come un DERVISCIO
un'infinita e immutevole rotazione su me stesso ed intorno al mondo
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Post n°112 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da derviscio_2008
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Post n°111 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da derviscio_2008
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Post n°110 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da derviscio_2008
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Post n°109 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da derviscio_2008
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Post n°108 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da derviscio_2008
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Post n°107 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da derviscio_2008
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Post n°106 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da derviscio_2008
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Post n°105 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da derviscio_2008
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Post n°104 pubblicato il 06 Febbraio 2010 da derviscio_2008
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Post n°103 pubblicato il 06 Febbraio 2010 da derviscio_2008
Mi sento portato ad intraprendere nuovi cammini sulla strade dell'arte. Così ho deciso di dedicare parte del mio tempo alla pittura. Questo è il capolavoropartorito dalla mia mente. Un'opera che, son sicuro, sarà oggetto delle brame delle più prestigiose pinacoteche del mondo. Il titolo del capolavoro è Dali_a_Qui
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Post n°102 pubblicato il 06 Febbraio 2010 da derviscio_2008
In rarissimi casi ho utilizzato questo blog per trattare argomenti che rientravano nella mia sfera personale. Una arcaica forma di riservatezza me lo impediva. Stavolta però è diverso. Sento la necessità di esternare il caleidoscopio di sentimenti che mi pervade, ma non per portarli a conoscenza dell'occasionale visitatore che si trova a passare, quanto per l'irrefrenabile desiderio di vederlo scritto, della smania di edigere una costituzione dello scripta manent, della voglia di sbattermelo in faccia. Questa lettera, oltre ad essere un inequivocabile capo d'accusa contro il sottoscritto vuole, più di ogni altra cosa, essere una testimonianza di ringraziamento e gratitudine ad una donna che è riuscita ad amarmi più di quanto io abbia amato me stesso. Una donna con la D maiuscola, come forse ce ne sono poche. Non intendo essere stucchevole, tedioso o sdolcinato, ma soltanto attribuire il giusto valore alle cose. Attenzione, non sto parlando di una santa senza difetti o pecche, al contrario lei ne aveva e mi irritavano parecchio, ma di una persona che è riuscita, nel tempo in cui siamo stati vicini, ad aiutarmi, a soccorermi, a confortarmi, ad assistermi, ad adoperarsi per farmi star bene. E lo ha fatto con una dedizione unica, un amore totale, una passione sconfinata. Purtroppo per me non sono riuscito ad avvalermi dei suoi sforzi per ricambiare in ugual misura. La mia aridità sentimentale ha formato una diga, una barriera oltre la quale non sono mai riuscito ad andare. Non che non le volessi bene, al contrario, avrei fatto di tutto per lei, ma ho sempre avuto un atteggiamento brullo, spoglio, sterile e soprattutto improduttivo nei suoi riguardi che non ha contribuito alla creazione di un nucleo duraturo. Queste righe non hanno la pretesa di apparire come una recriminazione o un rammarico, ciò che è fatto è fatto, cerco semplicemente di capirne il motivo. Perché non mi sono liberato dei miei dubbi? Perché non ho superato le mie angosce? Perché una parte di me temeva il dividere con lei il mio destino? Perché quest'ossessione di paura verso un rapporto serio e duraturo? Da cosa volevo scappare? Chiunque altro al mio posto si sarebbe sentito baciato dalla fortuna, perché io ne avevo spavento? Cosa c'è che non va nelle mie sinapsi? Sono interrogativi che continuano a ronzarmi nella testa, ed ai quali non riesco a dare una risposta soddisfacente. So di certo di aver perso qualcosa di speciale, ma non l'ho fatto con consapevolezza, con intenzione, soprattutto non l'ho fatto per ferirla. Un vecchio adagio recita che chi è causa del suo mal pianga se stesso. E ciò che farò. Di lei mi rimangono delle foto che ci hanno fatto ridere, le serberò con particolare cura affinché, riguardandole , possa trarre da esse la forza per continuare a combattere. E lascio che sia colui che ha preso, o prenderà, il mio posto a darle quei brividi, quelle sensazioni, a dirle quelle parole che io, mio malgrado, non sono riuscito. E di cuore le faccio i miei migliori auguri. Dedicata a lei. Bon Jovi Thank you for loving me |
