osservatorio politic

concertazione rovina dei lavoratori


I lavoratori italiani hanno la busta paga tra le più leggere tra quelle non solo dei grandi Paesi industrializzati ma anche nell'eterogeneo mondo dei Paesi Ocse.Tra i trenta paesi che fanno riferimento all'organizzazione di Parigi, l'Italia, con un salario medio annuo netto di 21.374 dollari l’Italia si colloca al 23/o posto. Davanti, in termini di salari, ci sono non solo Gran Bretagna, Giappone, Stati Uniti, Germania, Francia ma tutti i Paesi europei, fatta eccezione del Portogallo e dei paesi dell'Allargamento. Mediamente dunque il salario medio di un italiano non arriva a 16.000 euro l'anno, poco più di 1.300 euro al mese. I dati sono contenuti nel Rapporto dell'Ocse sulla tassazione dei salari, aggiornato al 2008.Solo sette i Paesi con salari inferiori: Portogallo, Repubblica Ceca, Turchia, Polonia, Repubblica Slovacca, Ungheria e Messico,Questi sono i risultati di decenni di politica concertativa e di propaganda dei mass-media (sotto il controllo degli imprenditori) secondo i quali per mantenere la competitività del sistema Italia bisognava tenere sotto controllo i salari, a questa devastante teoria hanno aderito con colpevole complicità i sindacati confederali (CGIL, CISL e UIL) che, in cambio della loro sottomissione, hanno lucrato dei notevoli miglioramenti economici per la propria classe dirigente e la propria burocrazia, cercando tra l’altro anche di fregare il TFR ai lavoratori, la cosa deprimente è che a fronte della diminuzione dei salari anche la competitività del sistema Italia è peggiorata notevolmente.Un esempio inverso è rappresentato dalla Corea dove i salari sono notevolmente aumentati, infatti i lavoratori coreani guadagnano oltre 40.000 $ (grazie alle lotte operaie) e la competitività è aumentata, infatti ad esempio le macchine coreane costano meno e sono affidabili (oltre che stravendute).