osservatorio politic

Il nucleare scelta miope


Con buona pace dei fautori del nucleare a fissione, anche l'uranio è una risorsa naturale. (I maggiori produttori sono Australia, Kazakhstan e Canada), e come tutte le risorse naturali tende ad esaurirsi se il suo tasso di consumo è maggiore del tasso di rigenerazione.L'uranio (precisamente il suo isotopo uranio-235) è il maggiore "combustibile" di una centrale nucleare. Ma quanto uranio c'è nel mondo? Poco, molto poco.Per il centro di ricerca australiano Abare e per l'Agenzia internazionale dell'energia (essa stessa favorevole all'uso dell'energia nucleare), la domanda mondiale di uranio potrà essere soddisfatta solo fino al 2030. Altri studi più ottimistici hanno ipotizzato l’esaurimento di questa fonte entro 70 anni, si parla comunque di tempi limitatissimi.Il mercato dell'uranio ci dice che mentre nel 2003 il prezzo di una libbra di uranio oscillava attorno ai 10 dollari, oggi siamo già sopra i 62 dollari: una crescita record. Le agenzie finanziarie prevedono che il prezzo potrà superare i 100 dollari entro 6 mesi.
Si dice che il prezzo dell'uranio non è un parametro molto importante per l'industria nucleare; è il costo degli impianti che conta. Questo è stato vero per un lungo periodo della storia dell'industria nucleare, ma è perfettamente possibile che il prezzo dell'uranio aumenti a un livello tale da diventare un fattore importante o addirittura predominante. Alla fine dei conti, se la produzione di uranio non è sufficiente per soddisfare la domanda, non importa quanto costa: qualcuno rimarrà senza.In Europa ci sono attualmente 197 centrali nucleari che producono circa il 35% dell'energia elettrica complessiva utilizzata, ovvero quasi 170 gigawatt. Altre 13 sono in costruzione con un apporto previsto di circa 12 gigawatt. InFrancia quasi l'80% dell'energia elettrica è prodotta da centrali nucleari; segue la Lituania con il 70%, il Belgio e la Slovacchia con il 56%, la Svezia con il 46%.L'ultimo reattore americano è stato costruito nel 1979, trent'anni fa. Negli Statiuniti, il paese in cui è nato il nucleare, conta appena il 20% nella produzioneenergetica. In Francia sì è il 78% ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico.Quasi il 90% dei minerali contenenti uranio utilizzabile è concentrato in soli 10paesi :1. Australia 1143000 Tonnellate2. Kazakhstan 8160993. Canada 4438004. USA 3420005. South Africa 3405966. Namibia 2823597. Brazil 2787008. Niger 2254599. Russia 17240210. Uzbekistan 115526L'italia ha giacimenti per 6.100 tonnellate, sufficienti ad alimentare per 30 anniuna sola centrale EPR, quindi il nucleare è inadatto a sviluppare indipendenza energetica in Italia e nella maggior parte degli altri paesi.Se nonostante i dati sopra citati, i nostri governi, con la solita miopia e scarsissima lungimiranza, intendessero intraprendere questa strada, la prima centrale sarebbe pronta, ad essere ottimisti nel 2018 e questa scelta comporterebbe dei costi enormi ed un’eredità ingestibile.Come avete notato non ho voluto in questo messaggio usare le argomentazioni ecologiste, che pur esistono, ma semplicemente quelle economiche, infatti  secondo un recente studio svizzero citato dal prof. Carlo Rubbia oggi il nucleare non conviene dal punto di vista economico-energetico.