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Addio a Mariangela Melato, grande attrice di teatro e cinema

Post n°243 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 

ultimo aggiornamento: 11 gennaio, ore 12:08
Roma - (Adnkronos) - Aveva 71 anni. Si è spenta a Roma questa mattina. Milanese di nascita aveva esordito in teatro affermandosi nel 1968 con l''Orlando Furioso' diretto da Luca Ronconi. Interprete tra le più intense e versatili ha spaziato dalle tragedie greche ai musical. Al cinema restano indimenticabili molti suoi personaggi. Su tutti la ricca industriale di 'Travolti da un insolito destino...' VIDEO. Pupi Avati: "Esordì con me, era la più brava"FOTO

 
 
 

E MORTA MARIANGELA MELATO ADDIO GRANDE DONNA DI TEATRO

Post n°242 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 

LE IMMAGINI E I PARTICOLARI
Venerdì, 11 gennaio 2013 - 09:59:00
Mariangela Melato

L’attrice è morta questa mattina intorno alle 5 in una clinica romana. Aveva 71 anni. Dal 1993 era legata al Teatro Stabile di Genova per il quale ha messo in scena “Un tram che si chiama desiderio” presentato a Spoleto per il festival dei Due Mondi e “L’affare Makropulos” per la regia di Luca Ronconi. Nata a Milano, l’attrice nel 1960 entrò nella compagnia di Fantasio Piccoli debuttando come attrice giovane in “Binario cieco” di Terron. Dal 1963 al 1965 lavorò con Dario Fo in “Settimo Ruba un po’ meno” e “La colpa è sempre del diavolo”. Nel 1966 lavorò con lo stabile di Trieste, nel 1967 con Visconti nella “Monaca di Monza”.

Nel 1967 si affermò sempre a teatro nell’“Orlando furioso” (1968) di Luca Ronconi, ma ebbe successo anche nella commedia musicale di Garinei e Giovannini “Alleluia brava gente” (1971). Ha affrontato personaggi di grande impegno nelle opere teatrali Medea di Euripide (1986), Fedra (1987), Vestire gli ignudi di Pirandello (1990), La bisbetica domata di Shakespeare (1992). Negli anni settanta i suoi impegni cinematografici sono in crescono e tra tutte le interpretazioni, sicuramente “mitica” è rimasta quella del film “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” del 1974 di Lina Wertmuller.

I RICORDI DELL'ATTRICE:

"ORA NON RIESCO PIU' A PARLARE" - "Ora non riesco a parlare". Cosi' risponde Lina Wertmuller, regista che firmo' il celebre "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto" che vede protagonista una splendida Mariangela Melato con Giancarlo Giannini, appena appresa la notizia della morte della grande attrice".   

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GUARDA I VIDEO

 

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Bevi troppo? Diventerai così Ecco l'app contro l'alcolismo

Post n°241 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 

Venerdì, 11 gennaio 2013 - 10:35:00

Appelli e messaggi su tv, radio e affissioni non bastano a frenare il fenomeno dell'alcolismo. Così il governo scozzese ha deciso di accompagnare la sua campagna "Drink smarter" contro l'abuso di alcol con un'app che mostra come bere troppo ci può rovinare fisicamente. Disponibile per ora solo per Android (ma arriverà presto anche per iPhone), l'application Drinking Mirror è semplice da usare: basta caricare una propria foto e inserire le proprie abitudini in fatto di drink. L'immagine sarà elaborata mostrando come si trasformerà il proprio volto nei prossimi dieci anni continuando a bere ai ritmi attuali.

drinking mirror app

L'app ovviamente funziona sia per gli uomini che per le donne, anche se una portavoce del governo scozzese ammette che sia rivolta soprattutto alle utenti di sesso femminile, facendo leva sulla maggiore attenzione di queste ultime per il proprio aspetto fisico. Sebbene infatti gli uomini bevano mediamente più delle donne, è pur vero che i decessi causati dall'abusi di alcolici fra le scozzesi di età compresa fra i 30 e i 44 anni sono raddoppiati negli ultimi vent'anni: solo nel 2010 si sono registrati una settantina di casi.

