Ho letto un piccolo brano di Chesterton su Santa Klaus,ed è così simile alla mia esperienza che potrei averlo scritto io:«Quel che è successo a me è l’opposto di quello che sembra l’esperienza della maggior parte dei miei amici. Invece di rimpicciolire fino a diventare un puntino, Santa Claus è cresciuto sempre di più nella mia vita fino a riempirla quasi del tutto.È successo in questo modo. Da bambino mi trovai di fronte a unfenomeno che richiedeva una spiegazione.Avevo appeso alla sponda del mio letto una calza vuota, che al mattinosi era trasformata in una calza piena.Non avevo fatto nulla per produrre le cose che la riempivano.Non avevo lavorato per esse, né le avevo fatte o aiutato a farle.Non ero nemmeno stato buono – lungi da me!E la spiegazione era che un certo essere, che la gente chiamava Santa Claus,era benevolmente disposto nei miei confronti…Credevamo che una benevola agenzia ci avesse davvero dato quei giocattoli perniente.E, come dico, lo credo ancora - ho semplicemente ampliato l’idea.Allora chiedevo solo chi metteva i giocattoli nella calza,ora mi chiedo chi mette la calza accanto al letto e il letto nella stanza,e la stanza nella casa, e la casa sul pianeta e il grande pianeta nel vuoto.Una volta mi limitavo a ringraziare Santa Claus per pochi soldi e qualche biscotto.Ora lo ringrazio per le stelle e i volti per strada, per il vino e il grande mare. Una volta pensavo fosse piacevole e sorprendente trovare un regalocosì grande che entrava solo per metà dentro la calza.Ora sono deliziato e stupito tutte le mattine di trovare un regalo così grandeche ci vogliono due calze per contenerlo, e la gran parte ne rimane fuori.È il grande e incredibile regalo di me stesso per la cui origine non posso offrire alcuna ipotesi, eccetto che Santa Claus me l’ha dato in un fantastico momento di benevolenza».