il vecchio prof

DELLA SPERANZA...


"QUALCUNO CI HA MAI PROMESSO QUALCOSA? E ALLORA PERCHE' ATTENDIAMO? " (C. Pavese)
C'è in me, ma credo in tutti, questa speranza che il futuro ci riservi qualcosa di speciale, che valga la pena aver vissuto fino a quel momento...Ma è una speranza ragionevole? Cioè, è una speranza fondata su delle ragioni o è un atto irrazionale dettato solo dal nostro istinto di sopravvivenza?Per essere ragionevole deve avere una certezza nel presente... per esempio, spero nell'aiuto di una persona perché mi ha già dato prova che tiene a me.Il tema della speranza è molto attuale; nel senso che tanti dialoghi sulla situazione presente finiscono con "sperèm" speriamo... ma senza molta convinzione.In cosa fondiamo la speranza? Nel potere no di certo!... in noi stessi? nelle nostre forze? Può essere.... ma ne abbiamo davvero le forze?E' un tempo amaro questo... grandi desideri che già dentro di noi vengono negati perché siamo già certi che non hanno la possibilità di essere realizzati.... Nello stesso brano Pavese dice:"Non c'è cosa più amara che l'alba di un giorno in cui nulla accadrà "Non è forse questa la sottile disperazione che ha pervaso noi e il nostro popolo e che impedisce ogni rischio, ogni sacrificio?Impedisce, cioè, che il desiderio diventi costruttività, avventura, passione per un cammino, paziente, perché certo del compimento.I giovani sono la vittima più tragica di questa atrofizzazione dell'io......