 
 
 

Storace ha ispirato Berlusconi. Sua l'idea della “lettera” a Travaglio

Post n°240 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 

Il colpo di scena nella trasmissione di Santoro è nato durante la cena con l'ex premier durante la quale si doveva discutere delle candidature. Il leader de La Destra ad affaritaliani.it: “Avendo una certa esperienza, gli ho spiegato che il momento più delicato è proprio quello della Lettera di Travaglio e così ho suggerito di rispondere allo stesso modo”. Ma sulla corsa per il Lazio il dado non è ancora tratto: “Contro di me metodi da Prima Repubblica”. La confessione: “Se mi danno il via libera faccio due campagne elettorali sia Regione che Politiche”
Venerdì, 11 gennaio 2013 - 11:34:00

A lettera si risponde con “lettera”. E chi è l'ispiratore del testo che ha spezzato il sorriso di Marco Travaglio e regalato a Berlusconi l'uppercut nel match tv con Michele Santoro?
Il suggeritore di Silvio Berlusconi si chiama Francesco Storace. “Sì confesso, sono stato io”. Lo ammette in tv il giorno dopo la rissa televisiva sulle condanne civili a Travaglio, e poi ad Affaritaliani.it racconta come da un incontro per discutere la sua candidatura, si è arrivati all'idea di rendere pan per focaccia a Marco Travaglio.

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Ecco allora la genesi della lettera: “Non vorrei che si facesse un romanzo, ma tutto è nato durante la cena nella quale io e Berlusconi ci siamo incontrati per discutere delle candidature e abbiamo anche parlato dell'appuntamento da Santoro. Avendo una certa esperienza, gli ho spiegato che il momento più delicato è proprio quello della Lettera di Travaglio e così ho suggerito di rispondere allo stesso modo”.
Ma è lei l'estensore materiale del testo?
“Scherziamo? Io ho dato l'idea, poi Berlusconi ha cultura e intelligenza a sufficienza per scrivere”.
Ha detto che ha studiato le tecniche televisive di Santoro?
“Sì perché in passato anche Fini ha beneficiato del mio lavoro. Non so se vi ricordate dei falsi dossier su Rutelli”.
Allora con questa candidatura per la Regione Lazio? E' fatta?
“Se fosse per me anche da ieri”.
Storace, togliamo il velo sul mistero della sua corsa alla Regione. Chi è che si oppone?
“La verità è che è un pezzo di Prima Repubblica. Meglio il metodo da Prima Repubblica”.
E se avesse il via libera correrebbe per la Regione come centrodestra e alle Politiche coma La Destra. Due campagna elettorali insieme? Storace pigliatutto?
“Ho energie a sufficienza per farle entrambe”.

 
 
 

Rischiare la vita per 5 euro, i trafficanti e ladri di rame

Post n°239 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 

Venerdì, 11 gennaio 2013 - 09:03:00
rame rubato

Morire per 5 euro, o meno. E’ quanto vale un chilo di rame rubato sui binari di una stazione rischiando la vita. Due rumeni sono rimasti uccisi così, da ondate di volt a pochi mesi di distanza uno dall'altro.

L’oro rosso è molto ricercato e per questo sono sempre più frequenti i casi di furto. Un traffico in sviluppo, una guerra tra poveri. Il rame per questi giovani pronti a tutto diventa moneta di scambio, un metodo con cui arricchirsi. Gli sciuscià rubano e i rottamai in malafede comprano.

Ha un vantaggio, il rame. Basta triturarlo per renderlo irriconoscibile. E ci sono Paesi che ne hanno molto bisogno. Come la Cina o la Svizzera. Che a occuparsi del “fenomeno”, scrive il Corriere del Vento, sia la polizia ferroviaria non è un caso.

E' lì, sui binari che il rame viene cannibalizzato. Ma i cercatori di rame sono difficili da fermare. Non li ferma neanche quell'energia elettrica che spesso corre accanto a quei tralci da rubare.  Quindici quintali pronti a essere ricettati recuperati dalla Polfer a fine dicembre. Un camion carico di metallo per il valore di 200mila euro scoperto dalla Polstrada a novembre.

Pochi giorni fa il camposanto di Povegliano scarnificato del tetto. A fine dicembre il cimitero di Villafranca hanno denudato gli abbaini. E poi quei binari che erano una sorta di El Dorado per gli sciuscià del rame. A ottobre 2 Frecciabianca e 5 treni regionali fermati dal furto di 64 metri di "oro rosso". Bottino da 500 euro. Non comporta pericoli, il furto di rame sulle strade dei treni. Ma il rallentamento della circolazione. Il tutto per guadagni che spesso permettono a malapena due giri al supermercato.

