il vecchio prof

MIA GIOVINEZZA


MIA GIOVINEZZANon t’ho perduta. Sei rimasta, in fondo all’essere. Sei tu, Ma un’altra sei: senza fronda né fior, senza il lucente riso che avevi al tempo che non torna, senza quel canto: Un’altra sei, più bella,Ami, e non pensi esser amata: ad ogni fiore che sboccia o frutto che rosseggia o pargolo che nasce, al Dio dei campi e delle stirpi rendi grazie in cuore.Anno per anno, entro di te, mutasti volto e sostanza. Ogni dolor più salda ti rese: ad ogni traccia del passaggio dei giorni, una tua linfa occulta e verde opponesti a riparo. Or guardi al Lume che non inganna: nel suo specchio miri la durabile vita. E sei rimasta come un’età che non ha nome: umana tra le umane miserie, e pur vivente di Dio soltanto e solo in Lui felice.O giovinezza senza tempo, o sempre rinnovata speranza, io ti commetto a color che verranno: infin che in terra torni a fiorir la primavera, e in cielo nascan le stelle quand’è spento il sole.Ada Negri Come mi corrisponde questa visione della giovinezza! Ora che al termine "giovane" si è sostituito quello di "giovanile", la giovinezza di cui parla Ada, è proprio qualcosa di altro; più bello perché più consapevole di tutto ciò che è la vita, nel bene e nel male.E ultimamente ciò che emerge è una gratitudine senza confini.