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Post n°12 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da designmg
Perchè non riusciamo a concepire moto accessibili? E' davvero cambiato il mercato cosi tanto da impedire la creazione di una moto italiana di fascia media di buon gusto? E per buon gusto intendo quel veicolo che non potrò mai guidare perchè ormai appartiene al passato. Era pieno di fascino, col suo colpo d'occhio che oggi diremmo "richiama il vintage". Ma anche pieno di senso nelle sue semplici soluzioni. Per una volta, dopo il tanto odio provato per quei veicoli cosi poco aerodinamici, spesso strani, senza alcuna forma che li potesse diversificare tra loro, adesso ne sento una profonda attrazione. Per quel telaio che, portatore della sola funzione meccanica, in realtà sottolinea lo stile e la linea di una moto in modo cosi evidente. Ne rimango affascinato, anche se ancora il periodoo più odiato rimane quello tra gli anni 80 e 90, dove il tentativo di rendere "moderno" era fin troppo eccessivo riuscendo a ridicolizzare a volte il progetto vero e proprio. Formalmente si caricava la moto di attributi esagerati che la allontanavano perfino dalla sua funzione. Il tentativo non era più quello di emozionare, ma di sorprendere l'acquirente. Sembrava che ogni caratteristica formale potesse addirittura migliorare le potenzialità della moto stessa. Una finta presa d'aria, una eccessiva carenatura delle parti, ruote anteriori che si perdono sotto coperture aerodinamiche. Per moto che non guiderete mai alla velocità massima, se non una volta nella vostra vita. Ecco perchè la vera funzionalità torna ad essere padrona del concetto moto e torna a far parlare di vero DESIGN. Design che come sappiamo ha un significato ben diverso dal solo DISEGNO. Nella moto la funzionalità può esprimersi e dimostrarsi in tipologie diverse di progettazione. Ogni impostazione diversa che ogni moto racconta, da luogo a un target di utilizzo ben preciso, e data questa sua particolarità, ne viene anche una sua singolarità e un suo stile. Al giorno d'oggi ci sono due libertà che stanno una opposta all'altra. Da una parte la libertà creativa, che nell'ultimo decennio ha estremizzato molto la moto portando nella produzione di serie concetti che avrei ritenuto inacccettabili per normative e leggi. E questo può anche andar bene perchè la creatività, arrivata ad un limite insuperabile, ha obbligato lo studio delle meccaniche a cercare novità e soluzioni che attirino nuovi acquirenti. E questo ha stimolato lo sviluppo, che forse da un pò di tempo dormiva sugli allori. La libertà che invece se ne sta andando è quella di possedere moto semplici; una tendenza opposta allo sviluppo e alla novità necessaria. Il mercato è stato infatti abituato a questo modo di vendere, creando questo tipo di tendenza. E oggi si sa, seguire le tendenze sembra essere l'unico obiettivo aziendale per rimanere a galla e non rischiare troppo i propri capitali. Il punto è: abbiamo tutti la necessità di comprare mezzi che possono tranquillamente sfidarsi in pista senza problemi? Ritengo che la sportività, il guardare sempre all'avanguardia, raggiungere il massimo dell'evoluzione tecnica, non debbano essere gli unici obiettivi che le Case vogliano imprimere nelle nostre teste. Poi basta guardare in quanti vogliano usare una cilindrata media acquistando uno scooter. Perchè fino a 500 cc non si può scegliere? |
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