 
 
 

Grillo candidato del M5S a Palazzo Chigi. Leggi i 51 punti del suo programma

Post n°238 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 

Venerdì, 11 gennaio 2013 - 11:13:00
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Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ha presentato il proprio simbolo al Viminale e candida proprio il comico blogger, e leader di riferimento del Movimento, "a governare la Repubblica italiana". Fra i punti del programma il Movimento 5 Stelle indica: 1) abolizione delle Province; 2) abolizione dei rimborsi elettorali; 3) esame obbligatorio sulla Costituzione per ogni rappresentante pubblico; 4) riduzione a due mandati per ogni carica pubblica; 5) eliminazione delle pensioni privilegiate per i parlamentari; 6) stipendio dei parlamentari allineato alla media degli stipendi nazionali; 7) abolizione dell'Authority; 8) referendum sia abrogativi sia propositivi senza quorum; 9) norme piu' stringenti per risparmiare sul riscaldamento degli edifici e sugli elettrodomestici; 10) incentivazione della produzione di biocombustibili; 11) incentivazione della produzione di energia termica con fonti rinnovabili. - Il programma grillino prosegue cosi': 12) eliminazione dei contributi pubblici alle testate giornalistiche; 13) nessuno potra' essere proprietario di piu' del 10% di un canale televisivo; 14) asta pubblica ogni cinque anni per le frequenze televisive; 15) nessuno potra' essere proprietario di piu' del 10% di un quotidiano; 16) abolizione dell'Ordine dei giornalisti; 17) vendita ad azionariato diffuso, con proprieta' massima del 10%, di due canali tv pubblici; 18) un solo canale tv pubblico senza pubblicita', indipendente dai partiti; 19) abolizione della Legge Gasparri; 20) statalizzazione della dorsale telefonica, con il suo riacquisto a prezzo di costo da Telecom Italia; 20) copertura completa dell'ADSL a livello nazionale; 21) eliminazione del canone telefonico per l'allacciamento alla rete fissa; 22) tetto nazionale massimo del 5% per le societa' di raccolta pubblicitaria facenti capo a un singolo soggetto economico privato; 23) divieto della partecipazione azionaria da parte delle banche e di enti pubblici a societa' editoriali; 24) abolizione delle scatole cinesi in Borsa; 25) introduzione della class action; 26) abolizione della Legge Biagi; 27) impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno; 28) vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale; 29) impedire l'acquisto prevalente a debito di una societa' (ad esempio Telecom Italia); 30) abolizione dei monopoli di fatto; 31) allineamento delle tariffe di energia, connettivita', telefonia, elettricita', trasporti agli altri Paesi europei. Ancora, i grillini si prefiggono di realizzare: 32) riduzione del debito pubblico con il taglio degli sprechi; 33) sussidio di disoccupazione garantito; 34) disincentivo dell'uso dei mezzi privati motorizzati nelle citta'; 35) sviluppo delle piste ciclabili; 36) blocco immediato della Tav in Val di Susa; 37) sviluppo delle tratte ferroviarie legate al pendolarismo; 38) copertura dell'intero Paese con la banda larga; 39) corsie riservate per i mezzi pubblici nelle aree urbane; 40) ticket sanitari proporzionali al reddito per le prestazioni non essenziali; 41) prescrizione medica dei principi attivi invece delle marche dei farmaci; 42) separare le carriere dei medici pubblici e privati; 43) incentivare la permanenza dei medici nel pubblico; 44) proibire gli incentivi economici agli informatori scientifici sulle vendite dei farmaci; 45) liste di attesa pubbliche e on line; 46) utilizzo degli oppiacei come la morfina contro il dolore; 47) finanziare la ricerca indipendente attingendo ai fondi destinati alla ricerca militare; 48) eliminare gli inceneritori; 49) abolizione della Legge Gelmini; 50) graduale abolizione dei libri di scuola stampati rendendoli accessibili via Internet; 51) insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall'asilo. "Di Ingroia io penso tutto il bene possibile.

