come un DERVISCIO

Carità cristiana


Ieri sera ho visto su "Le Iene" il servizio di Giulio Golia sul drammatico caso di Salvatore Crisafulli.Con questo post non intendo associarmi, come pure è giusto che faccia, al coro di persone che si addolorano per lo strazio di questi disgraziati e dei loro familiari, ma vorrei, in modo più semplice, attirare l'attenzione su alcuni minuti del servizio, e precisamente quelli in cui appare il Vescovo per portare conforto. Bene l'alto prelato ha pensato bene di portare un dono al povero Salvatore. E cosa, la sua fervida immaginazione, ha pensato di regalare ad una persona che da sette anni è immobilizzata a letto, senza speranze di guarigione? Un portachiavi! Se la drammaticità delle immagini della sofferenza di quell'uomo non avessero bloccato qualsiasi atto di ilarità, sarei stramazzato a terra dalle risate. Ma cosa voleva essere quel presente? Una battuta? Un augurio? Una speranza? O forse, visto che Salvatore aveva espresso il desiderio di essere sottoposto all'eutanasia, il buon Vescovo intendeva utilizzarlo come vettore, e far consegnare quel portachiavi a S. Pietro che ne ha forse un bisogno maggiore? Mi sento di dare un suggerimento all'arguto sacerdote: "la prossima volta... basta il pensiero!"  NB: la parte "incriminata" va dal minuto 10.08 al minuto 11.50   http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/153834/golia-ho-deciso-di-morire.html