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Creato da: demo_cratico il 25/10/2007
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« Istat, disoccupazione ai...RAI piena di prostitute »

Intercettazioni, nuove telefonate Tutta la Rai contro Saccà

Post n°31 pubblicato il 21 Dicembre 2007 da demo_cratico
 

Dopo la conversazione telefonica tra Saccà e Berlusconi diffusa dall'Espresso, arrivano gli audio di altre due telefonate che illustrano ancora meglio i piani di Berlusconi per far passare alcuni senatori dalla sua parte. Stavolta è solo Agostino Saccà al telefono con il commercialista Pietro Pilello e poi con il produttore tv Guido De Angelis. Entrambe le chiamate sono state diffuse dal Corriere.

Ma a tenere banco sono le reazioni alla telefonata il cui il leader politico "gestiva" assunzioni e progetti Rai, in un mix in cui finaivano dentro i suoi giochi politici, la compravendita di senatori e i letti con starlette annesse che passavano da una mano all´altra. Lo sdegno è più forte in Rai, accusata dal Cavaliere di essere piena di comunisti e prostitute. «A mio avviso - ha detto il presidente della Rai Claudio Petruccioli - lo stile, l'atteggiamento, il profilo etico della telefonata di Saccà a Berlusconi è incompatibile con lo svolgimento della sua funzione di direttore del servizio pubblico e credo che questo sia un dato difficilmente controvertibile». Secondo il presidente della Rai dalla telefonata emerge «l´immagine di una pentola a pressione che inizia a fischiare quando sta per scoppiare. Ascoltare quella telefonata mi ha messo in una condizione di fortissimo disagio, come chi è costretto controvoglia a guardare un'intimità sgradevole». «Non l'abbiamo fatta noi, non l'abbiamo registrata noi, non l'abbiamo pubblicata noi, non l'abbiamo messa in rete noi- ha sottolineato Petruccioli - Ma l'abbiamo ascoltata e non possiamo fare finta di niente».

Arriverà quindi a breve, «prima di Natale», ha assicurato subito il direttore generale della Rai Claudio Cappon, la «formalizzazione della contestazione disciplinare ad Agostino Saccà, che avrà una settimana per replicare e poi seguirà la decisione finale». «I tempi saranno molto rapidi», ha aggiunto Cappon spiegando che «la diffusione della telefonata tra Berlusconi e Saccà su internet non ha cambiato nulla in questo senso». Il direttore generale ha anche detto che la Rai «ha già acquisito gli atti dalla Procura di Napoli che però sono estremamente corposi, giganteschi e quindi devono essere esaminati a fondo».

La destra attacca sviando l´attenzione dallo squallore del dialogo tra Berlusconi e Saccà. Il dito è puntato contro la diffusione delle intercettazioni, che sono una violazione della privacy. «Queste erano delle intercettazioni che doverosamente dovevano essere date – risponde il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, - Ma la domanda è: si tratta delle uniche? Purtroppo no e quelle che non ci sono nascondono comunque interventi poco chiari». «Già - ha sottolineato Del Boca - abbiamo un problema di censura e dovremmo risolverlo autocensurandoci?». Chiara la posizione del presidente dell'Ordine: «Non chiedete questo a noi; se il Parlamento - ha detto - vuole fare una legge-bavaglio che per fortuna al momento sembra un po´ insabbiata, la faccia, ma non chiedano la nostra collaborazione. Noi - ha concluso Del Boca - dobbiamo dare quello che abbiamo e dobbiamo farlo con evidenza ed enfasi, cercando naturalmente di inquadrare il contesto».