Lui aveva già il suo movimento ed era Cinque stelle e doveva chiedermi 'mi apri la porta?' e io gliela avrei aperta però lui ha fatto il contrario: ha creato un suo movimento". Così il leader del movimento Cinque Stelle Beppe Grillo ha risposto a una domanda sulla scelta del magistrato palermitano di candidarsi alle elezioni politiche con una sua lista. "Ha fatto un suo movimento - ha continuato Grillo - ed è giusto che lo faccia se ci crede ma stanno imbarcando gente che la politica l'ha già fatta. Non puoi riproporre le stesse cose...". Grillo però lascia una porta aperta al leader della lista Rivoluzione civile: "Se ci saranno battaglie da fare insieme noi siamo disponibili che venga pure lui con noi".

 
 
 

Bersani sui conti pubblici: «Cercheremo anche la polvere sotto il tappeto»

Post n°237 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 

«Dovremo valutare se il pareggio di bilancio e la piena rispondenza agli impegni europei sono stati raggiunti»

 

Pierluigi Bersani (LaPresse)Pierluigi Bersani (LaPresse)

«Andremo a vedere la polvere sotto il tappeto». Lo ha detto il leader del Pd, Pierluigi Bersani, parlando a Radio anch'io del nodo dei conti pubblici. «Se guardiamo seriamente l'anno 2013 dovremo valutare se gli obbiettivi che ci siamo dati, cioè il pareggio di bilancio e la piena rispondenza agli impegni europei, sono stati raggiunti o meno», ha spiegato Bersani. «Verso febbraio o marzo capiremo meglio due cose», ha detto ancora, «uno: se le previsioni, seppur minime, di crescita sono realistiche. Due: quanta polvere è stata messa comunque sotto il tappeto» e citando un tema come gli ammortizzatori sociali ha evidenziato che «lì bisogna fare il punto della situazione».

MONTI - Reduce dalla serata da Vespa, il segretario è tornato ad attaccare Monti affermando di non avere preclusioni sull'ipotesi del professore al Quirinale, ma è stato proprio il premier a sottolineare come ora questa strada per lui si sia fatta più difficile. «Non ho detto che ho una preclusione sull'ipotesi che Monti vada al Quirinale. Siccome prima tanti hanno interpretato la mia posizione come favorevole, e io non l'ho mai smentito, ora Monti si è messo mani e piedi nella contesa e lui stesso ha detto che questo rende più difficile un ruolo di terzietà. Questo sta nell'oggettività nelle cose, non è un'idea mia», ha concluso il segretario del Pd.

Redazione Online11 gennaio 2013 | 11:28

 
 
 

Napolitano a stampa: non farò altri senatori a vita

Post n°236 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale, Roma 22 dicembre 2012. REUTERS/ Press Officer Presidenza della Repubblica

venerdi 11 gennaio 2013

ROMA (Reuters) - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, prossimo alla fine del mandato, ha deciso di non nominare nuovi senatori a vita dopo la scomparsa di Rita Levi Montalcini e Sergio Pininfarina.

Lo ha detto lo stesso capo dello Stato al quotidiano La Stampa.

"In questa fase, a così breve distanza dalla conclusione del mio mandato, non intendo utilizzare questa facoltà e ritengo invece più opportuno trasmettere al mio successore ogni valutazione e decisione", spiega Napolitano.

Dopo la scomparsa di Montalcini e Pininfarina, restano tre senatori a vita: Giulio Andreotti, Emilio Colombo e Mario Monti, nominato da Napolitano nel novembre 2011. A loro si aggiunge Carlo Azeglio Ciampi in qualità di ex capo di Stato.

Napolitano sottolinea di "non poter esercitare con la dovuta ponderazione e serenità questa prerogativa a così breve distanza dalla fine del settennato", e alla vigilia di elezioni politiche il cui esito proprio per il Senato si prospetta particolarmente incerto.

Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia

 
 
 

"L'hanno fatto impazzire". Parla il padre del professore suicida per amore

Post n°235 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 

Venerdì, 11 gennaio 2013 - 08:11:00
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Di Fabio Frabetti

 

Ogni 10 del mese Pierluigi Pasqualetto torna davanti al Liceo Majorana di Mirano (Ve). Una presenza per reclamare giustizia per la morte del figlio Leonardo, professore in quello stesso istituto. Un ragazzo di 36 anni pieno di vita, di progetti e nel pieno dei sogni che stava realizzando.

