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Lo strano utensile

Post n°17 pubblicato il 03 Gennaio 2011 da designmg
 
Foto di designmg

Anche Natale e' passato e tra i regali ricevuti segnalo: un libro di Enrico Morteo intitolato "Grande atlante del design", di cui ho apprezzato la sintetica introduzione che riguarda oltre un secolo di storia del design, e poi lui, un utensile da cucina che ha portato con se un inaspettato clamore!

Trattasi di uno spaccanoci che non rompe solo noci, ma tutta la frutta a guscio che il Natale porta con se... Fin qui niente di strano, solo che l'utensile si presenta in modo innovativo con una sorta di cono tagliato a meta' lungo il suo asse. In posizione di riposo vi si inserisce il frutto e schiacciando lo si rompe. Inoltre l'interno del cono e' fatto sia come un foro filettato, nonche' con ulteriori puntine a rilievo. Tutto questo ha portato ad un effetto cosi inaspettato da scambiare l'oggetto con uno strano giocattolo erotico per uomini! E anche la verniciatura lucida viola ha fatto il resto dandogli un aspetto un po' "candy"e quindi "toy"!

A parte le risate assicurate, alla fine ho apprezzato comunque uno sguardo alternativo al design di questo oggetto, dove si e' riusciti a mantenere la sua funzionalita' pur giocando su un nuovo linguaggio formale. Dovrebbe essere quindi cosi il pensiero verso i nostri oggetti quotidiani, cioe' riuscirne a capovolgere le sensazioni giocando con contesti immaginari, fatti di situazioni innescate dalla fantasia.

Riallacciandoci al libro citato inizialmente, cio' che dice l'introduzione e' proprio questo, cioe' che sembra essere questo il design dei giorni nostri, e finira' per delimitare un vero e proprio stile di quest'epoca.

 
 
 

Inseguire, Esplorare, Sperimentare il design

Post n°16 pubblicato il 11 Dicembre 2010 da designmg
 
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Inseguire, Esplorare, Sperimentare il design.
Farlo ogni giorno è cosi difficile, quando quella libertà mentale necessaria, viene ridotta a causa delle necessità industriali. A causa di regole imposte dal sistema. Indipendentemente dal fatto che si abbia o no la possibilità di esercitare l'attività di disegnatore-progettista, ci sono un sacco di limitazioni mentali che si ripetono nella giornata lavorativa. Quindi, il designer, dovrebbe poter avere la massima libertà nel resto delle attività quotidiane. Ogni possibilità di sperimentare può portare all'esplorazione di nuovi metodi, nuove realtà e nuovi concetti.

Mi sto chiedendo se è cosi difficile ritrovare un sistema personale che dia sfogo alle proprie capacità, quando si ha già un lavoro.

Ho provato a sperimentare ciò che certe lavorazioni della materia possono facilmente suggerire, come il taglio di materiali in 2D, e il risultato è stato solo un lavoro di grafica. Mi sto ritrovando nella condizione in cui la libertà dell'immaginazione, che prima trovava una via d'uscita nel disegno a mano libera, adesso si trova strozzata dal tempo che manca.

Forse a volte si tratta solo di sforzarsi, di prendere più in pugno la situazione...e la matita.

Ci proverò con tutte le mie forze, anche se autoprodursi ha veramente i suoi svantaggi e tra costi, messa in vendita, apprezzamento del pubblico a lungo termine, passano le settimane.

Però conto anche sul fatto che ci sia come un ritorno, un re-interessamento a ciò che produce il designer locale, non più il prodotto internazionale globalizzato. Un ritorno ai valori di colui che produce l'oggetto, quella persona che puoi anche conoscere nella realtà. Quella persona che ti può trasmettere il contenuto e i retroscena di ciò che non è più solo un oggetto, ma una materia dell'anima.

Puoi renderti conto che un oggetto concepito da una persona sola, è capace di contenere valori che fino ad ora avresti attribuito ad “oggetti di design” (come molti amano dire, non è altro che l'industrializzazione di un oggetto con un certo studio grafico, formale e funzionale, ad alto costo). Questi oggetti hanno un costo elevato, perchè devono “spiegare” il loro valore concettuale mediante la perfezione e la capacità dei materiali. Acquistano cosi un valore aggiunto che motivano l'adozione di certe scelte progettuali. Ricordiamoci però che alla base c'è sempre il solito pensiero di una persona, che è riuscito a fermare su carta un idea e l'ha resa realtà.

Quindi, non ci impauriamo di fronte a ciò che può offrire un designer sperimentale, perchè se l'idea è buona, lo sarà anche il prodotto finale, nonostante le soluzioni non siano di livello industriale. Piuttosto sarà un pezzo unico, ma tanto uno solo ce ne deve stare in casa vostra!

 
 
 

Strategie di recupero d'immagine...

