Hai mai conosciuto una persona che fosse molte cose in una, le portasse con sè, che ogni suo gesto, ogni pensiero che tu fai di lei racchiudesse infinite cose della tua terra e del tuo cielo...e parole, ricordi, giorni andati che non saprai mai, giorni futuri, certezze,e un'altra terra e un altro cielo che non ti è dato possedere?
Cesare Pavese
Post n°13 pubblicato il 02 Febbraio 2014 da Il.giorno.In.Piu
"Aria, pensò, la vita è fatta d'aria, un soffio e via." Antonio Tabucchi L'acqua bollente della doccia scivolò sul suo corpo, appoggiato alle piastrelle levigate pensò ai giorni appena trascorsi, guardò l'acqua cadere sul piatto in ceramica color panna, chiuse gli occhi, rimase per lunghi istanti così, a volte un rivolo che arrivava alla punta del naso che provocava un leggero solletico. Era appena tornato da una giornata di acquisti da antiquari in piccoli negozi nelle calli, dopo aver recuperato tre sacchetti pieni di libri, l'indomani li avrebbe controllati uno a uno ripuliti per quanto possibile e messi in vendita nella sua libreria. Non si era reso conto del tempo che passava, assorto in questi e altri pensieri, la temperatura aveva cominciato a salire, forse la pelle fredda e i brividi per il gelo invernale fino a quel momento avevano mitigato quella sensazione, una scossa, come se una mano scorresse sulla schiena, facendosi strada fino ad arrivare al petto, questa volta il tocco sembra reale, immaginava, si scosse, si asciugò in fretta, infastidito dal pensiero che l'aveva colto, si mise una camicia bianca e un paio di pantaloni scuri, scarpe sportive, prese la giacca ed uscì. Si fermo davanti al pozzo di pietra che faceva capolino nella piazza di fronte a casa, si passò una mano tra i capelli, sentì una fitta, era dolore, ma non fisico, guardò un uomo anziano seduto su una panchina di marmo, volse lo sguardo verso l'insegna della Trattoria Sempione, l'acqua del piccolo canale, fece arrivare un profumo di iodio, la mareggiata della mattina aveva mosso l'acqua e il vento aveva portato con se un cielo limpido e cristallino. Attraversò il ponticello, fece il giro dell'isolato ed entrò dalla vecchia porta del locale. Ad accoglierlo Alfredo lo salutò con un sorriso.
Avevano cominciato a frequentarsi, lei arrivava come una furia scendendo dal treno che la portava dalla Stazione Termini a Santa Lucia, la vedeva scendere con la sua valigia contenuta, impeccabile, elegante e sensuale con quelle calze nere velate che lasciavano a lui l'onere di immaginare quello che già pregustava. Si piazzava davanti a lui sulla banchina del binario e si baciavano, quei baci che riuscivano a fare sentire dentro lui muovere il desiderio più irrefrenabile. Pensava e ripensava a quegli attimi, a quei particolari, ai loro viaggi, alle loro fughe improvvise, in luoghi improbabili, come quell'antico monastero isolato in trentino, o quel vecchio mulino a vento diventato una piccola casa vacanze in Olanda. Si trovavano sempre con la voglia di fuggire e di farsi travolgere da ogni momento trascorso insieme, camminavano per le vie delle città, lasciando che le luci delle vetrine illuminassero i loro volti, varcando entrate di musei dove l'odore dell'olio e delle tele catturavano i loro passi e la loro voglia di assorbire le immagini che si presentavano alla loro voglia di conoscersi. Lui aveva una piccola casa nelle campagne isolata da tutto e spesso quando non restavano nel suo appartamento veneziano andavano la e si abbandonavano a notti insonni, in cui i loro corpi urlavano del desiderio che li rendeva incapaci di risistere al loro piacere, era intesa, era dolcezza, era istinto. Quasi in trance riapri gli occhi, davanti a se il menù, mentre Alfredo era in piedi vicino al tavolo con il suo piccolo block notes a quadretti, ordinò un piatto di riso e insalata, mentre aspettava le sue pietanza ripeteva a se stesso che avrebbe fatto meglio a rimanere a casa, scostò la tenda e guardando fuori dalla finestra vide le imbarcazioni ormeggiate, mentre un pescatore infreddolito conduceva lentamente il suo barchino. Quando arrivarono i suoi piatti non fece caso a nulla, assaggio le pietanze e le fece portare via, rimase un momento con il viso tra le mani, si alzò, saldò il conto. Uscì dal locale che ormai il buio si era fatto impenetrabile e i lampioni del viottolo erano spenti, imprecò per i guasti che spesso colpivano le vie della città lagunare, mentre gli occhi si abituavano all'oscurità prese a dirigersi verso casa sua, ripassò dalla piazza e stavolta era deserta, si avvicinò al portone, trovò le chiavi, un attimo prima che riuscisse a trovare la serratura un rumore di passi lo fece sussultare, sentì il cuore in gola e le tempie pulsare, vide un'ombra muoversi, troppo buio per distinguere, inspirò profondamente per ritrovare la calma, quando fu a pochi metri la voce di Giacomo si lasciò scappare una sola parola, il cui tono sembrò scaturire dal fondo dell'anima. Il profumo della donna aveva colpito le narici, l'olfatto aveva fatto il resto, lei camminò lentamente fino ad arrivare a pochi passi da lui, non aveva ancora aperto bocca, si stavano respirando, l'aria era intrisa del loro odore e del profumo che avevano imparato a riconoscere ogni volta che si erano trovati abbastanza vicini da leccarsi l'anima.
Si ricompose mentre seduti sull'ampio divano aveva già sbottonato la camicia di lei, sentì il reggiseno sotto le sue dita, lo slacciò con un movimento improvviso, raccolse i seni con le mani mentre continuava a baciarla, era a cavalcioni su di lei, era massiccio e la sovrastava, senti le mani di lei farsi strada, sul petto fin su alle spalle, alle braccia, rimase a petto nudo mentre lei slacciò la cintura e tolse i pantaloni. Travolti, si inseguivano e si toccavano, non sapendo dove concentrare la loro attenzione, si stavano amando, bruciando di vita, sapevano cos'erano l'uno per l'altra. Giulia si avvicinò all'orecchio di lui. - Questo momento è sempre stato nostro.
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Metterei il viso nell'incavo tra la tua spalla e il petto
mi perderei nel tuo odore...
nel profumo del tuo corpo...
nel tocco delle tue carezze e rimarrei così
mentre le mie mani sfiorando la tua mente
arriverebbero al centro del tuo piacere...
'Jack'
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In un tango mille emozioni,
il tuo corpo si lascia condurre dalle mie braccia,
ti stringo a me, mentre i passi diventano passione,
non smetti di perderti nei miei occhi,
un fuoco che brucia,
sento un brivido quando la musica diviene ritmo,
i nostri movimenti sussurrano per noi,
ti tocco,
la pelle vibra, i tuoi pensieri sussultano,
le mie labbra incrociano le tue,
la musica si spegne,
le mani intrecciate
e due cuori che parlano di...
noi.
'Tu'
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