Una vita che si interrompe il 10 novembre del 2011 quando sconvolto esce da scuola e dopo essere rientrato a casa si impicca con una corda. Un epilogo impensabile per chi lo conosce e in particolare per il padre. Qualcosa di grave doveva essere accaduto. Pierluigi non riesce a darsi pace per un figlio che adorava e per il quale aveva dedicato la sua vita, contribuendo insieme alla madre a renderlo un modello di insegnante e di uomo.

PETTEGOLEZZI LETALI - Leonardo aveva iniziato una relazione con una 16enne che frequentava lo stesso liceo. Inizialmente il professore aveva resistito alle avances dicendo alla ragazza che quel rapporto poteva essere poco opportuno. Con il passare dei giorni però anche Leonardo si innamora e tra i due nasce una bellissima storia d'amore totalmente consenziente da parte della minorenne.

La voce in poco tempo si sparge nella scuola, dal pettegolezzo si passa ben presto alla calunnia ed alla malignità fino a quel drammatico giorno quando il professore una volta entrato in classe subisce un vero e proprio processo davanti a tutti gli alunni della sua terza ed alla stessa fidanzata relegata in un angolo:

"Quella mattina – ricorda ad Affari il padre Pierluigi - l'hanno processato e allontanato definitivamente dalla scuola. L'ha dichiarato proprio un professore del liceo a quei ragazzi dicendo: “il professore Pasqualetto non farà mai più ritorno in questa scuola”. Neanche un'ora e mezza dopo mio figlio si suicida. L'hanno fatto impazzire. Nei documenti dell'inchiesta ministeriale, pieni di inspiegabili omissis, c'è scritto chiaramente. Ci sono le prove che il processo in classe è stato organizzato nei giorni precedenti. È una cosa aberrante. Era vittima di calunnie, di vessazioni. Quella mattina e nei giorni precedenti deve avere sofferto moltissimo, non sapeva neanche quello che stava facendo. L'hanno martoriato con una crudeltà indicibile. C'è una testimonianza scritta di più studenti che hanno visto e sentito nel piazzale dell'istituto questa frase: “finalmente siamo riusciti a mandarlo via dalla scuola”. A pronunciarla una minoranza di studenti che ce l'avevano con lui. Era troppo bravo,dava fastidio a qualcuno forse anche perché aveva scoperto qualcosa. Con quel pretesto sono riusciti ad allontanarlo".

NESSUN MOTIVO – Per quella relazione sentimentale giunta alle orecchie della preside e della sua vice, Leonardo subisce un processo pubblico davanti ad una intera classe di minorenni. Ed anche la condanna viene pronunciata davanti a tutti: al professore viene probabilmente comunicato il licenziamento. Non importa se un provvedimento del genere richieda numerosi passaggi di garanzia. Il danno è fatto. Leonardo crolla psicologicamente e si toglie la vita:

"Mio figlio non aveva nessun motivo per suicidarsi. Stava bene di salute, nessun problema economico. Aveva il paradiso in mano riuscendo a coltivare le sue grandi passioni per l'insegnamento e per i cavalli. Me l'hanno dipinto come persona depressa piena di problemi. Non l'accetto. Voglio che venga fatta piena luce dentro e fuori la scuola. E' stato additato come pedofilo in quasi tutti i licei di Mestre con dei messaggi e delle chiamate da parte di studenti del Majorana. Come mai non si è risaliti a chi le aveva effettuate? Voglio che venga fatta piena luce sulla morte di mio figlio. È poi successo un fatto gravissimo. Tredici giorni dopo il suicidio, la direzione scolastica ha incaricato un'insegnante di entrare nella mia proprietà e prelevare dalla macchina di Leonardo alcuni documenti all'interno della borsa di mio figlio. Poteva esserci una lettera di licenziamento o qualcosa che si voleva far sparire. Avevo chiesto alla scuola i suoi effetti personali e non mi sono mai stati consegnati. Per tutti questi episodi ho presentato una lettera-denuncia di 14 pagine con 130 allegati".

Il nesso tra quanto successo a scuola quel giorno e l’estremo gesto di Leonardo rimane un sospetto che al momento l’autorità giudiziaria non ha confermato. "La direzione scolastica mi ha neanche permesso di affiggere all'interno della scuola un cartello che avvisava i colleghi e gli studenti del giorno e dell'ora in cui si sarebbe svolto il funerale. Non ha disposto la sospensione delle lezione e così i numerosi studenti che hanno partecipato hanno dovuto presentare la giustificazione al loro ritorno a scuola".