«Non credo che si debbano fare processi sommari - dice il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni -, ma viene fuori un quadro che conferma le peggiori preoccupazioni sul conflitto di interessi». «Affiora un quadro collusivo tra dirigenti e personalità politiche che hanno un rapporto con la televisione commerciale - ha aggiunto Gentiloni -, tra l'altro intrecciato anche con discorsi che riguardano le espressioni di voto di senatori, insomma davvero un quadro molto negativo su cui bisogna fare chiarezza». Quanto alle affermazioni di ieri di Silvio Berlusconi sulla Rai, per Gentiloni «quello che non bisogna fare, invece, è buttare fango su tutta l'azienda e su tutte le persone che ci lavorano con onestà».

«L´uso politico delle intercettazioni va bandito», dice il presidente della Camera Fausto Bertinotti, « perché le intercettazioni rese pubbliche sono una violazione dei diritti individuali di tutti i cittadini e delle persone». «Dobbiamo uscire - sostiene Bertinotti - da questa condizione. Non c'è intercettazione buona e intercettazione cattiva, sono tutte cattive». Tuttavia, al di là della contrarietà all'uso delle intercettazioni, il presidente della Camera individua nella vicenda emersa «elementi di degrado del costume e il riemergere di fenomeni trasformistici che sono stati tanta parte della storia italiana e la cui storia è stata interrotta dalla nascita di grandi partiti di massa».

Ma sono in molti a reagire alle offese di Berlusconi. Primi fa tutti i vertici dell'Associazione nazionale magistrati. Soltanto attraverso «la prudente e responsabile applicazione delle norme e delle garanzie» i magistrati segnano la loro «indipendenza», qualificando così «positivamente il doveroso controllo di legalità». L´Anm risponde al Cavaliere con una nota, nella quale fanno riferimento sia alla pubblicazione delle intercettazioni tra Silvio Berlusconi e Agostino Saccà, coperte da segreto d'indagine, che alla puntata di ieri sera di "Annozero" dedicata al caso del gip di Milano Clementina Forleo. «Alcuni media pubblicano gli audio - rilevano il presidente e il segretario dell'Anm, Simone Luerti e Luca Palamara - di intercettazioni telefoniche interne ad una indagine penale ancora in corso e altri trasmettono versioni sceneggiate di note vicende oggetto di procedimenti penali e disciplinari che coinvolgono attualmente magistrati». L'Anm «stigmatizza operazioni mediatiche e spettacolari che possano alimentare il pericolo così autorevolmente segnalato».

«La conversazione Berlusconi-Saccà prende lo stomaco - afferma Franco Monaco (Pd) - e dovrebbe rinfrescare la memoria ai cantori della democrazia normale, ai censori dell'antiberlusconismo, a quelli che hanno sostituito la sacrosanta indignazione con la stanca assuefazione alla politica ridotta ad asservimento e mercimonio». «D'accordo, le regole si discutono con tutti, ma rammentando con chi si ha a che fare. Ci sono - conclude Monaco - anche i principi e la dignità».

«È un quadro già di per sé estremamente sconfortante. Di fronte a tale situazione è ormai fuori luogo parlare di sospensione – è più esplicito Antonio Borghesi, deputato dell`Italia dei Valori - Bisognerebbe pensare al licenziamento per l`ex direttore generale e ad una richiesta di risarcimento danni per l`azienda, che ha subito le conseguenze di un operare assolutamente deviato e collusivo con l`unico vero concorrente».

Dall'interno della Rai è intervenuta la conduttrice di Piazza Grande, Monica Leofreddi. «Parlare di raccomandazioni politiche può essere una generalizzazione - dice la Leofreddi - che lede l'immagine e il curriculum di una persona ma definire le donne "prostitute", con tutto il rispetto per le prostitute, è una discriminazione inaccettabile. A un uomo dici "raccomandato" e a una donna "prostituta": non lo trovo giusto. È un messaggio negativo, da denuncia». Secondo Monica Leofreddi, Berlusconi avrebbe dovuto «avere il coraggio di fare nomi e cognomi, se avesse voluto rendere un servizio alla televisione spingendo viale Mazzini a fare pulizia».

L'Unità

 
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