osservatorio politic

MISSIONE LIBANO


Essendo un tipo "sinistro" ammetto di avere delle remore ad una nostra eventuale partecipazione alla forza di interposizione in Libano, considerate tra l'altro le precedenti fallimentari missioni di questo tipo.Tuttavia ci sono varie argomentazioni che, questa volta, mi fanno esprimere un parere favorevole alla missione, soprattutto poi se l'Italia diventasse la guida della missione stessa.Inanzitutto non è previsto un preventivo bombardamento di nessun presunto cattivo, secondo non ci sono interessi economici tali da giustificare un'intervento armato nell'area, terzo la missione è estremamente complessa e richiede la profusione di un notevole impegno diplomatico oltre che militare, il fatto che le altre nazioni si siano defilate è un segnale evidente che in tale missione ci sia poco da guadagnare in termini economici.Alle ragioni sopra esposte vanno aggiunte delle motivazioni prettamente interne, inanzitutto la partecipazione dell'Italia come guida rappresenterebbe finalmente un segnale tangibile di recupero della sovranità nazionale e un buon viatico per trasformare l'Italia nell'interlocutore principale dei paesi "arabi" che, fatto non trascurabile, sono anche i nostri vicini di casa. Infine la missione potrebbe diventare un "collante" tra le varie Italie, sempre che non diventi un modo per coprire altri problemi come spesso avviene per le missioni militari.La Francia ha fatto la solita figuraccia, defilandosi prima e proponendosi poi come comandante insieme all'Italia della missione "perchè i soldati francesi non potevano sottostare al comando italiano".Ritengo che l'Italia potrebbe essere in grado di svolgere proficuamente questo gravoso compito, anche per le caratteristiche  del nostro carattere teso sempre a cercare un compromesso (che in altre occasioni era un difetto), a patto che si trovino le risorse, a questo scopo sarebbe opportuno sganciarsi al più presto dalla missione Afgana (oltre che naturalmente da quella Irakena).