L'ORA DELLA VERITA' - Il consiglio di istituto del liceo nei mesi scorsi ha anche convocato un'assemblea gettando accuse molto gravi nei confronti di Pierluigi in occasione delle sue visite nei pressi della scuola: "hanno sostenuto che io andavo a terrorizzare la scuola, con il rischio che mettessi addirittura delle bombe. Senza motivo e nessuna prova. Solo perché ogni 10 del mese mi presento fuori dalla scuola per onorare la memoria di mio figlio, informando con anticipo i carabinieri. Di quella riunione non esiste alcun verbale ma ho le prove inconfutabili di tutto quello che è stato detto in quell'occasione".

Il padre di Leonardo ha presentato numerose denunce ed esposti. Esige che la caratura umana e professionale del figlio emerga completamente e che si faccia piena luce su quanto accaduto nei giorni precedenti di una tragedia che si poteva evitare. "Il suo sogno di sempre era quello di insegnare. Lo faceva con un amore, con una dedizione e con un entusiasmo incredibili. La considerava una missione: lo hanno sempre detto i suoi studenti, aveva la luce negli occhi quando spiegava e totale disponibilità nei loro confronti. “Trasmetti la tua conoscenza e diventerai immortale” disse ad una sua studentessa. Era anche coordinatore di classe e stava facendo il concorso per dirigente scolastico. Si faceva carico di tutti i problemi e li risolveva. Leonardo continuerà a vivere in una fondazione a lui intitolata che avrà come scopo principale quello di aiutare ad istruirsi bambini e ragazzi che non possono farlo. Il sacrificio di mio figlio deve servire a ripulire la scuola pubblica da certe schifezze ed evitare altre tragedie. Mi prendo tutte le responsabilità di quello che denuncio, voglio la verità e non mi fermerò fino a quanto non sarà venuta completamente fuori".

 
 
 
 
 

Michelle Hunziker: "Voglio un figlio da Tomaso. Arriverà quando sarà Dio a volerlo"

Post n°233 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 

Venerdì, 11 gennaio 2013 - 05:48:00

Michelle Hunziker ribadisce la sua voglia di metter su famiglia con Tomaso Trussardi, ma stavolta tira in mezzo anche la religione. Mentre tutti i suoi fan si chiedono quando arriverà il preannunciato bèbè, la bionda conduttrice frena l'entusiasmo specificando che non forzerà i tempi: “Ci sono cose belle perchè sono intime, perchè altrimenti le bruci da solo. Non ho mai negato il desiderio di un altro figlio, ma deve arrivare da solo e deve essere Dio a volerlo, perché è lui che ti manda un bambino“.

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Sulle pagine di Chi la svizzera racconta anche il suo amore con il giovane rampollo di casa Trussardi: "Io da lui mi lascio guidare, non è vero che chi è abituato ad andare per la sua strada non ha voglia di essere indirizzato: le donne forti hanno bisogno di un uomo che le faccia rigare dritto, con affetto e con amore".

 

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Vittorio Brumotti, trauma facciale per incidente in bici

Post n°232 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 

Brutto incidente per il rampante inviato su due ruote di Striscia la Notizia, caduto mentre andava in bici. Il fidanzato di Giorgia Palmas ha postato su Twitter uno scatto che testimonia il trauma facciale riportato: viso gonfio e labbro spaccato in più punti. Nel commento non si è astenuto dal denunciare un fatto: “Sono andato adesso in ospedale santa corona (nel savonese, ndr) per trauma facciale con bike! Non mi visitavano perche non avevo documenti”.

 

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Per Santoro-Berlusconi è boom di ascolti Quasi 9 milioni per 'Servizio Pubblico'

Post n°231 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 


ultimo aggiornamento: 11 gennaio, ore 11:06

Roma - (Adnkronos) - La trasmissione su La7, con il 33,59% di share e 8 milioni e 670mila spettatori, ha polverizzato il precedente record della rete del 12,66% di Fazio e Saviano con 'Quello che (non) ho'. Show del Cavaliere in studio: "I professori dopo un po' si sono montati la testa e hanno portato il Paese nella situazione in cui siamo". Poi prende il posto di Travaglio e pulisce la sedia (VIDEO). La proposta lanciata a 'Porta a Porta': "Zero tasse a chi assume un giovane''. L'ex premier alla Gruber: "Non ci sente? Le darò il numero del mio otorino" (VIDEO)

