il vecchio prof

LAVORARE PER CHI?


Il commento di lemmy mi ha fato venire in mente una poesia (no non è una poesia, è una prosa) di Peguy :)Un tempo gli operai non erano servi.Lavoravano.
Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore.La gamba di una sedia doveva essere ben fatta.Era naturale, era inteso. Era un primato. Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in modo proporzionale al salario. Non doveva essere ben fatta per il padrone,né per gli intenditori, né per i clienti del padrone.Doveva essere ben fatta di per sé, in sé, nella sua stessa natura.Una tradizione venuta, risalita da profondo della razza,una storia, un assoluto, un onore esigevano che quella gamba di sedia fosse ben fatta.E ogni parte della sedia fosse ben fatta. E ogni parte della sedia che non si vedeva era lavorata conla medesima perfezione delle parti che si vedevano.Secondo lo stesso principio delle cattedrali.E sono solo io — io ormai così imbastardito — a farla adesso tanto lunga.Per loro, in loro non c’era neppure l’ombra di una riflessione.Il lavoro stava là. Si lavorava bene. Non si trattava di essere visti o di non essere visti.Era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto.Noi veniamo da questa tradizione, se i nostri ragazzi vedessero adulti lavorare così, non credi che ci sarebbe una speranza di "rivoluzione"?