Post n°15 pubblicato il 16 Novembre 2010 da designmg
 
Foto di designmg

Apro gli occhi ogni giorno e mi guardo intorno. Guardo tutti gli oggetti che mi circondano. Mi soffermo su uno solo e mi rendo conto che non solo rappresenta diversi percorsi di sviluppo per la sua realizzazione, ma porta con se tante caratteristiche che fanno parte del disegno industriale. Alla fine sono tutti tasselli che vanno a comporre l'oggetto-prodotto. Risulta cosi che tutto quello che mi circonda è design. Fasi come la progettazione del prodotto, progettazione delle fasi di sviluppo del prodotto, studio della produzione, ma non solo. C'è anche progettazione nella cronologia di vendita di una gamma di prodotti.

E quest'ultimo elemento si dimostra importante nelle strategie divendita in una società attuale, in cui certi target di mercato dimostrano sempre un certo interesse da parte degli acquirenti, ma sono allo stesso modo diventati saturi. Per saturo si intende un mercato che ormai ha soddisfatto una richiesta di bisogno, e in tal modo il servizio offerto è diventato un surplus per la vita di tuttii giorni. Questo poterne fare a meno, crea non pochi problemi per quelle aziende che non hanno una gamma di prodotti molto ampia in vendita e che nemmeno possono inventarsi un mercato nuovo (anche per immagine! Pensate se Ducati volesse produrre frullatori...). Comunque l'importanza di una cronologia di vendita si dimostra un arma vincente per creare un piano di vendite valido, e deve essere studiato per un periodo che va dai 5 ai 10 anni a venire.

Per capire meglio come funziona, immaginiamo una Casa motociclistca che decide di vendere prodotti con certe caratteristiche tecniche. Queste caratteristiche possono essere di livello inferiore o superiore al modello che vanno a sostituire. Generalmente dovrebbero essere superiori al modello precedente, ma non sempre è cosi. Questi percorsi ci fanno capire se un azienda è capace di fare crescere un prodotto in modo continuo ed evolutivo, allora si parla di aziendecon un immagine generale in cui ricerca e sviluppo sono molto importanti. E probabilmente sono le aziende che poi ottengono un ritorno economico maggiore nonchè un valore più alto a livello distintivo del marchio. Quando invece si vedono proporre modelli con contenuti ripetitivi o involutivi, possiamo distinguere altri due casi. O sono aziende che non investono in alcun settore e che quindi tendono a copiare un mercato già esistente, oppure sono aziende che effettuano questa scelta in modo non casuale. Infatti non è un caso il settore moto dove alcune tipologie di moto sono giunte a un limite meccanico-tecnologico che per chiunque è difficile superare. In special modo proprio adesso che alcune categorie, come le sportive, sembrano non poter fare a meno della novità dell'anno. Per cui è chiaro che alcune aziende, a tutela della loro immagine futura, perferiscono effettuare sistematicamente dei piccoli passi indietro o fermare per un anno la loro corsa al miglioramento (la Z750 non è un caso, visto che la seconda serie è stata giudicata quasi peggiore della precedente). E anche tutto questo è progettazione (della tutela di immagine). Se una Casa è consapevole di non poter proporre novità per l'anno a seguire, allora crea un nuovo modello di riferimento un pò inferiore a quelli futuri. Questo modello rappresenterà un nuovo livello di soddisfazione-cliente, perchè sarà l'unico disponibile e l'unico in vendita ora. Il vantaggio verrà dopo, quando realizzare un modello con quelle caratteristiche migliorate, sarà più semplice. La soddisfazione-cliente sarà considerata più alta nei modelli a venire, come più alta sarà ritenuta la capacità di una Casa di migliorare.

Quindi ricapitolando, la nuova cronologia di vendita, deve essere affrontata con un periodo iniziale in cui andrà messo in conto un peggioramento dell'immagine a zone (cioè non su tutta la gamma contemporaneamente) che può durare anche due anni (la vita di un modello). Poi ci troveremo a poter risalire agevolmente grazie alla progettazione di modelli di cui si ha la certezza di poter realizzare con qualità migliori, grazie alle conoscenze già in possesso all'azienda. Quest'ultima poi deve approfittare del conseguente apprezzamento da parte del pubblico, trasformando i guadagni in sviluppo (essere scesi di un gradino infatti è stato quasi a costo zero, non c'è spesa, semmai piccole perdite, ma per guadagnare nuovi clienti devi investire).

 

 

 
 
 

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Post n°14 pubblicato il 13 Novembre 2010 da designmg
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E' l'unico frutto del design....è la banana! è la banana!

Post n°13 pubblicato il 13 Novembre 2010 da designmg
 
Foto di designmg

La banana, pensandoci bene, è l'unico prodotto vegetale che rispetta molte regole del design: la riproducibilità in serie (ovvio), la sua "confezione" usa e getta totalmente riciclabile che permette di mantenere igienico il contenuto, prima e durante l'uso. Non servono utensili per aprirla (tranne quando non si apre in alto perchè è morbida....ma anche un succo di frutta vi capita senza cannuccia!). Non ci si sporca. Inoltre è un portento di energia a portata di mano.

Naturalmente non c'è progetto (a parte la creazione della piantagione) e frutto cosi è naturalmente...incredibile!

 
 
 
 
 

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Un blog di: designmg
Data di creazione: 14/08/2010
 

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