 
 
 

La lettere dell'orrore dei ragazzini immigrati: "Picchiati e torturati, vi raccontiamo il nostro viaggio da incubo"

Post n°230 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 

Venerdì, 11 gennaio 2013 - 08:09:00
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"Siamo a Lampedusa da 24 giorni (uno di noi da 45 giorni). Il primo problema è che non ci sono abbastanza medici. Uno di noi ne aveva bisogno e non ha avuto risposta. I primi 15 giorni siamo rimasti con una coperta senza materassi. Dal bagno arriva l'acqua nella stanza e non ci fanno pulire. La notte di Natale la nostra stanza è stata presa da altri, appena arrivati, che hanno buttato fuori tutte le nostre cose. Abbiamo dovuto dormire all'aperto. Non abbiamo passato un buon Natale".

E' uno dei passaggi della lettera scritta allo Stato italiano e all'Unhcr da un gruppo di minori (18 eritrei e un somalo fra i 15 e i 17 anni) arrivato a Lampedusa il 15 dicembre scorso. "Tutte le notti - aggiungono nella missiva resa nota da Save the Children - succede qualcosa di brutto. In Italia ci aspettiamo di poter studiare e trovare poi un lavoro, chi per mantenere la famiglia, chi per trovare la pace e l'indipendenza. Alcuni di noi hanno familiari in Europa e vogliono raggiungerli. Chiediamo di fare tutto il possibile per farci restare qui meno tempo possibile e farci partire. Chiediamo che vi prendiate cura di noi. Chiediamo che i nostri diritti siano rispettati". Nella lettera i ragazzi raccontano la loro odissea, il loro viaggio nell'orrore.

IL RACCONTO DEL VIAGGIO -  "Siamo minorenni perseguitati nel nostro Paese: ci costringono - spiegano - a lasciare gli studi per fare il servizio militare e questo non è giusto; lo Stato ci costringe a rinunciare alla nostr religione. Dall'Eritrea siamo passati per il Sudan. Questo viaggio dura da 6 a 9 giorni a piedi. In questo tragitto puoi essere preso dai "rashaidah", un gruppo etnico che rapisce le persone e le porta nel Sinai, in Egitto. Chiedono un riscatto alla famiglia di 35/40.000 dollari. Finché non ricevono i soldi ti tengono chiuso e ti torturano. Uno di noi c'è stato. Molti muoiono a causa dei maltrattamenti, mentre a chi non paga possono essere presi gli organi (e anche morire)".

Chi arriva in Sudan viene portato al campo di Shagarab "dove non hai nessun diritto e sei costretto a scappare e andare in Libia viaggiando attraverso il Sahara". Il viaggio dura 9-10 giorni in macchina: "Qui c'è la sete e la fame e per questo qualcuno può morire. Chi riesce a passare il deserto viene preso come prigioniero senza processo, senza andare davanti a un giudice, senza processo. E non sai quanto resterai qui. In carcere, ci sono le torture. Siamo stati picchiati soprattutto per divertimento delle guardie quando erano ubriache. Colpiscono soprattutto sotto la pianta del piede. Il cibo e' un pezzo di pane ogni 48 ore". Chi arriva in Libia e quanti vi riescono, si mettono in viaggio per l'Italia: "In generale durante il viaggio in mare capitano tanti problemi, per esempio noi dopo due ore che siamo partiti siamo dovuti tornare indietro, per cambiare la barca per poi ripartire. Dopo 9 ore di viaggio siamo stati soccorsi e condotti a Lampedusa".

 
 
 

Silvio corre contro se stesso. E' il capo dell'opposizione al Pdl

Post n°229 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da goldblogmaghetta2008
 

Sembra un flash-back, un ritorno al '94 - sinistramente evocato dallo stesso Michele Santoro riproponendo ieri sera, in apertura dell'attesissima puntata del suo "Servizio Pubblico" con Silvio Berlusconi, un filmato della prima campagna elettorale del Cavaliere: eccolo là, il Caimano, è sempre lui, è sempre il mattatore assoluto della politica italiana, come devono riconoscere anche i più accaniti detrattori

come sempre finora dalla sua discesa in campo in poi, Berlusconi fa tutto da solo: l'opposizione a se stesso la guida personalmente. Per quanto lontane siano le elezioni, 45 giorni sono tanti, resta altamente improbabile che la sua pur trascinante campagna elettorale gli valga un riaggancio al favoritissimo Pd. Ma la statura comunicazionale dei contendenti, l'insopportabile Monti e il moscio Bersani, resta nettamente inferiore
Venerdì, 11 gennaio 2013 - 08:12:00


