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Se a dominare in Italia è la criminalità organizzata: l'opinione di Massimo Carlotto


Se a dominare in Italia è la criminalità organizzata: l’opinione di Massimo CarlottoSubmitted by Izz on 29/09/2011 www.infonodo.org
di btxA proposito del suo ultimo libro, presentato alla decima edizione del Festival di narrativa poliziesca in corso a Monticello Brianza dal 25 settembre al 9 ottobre La passione per il delitto, Massimo Carlotto è stato molto categorico. Con il romanzo Alla fine di un giorno noioso, ambientato in un nord-est ormai dominato dalla criminalità organizzata, lo scrittore padovano ritiene di aver illustrato una situazione destinata a restare immutata nei prossimi anni. Soprattutto per via del fatto che stenta a partire di questi tempi una grande inchiesta della magistratura E così ha deciso di abbandonare la narrazione noir del nord est per un po’ di anni e di dedicarsi ad altro perché dal punto di vista dell’intreccio tra politica e criminalità non c’è più molto da aggiungere.Che si sia oltrepassato ogni limite? Tornando al tono di disperato disincanto con cui Carlotto ha contraddistinto il suo intervento, viene spontaneo chiedergli: ma com’è questa Italia e cosa sta succedendo nel territorio dei padanos dove l’illegalità è così diffusa e coinvolge tante persone? Parlando ad un folto pubblico intervenuto per l’occasione, Carlotto ha così motivato le sue ragioni.“Premesso che attraverso lo strumento nuovo del libro giallo molti autori italiani abbiano in realtà fatto del vero e proprio giornalismo di inchiesta, il genere letterario poliziesco in qualche modo è stato un anticipatore (vedi Wu Ming, New italian epic, Einaudi 2009). Qualche anno fa ho scritto un romanzo sull’inquinamento, Perdas de fogu, insieme ad un collettivo di scrittori. Da una inchiesta di duemila pagine abbiamo scritto un romanzo di 160 proprio per denunciare l’inquinamento bellico di un poligono sperimentale della Nato in Sardegna che veniva affittato alle aziende private a 50.000 euro all’ora. Nel 2011 arriva un giudice che sequestra tutto e determina la fine del Poligono. Questo libro, allora, è stato il motore di una denuncia poi acquisita dal Parlamento europeo. Ma un giorno ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito che il giornalismo d’inchiesta, nonostante bravissimi giornalisti, non ha la possibilità di raccontare certe cose, sia che si tratti della mafia cinese su cui da anni non si leggono più articoli anche in conseguenza di un accordo politico-economico, o della funzione antirussa della mafia kossovara.Oggi la criminalità organizzata ha una grossissima incidenza nella società italiana, tuttavia ci viene raccontato ben poco. E così è cambiato anche il mio mestiere. Prima di scrivere un romanzo, ho l’abitudine di raccogliere per circa due anni il materiale di documentazione. Ciò mi costringe ad un metodo di lavoro piuttosto particolare. Mentre scrivo un romanzo, raccolgo la documentazione per quello successivo, aiutato in questo anche da una rete di giovani autori con cui collaboro.L’Italia è l’unico paese in Europa dove magistrati e poliziotti scrivono romanzi poiché la letteratura è l’unico modo che hanno per potere raccontare parti del loro mestiere che nessuno racconterebbe mai. Un’altra anomalia è data dal fatto che i lettori consigliano agli autori quali casi seguire e quali su cui scrivere. Ogni giorno infatti sono bombardato di mail, lettere anonime e inviti a visitare quartieri degradati. L’uso sociale di questo genere letterario è oggi così straordinario al punto che sono sorte comunità molto attive attorno agli autori.Il mio progetto narrativo di questi anni è stato quello di raccontare la cosiddetta zona grigia. Da una parte c’è la società, dall’altra la criminalità organizzata a livello globale e nel mezzo c’è una zona grigia che uno studio dell’università di Oxford ha recentemente definito come “il terziario della criminalità”. Lo studio è molto interessante perché analizza la criminalità a livello europeo, partendo dall’area della sua formazione, la Torino degli anni sessanta.In cosa consiste il terziario della criminalità? È una zona grigia che permette alla catena del processo produttivo, molto spesso a sua insaputa, di entrare in contatto con la criminalità organizzata. La zona grigia, principalmente composta da faccendieri e da politici corrotti, grazie ad una corruzione aumentata in un solo anno del 112 %, oggi sta permettendo alle culture criminali internazionali di insediarsi in maniera preponderante nel nostro territorio e di controllarlo.Il problema fondamentale del nord e in particolare del nord-est è quello del riciclaggio, perché secondo una stima delle Nazione Unite, sono 10.000 i miliardi di dollari all’anno da dover essere riciclati nell’area del Mediterraneo. Ora, se non si hanno rapporti con le banche, con l’imprenditoria e con la politica non si riesce a riciclare. E così sta avvenendo un cambiamento sostanziale ed è il seguente. Prima la criminalità riciclava il denaro con il rischio di impresa, ma adesso oltre a riciclare i soldi sporchi, ci vuole guadagnare sopra e qual è l’unico modo per farlo? Entrare nel giro degli appalti delle grandi infrastrutture. È la grande infrastruttura a essere l’affare del secolo per il mafioso.Ciò che sta accadendo nel nordest è che tutte le grandi infrastrutture molto spesso sono inutili. Ciò nonostante, l’unico modo per essere dentro questo tipo di appalti è avere l’appoggio dei politici. Senza di loro e senza l’appoggio di alcuni settori finanziari e imprenditoriali non è possibile entrare nel settore dei grandi appalti. La crisi poi tra l’altro è un veicolo straordinario di infiltrazione mafiosa. Da poco hanno arrestato a Padova una pericolosissima banda legata alla camorra che in cambio del 15 % in contanti dei debiti accumulati acquistava le aziende da imprenditori sull’orlo del fallimento. Dopo aver saldato i loro debiti, la holding criminale napoletana si intestava tutti gli immobili all’estero per evadere il fisco. Ma adesso viene il bello. Il boss della banda, Giuseppe Catapano era un esponente di una grossa associazione contro il racket, frequentava la prefettura, l’università e godeva anche della copertura politica. di un ignaro Scilipoti. È solo uno tra i tanti possibili esempi, ma rappresenta l’attacco frontale sferrato dalla criminalità organizzata verso un sistema economico che nelle nostre parti ben si presta al riciclaggio. Se in un anno la corruzione è aumentata del 119 % significa che in giro circola gente con attaccato al collo e ben in evidenza un cartello con la scritta “corrompetemi”.Se nel Veneto hanno scoperto un’azienda con 800 dipendenti che non ha mai versato una lira in imposte, è perché tutti quelli che dovevano controllare erano corrotti. In questo consiste il cosiddetto “sistema Italia” ed è un sistema pericolosissimo. Il territorio del nord est poi è particolarmente in pericolo perché la strada che parte da Trieste, come raccontano i carabinieri, e arriva a Padova per poi diramarsi in tutta l’Italia centrosettentrionale, è il tratto stradale italiano dove transita quotidianamente la maggior parte di merce illegale in entrata e in uscita dal paese. Se nessun camion viene fermato, il motivo è presto detto. Per la prima volta è stato firmato un cartello mafioso che gestisce i confini.Scrivere questo genere di libri significa per me radiografare un tipo di realtà che altrimenti, per effetto della negazione all’informazione a cui siamo giornalmente sottoposti, non potrebbe arrivare. Sotto questo punto di vista, con i miei libri io sono quello che porta le cattive notizie”.