Post n°101 pubblicato il 05 Febbraio 2010 da derviscio_2008
Una donna che fa l'amore con Hitler, questa è la campagna pubblicitaria tedesca contro l'Aids! La spiegazione è quella di "scuotere le persone". |
Post n°100 pubblicato il 05 Febbraio 2010 da derviscio_2008
State soffrendo per amore? Tranquilli, anche per queste spiacevoli situazioni,c'è la pillola che fa per voi. E' stata ricavata da una pianta africana, e commercializzata come un rimedio contro le pene d'amore. Come riferisce il giornale austriaco Wiener Zeitung, il nuovo formidabile ritrovato viene infatti ricavato dagli estratti dei frutti esotici di un albero che cresce nella Costa d'Avorio, il Griffionia simplicifolia.Ed è questo ritrovato che la società farmaceutica Coropharm sta per immettere sul mercato sotto forma di pillole. Indovinate come si chiamerà?Si chiamerà Amorex e promette davvero miracoli. Insomma, basta pene d'amore, addio cuori infranti e sofferenze senza fine: una pillola e via, passa tutto. Vale per uomini e donne, nessuno escluso, a qualsiasi età. Almeno così dicono, in stile Se mi lasci ti cancello. Non resta che provare per credere. Ps: io dovrò prenderne almeno una dozzina di scatoe, e tu?
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Post n°99 pubblicato il 04 Febbraio 2010 da derviscio_2008
Il sito britannico ForgetDinner ha stilato una classifica dei mestieri considerati più sexy. A sorpresa, perde punti, classificandosi all'ultimo posto, il bancario in abiti eleganti e con la ventiquattro ore e balza al primo posto i pompieri. Ora mi chiedo: "Ed io che sono disoccupato come mi classifico?"
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Post n°98 pubblicato il 04 Febbraio 2010 da derviscio_2008
Ieri sera ho visto su "Le Iene" il servizio di Giulio Golia sul drammatico caso di Salvatore Crisafulli. Con questo post non intendo associarmi, come pure è giusto che faccia, al coro di persone che si addolorano per lo strazio di questi disgraziati e dei loro familiari, ma vorrei, in modo più semplice, attirare l'attenzione su alcuni minuti del servizio, e precisamente quelli in cui appare il Vescovo per portare conforto. Bene l'alto prelato ha pensato bene di portare un dono al povero Salvatore. E cosa, la sua fervida immaginazione, ha pensato di regalare ad una persona che da sette anni è immobilizzata a letto, senza speranze di guarigione? Un portachiavi! Se la drammaticità delle immagini della sofferenza di quell'uomo non avessero bloccato qualsiasi atto di ilarità, sarei stramazzato a terra dalle risate. Ma cosa voleva essere quel presente? Una battuta? Un augurio? Una speranza? O forse, visto che Salvatore aveva espresso il desiderio di essere sottoposto all'eutanasia, il buon Vescovo intendeva utilizzarlo come vettore, e far consegnare quel portachiavi a S. Pietro che ne ha forse un bisogno maggiore? Mi sento di dare un suggerimento all'arguto sacerdote: "la prossima volta... basta il pensiero!" NB: la parte "incriminata" va dal minuto 10.08 al minuto 11.50 http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/153834/golia-ho-deciso-di-morire.html
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Post n°97 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da derviscio_2008
Ipotesi di colloquio
A modo mio parlavo con lui, lo interrogavo. Sapevo che lui sapeva e volevo imparare, conoscere, istruirmi, sapere appunto. Sapere della vita, e di come funziona. E lui della vita, o parte di essa, mi raccontò. Descrisse i suoi perché. Mi disse: " Perché è così che ti frega la vita. Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi, quando il tempo è passato". Aveva ragione. Ma, il resto del tempo, chiesi. "Il resto del tempo, è tempo che passa ad aspettare o a ricordare." Come dargli torto. Io stesso usai una sua frase per definirmi "uno che amava assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla" perché rimanevo fermo, immobile, senza direzione. Lui, parlando in terza persona, ma riferendosi a me, aggiunse causticamente: "Sono gli altri le strade, lui è una piazza, non porta in nessun posto, lui è un posto". Tentai di replicare giustificando e motivando scelte ed azioni. Nella sua saggezza sottolineò: "Quando si parte, un pretesto per ritornare, bisogna sempre seminarselo dietro". Annuii affermando che così la partenza diventa meno dolorosa. "Certo" aggiunse "perché il partire è uno strano dolore, il dolore della nostalgica morte per qualcosa o qualcuno che non vivrai più. Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perché ridiventasse sè stesso in un tempo nuovo". Chiesi se questo mutarsi poteva chiamarsi speranza? "Si, perché non si è mai troppo lontani per non ritrovarsi". Mi ritornò alla mente un'altra sua frase "sapeva ascoltare, e sapeva leggere. Non i libri, quelli sono buoni tutti, sapeva leggere la gente, mentre scrivere è una forma sofisticata di silenzio", a volte assordante aggiunsi io. E concordammo su questa sconcertante scoperta del silenzio, e "di quanto sia silenzioso il destino, quando d'un tratto esplode". Parlò ancora della vita e mi ammonì dicendo: "Quando la gente ti dirà che hai sbagliato, e avrai errori dappertutto dietro la schiena, fregatene. Ricordatene. Devi fregartene. Tutte le bocce di cristallo che hai rotto erano solo vita. Non sono quelli gli errori, quella è vita, e la vita vera magari è proprio quella che si spacca, quella vita su cento che alla fine si spacca. Io questo l'ho capito, il mondo è pieno di gente che gira in tasca con le sue piccole biglie di vetro, le sue piccole tristi biglie infrangibili. E allora tu non smetterla mai di soffiare nelle tue sfere di cristallo, sono belle, a me è piaciuto guardarle, per tutto il tempo che ti sono stato vicino, ci si vede dentro tanta di quella roba. E' una cosa che ti mette l'allegria addosso. Non smetterla mai, e se un giorno scoppieranno, anche quella sarà vita, a modo suo... meravigliosa vita". Volevo ringraziarlo, ma lui mi fermò ed aggiunse uno spunto di riflessione: "Forse le cose stanno esattamente così: quelli che vale la pena di amare veramente sono quelli che ti rendono estraneo a te stesso. Quelli che riescono a estirparti dal tuo habitat e dal tuo viaggio e ti trapiantano in un altro ecosistema, riuscendo a tenerti in vita in quella giungla che non conosci e dove certamente moriresti se non fosse che loro sono lì e ti insegnano i passi, i gesti e le parole: e tu, contro ogni previsione, sei in grado di ripeterli". Terminò con un prezioso consiglio. Mi disse: "Se ami qualcuno che ti ama, non smascherare mai i suoi sogni. Il più grande, e illogico, sei tu". Ripasserò la lezione fino ad impararla. .
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Post n°96 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da derviscio_2008
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Post n°95 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da derviscio_2008
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Post n°94 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da derviscio_2008
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Post n°93 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da derviscio_2008
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ALVIN LEE & TEN YEARS AFTER THE BLUEST BLUES
SONO LE ORE
CHI SONO
![](http://digilander.libero.it/derviscio_2008/margherita.jpg)
Assolutamente emotivo
Decisamente testardo
Innegabilmente curioso
Volutamente egocentrico
Puntualmente beffardo
Essenzialmente sensibile
Lunaticamente mutevole
Imponderabilmente fatalista
Compulsivamente preciso
Sinistramente vendicativo
Discretamente colto
Intenzionalmente ermetico
Sfacciatamente accidioso
Evidentemente permaloso
Sibillinamente allusivo
Tendenzialmente insofferente
Insospettabilmente timido
Verbalmente fantasioso
Ombrosamente sorridente
Intrigantemente feticista
Eticamente corretto
Cerebralmente competitivo
Spinosamente polemico
Godibilmente ironico
Gioiosamente seduttivo
Sostanzialmente selettivo
Fastidiosamente orgoglioso
Fisicamente morbido
Spudoratamente lascivo
Concretamente affidabile
Intimamente denso
Preoccupantemente selvatico
Occasionalmente scrittore
Visceralmente appassionato
Perfettamente vulnerabile
![](http://digilander.libero.it/derviscio_2008/germit.jpg)
Inviato da: cassetta2
il 11/12/2023 alle 08:43
Inviato da: grisabelle
il 09/01/2011 alle 13:28
Inviato da: derviscio_2008
il 16/04/2010 alle 06:05
Inviato da: giusyian
il 15/04/2010 alle 20:04