Di Sergio Luciano

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Il ‘puntatone’ di Servizio Pubblico, con Silvio Berlusconi ospite di Michele Santoro e Marco Travaglio, è stato visto da 8.670.000 telespettatori per uno share del 33,58%. E' record

Sembra un flash-back, un ritorno al '94 - sinistramente evocato dallo stesso Michele Santoro riproponendo ieri sera, in apertura dell'attesissima puntata del suo "Servizio Pubblico" con Silvio Berlusconi, un filmato della prima campagna elettorale del Cavaliere: eccolo là, il Caimano, è sempre lui, è sempre il mattatore assoluto della politica italiana, come devono riconoscere anche i più accaniti detrattori, un 76enne che sembra pieno di un Viagra comunicativo strapotente, in grado come nessuno di tenere la scena televisiva e di raccattare consensi anche all'ultimo minuto, in barba a tutte le numerosissime dimostrazioni di inconcludenza, che - da vero vero fuoriclasse qual è - non nega ma addebita sempre e totalmente a qualcun altro.

Eppure, più che una vittoria di Berlusconi, la serata di ieri sarà oggi celebrata dall'Auditel come una sconfitta degli altri: il buon Bersani a Porta a Porta, il sarcastico (ma "de che"?) D'Alema dalla Gruber. Niente da fare, l'audience è sempre tutta per lui, e bastava un "second screen" (vanno tanto di moda adesso) su cui chattare in Facebook o su Twitter per prendere atto che tutti i commenti erano per lui, il Berlusca.

Eppure, in quella che chiunque, onestamente, dovrà riconoscere come una vittoria mediatica del Cavaliere si vedeva in trasparenza anche la sua inguaribile tara politica, quella di essersi sempre circondato di mediocri yes-man. Per effetto del suo totalizzante egocentrismo.

 

Quando Berlusconi ha annunciato di aver portato con sé una lettera per Travaglio da leggere, il pubblico ha pregustato l'acme del divertimento televisivo, perché dopo i due soliti siluri lanciati dal giornalista, cattivo come sempre, uno "Scud" di Berlusconi avrebbe dovuto e potuto essere della stessa lega. Invece, effettivamente, elencare con tutti gli estremi le dieci condanne civili incassate da Travaglio per danni da diffamazione è stata la scelta comunicazionale sbagliata propinatagli da qualche zelante incapace, sarebbe bastato ricordarle e magari ricordarne le vittime in trenta parole per segnare il punto ("Travaglio diffamatore dieci volte") senza ammorbare il pubblico con una litania che Santoro ha fatto bene a interrompere. Nell'unico momento in cui la verve del giornalista-imbonitore più bravo del mercato è sembrata prevalere sulla faccia di tolla dell'altro.

In fondo, ben altri errori ha fatto il Cavaliere nella sua storia politica quando si è trattato di scegliersi la squadra. Una squadra quasi sempre piena di finti amici, incapace - o forse non sinceramente desiderosa - di metterlo al riparo da se stesso neanche sul fronte privato, la manicalità sessuale, quello su cui è crollata la sua credibilità di uomo pubblico ben prima che l'impennata dello spread gli assestasse il colpo di grazia.

Dunque, come sempre finora dalla sua discesa in campo in poi, Berlusconi fa tutto da solo: l'opposizione a se stesso la guida personalmente. Per quanto lontane siano le elezioni, 45 giorni sono tanti, resta altamente improbabile che la sua pur trascinante campagna elettorale gli valga un riaggancio al favoritissimo Pd. Ma la statura comunicazionale dei contendenti, l'insopportabile Monti e il moscio Bersani, resta nettamente inferiore.

Non con le chiacchiere si dovrebbero vincere le campagne, ma saper fare chiacchiere conta e Berlusconi è imbattibile. E se per assurdo si verificasse l'impensabile, cioè appunto il riaggancio del Cavaliere, allora sì che il popolo piddino dovrebbe mille volte schiaffeggiarsi per aver bloccato in panchina l'unico che, quanto a chiacchiere, poteva battere il Cavaliere: Matteo Renzi.

 
 
 

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