ciò, anche considerando la veloce mutevolezza della situazione sia epidemica che normativa, non è avvenuto nel nostro comune: quando si tratta dei lavoratori del Comune, spesso si agisce immediatamente di imperio, senza alcun riguardo per gli stessi, anche dal punto di vista della loro salute, visto che su questo aspetto l'Amministrazione non è stata così tempestiva nel fornire presidi medici di difesa dal contagio!                Pertanto diffidiamo l'Amministrazione dal proseguire su questa strada quando, invece, dovrebbe provvedere a promuovere la partecipazione dei lavoratori alla gestione di questa emergenza, che pure li riguarda, anche interessando le rappresentanze degli stessi, RSU e RLS. Diffidiamo, perciò, a prendere urgentemente ulteriori provvedimenti, differenti dalla messa in ferie d'ufficio: immediata redazione di ordini di servizio o altri provvedimenti che sanino l'attuale situazione di assenza dal servizio non concordata con i lavoratori; attivazione immediata di forme di smart working e di telelavoro per i dipendenti che possono usufruirne; individuazione dei dipendenti da tenere a disposizione presso la propria abitazione con obbligo di reperibilità negli orari di servizio.                Differentemente, pur rimanendo a disposizione per eventuali confronti a supporto dei provvedimenti che l'Amministrazione vorrà prendere, ci troveremmo costretti e impegnati con ogni mezzo a promuovere iniziative a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori del Comune.  13.3.2020 I dirigenti e i delegati RSU COBAS Pubblico Impiego