il vecchio prof

SULLA GIUSTIZIA ......


Luca in un commento al precedente post mi scrive:"purtroppo finchè ci sarà vita ci sarà conflitto!"Caro Luca,  la vera questione non è se ci sarà o meno conflitto in questa terra...è se io o te siamo così anestetizzati da non sentire più niente,non sentire quel dolore sordo, quel senso di giustizia ferito,quella domanda di cambiamento di sé che ci faccia sentireuniti ad ogni essere umano che soffre e che muore.O in noi vince il cinismo.Ma in me lotto perché vinca la speranza che io posso cambiare...e quindi ogni uomo può cambiare.Basta un incontro vero, e la speranza riprende vigore. 
Su un blog leggevo dell'ingiustizia che noi costantemente accettiamo come normale,e tra le altre cose diceva:"... Viene da pensare che questa tanto decantata e impellente modernitàsia in realtà un processo collettivo di atrofizzazione delle coscienze.Non c’è più giustizia né idealità: solo un immenso e legalizzato si salvi chi può.Un ritorno agli istinti peggiori della specie.Un me ne frego liberatorio, perché il mondo fa talmente schifoche conviene accettarlo così com’è.Forse è pure comprensibile, l’egoismo è un fatto di natura.Ma non è neanche intelligente....L’impegno (piccolo, grande, fondamentale o inutile che sia) per un’altra societànon è solo giusto:è anche conveniente per se stessi. Troppo difficile da spiegare in un mondo fatto su misura di chi ha spento il cervello."Una conclusione triste, ma la battaglia si combatte prima di tutto in noi,ed è una battaglia per la verità,senza ideologismi che dividono gli uomini in buoni e cattivi(e noi siamo sempre tra i buoni!).Ed essere "salvi" non coincide con l'essere ricchi.