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Tangenti rifiuti: «La Brebemidiscarica di viale Lombardia»8 dicembre 2011 www.ilcittadinomb.it
Monza, il cantiere di viale Lombardia (Foto by FABRIZIO RADAELLI)Intercettazioni, paura al telefono «Qui se tolgono tutto sono guai» Monza - Si sta rivelando un'autentica bufera giudiziaria, che va dritta al cuore del Pirellone, l'inchiesta sulla magistratura di Brescia sulle presunte tangenti legate allo smaltimento di rifiuti che hanno mandato in carcere il vicepresidente del consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani, accusato di corruzione e traffico illecito di rifiuti. E' dell'altro giorno la notizia diffusa da 'Repubblica' di alti due indagati, Marcello Raimondi e Gianni Rossoni, assessore regionale all'ambiente il primo, all'istruzione il secondo. Ma spunta anche un risvolto monzese e brianzolo, visto che l'imprenditore bergamasco al centro dell'inchiesta Pierluca Locatelli (anch'egli destinatario di una delle dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere), è titolare dell'appalto relativo allo "sbancamento ed al ripristino del manto stradale lungo la strada statale Monza-Cinisello Balsamo", come si apprende dall'ordinanza del gip di Brescia. Ed è proprio a causa dei "continui conferimenti" di fresato d'asfalto (un rifiuto che può essere riutilizzato come fondo stradale solo dopo adeguato trattamento) provenienti dai cantieri in opera presso viale Lombardia e la Valassina, che Locatelli, secondo l'autorità giudiziaria bresciana, trattava la Brebemi come una discarica. In sostanza, invece di smaltire i rifiuti pericolosi secondo le previsioni di legge, l'imprenditore di Bergamo rifilava gli stessi materiali provenienti dalla statale monzese ai cantieri della futura autostrada Brescia-Milano. In questo modo, non solo avrebbe risparmiato sui costi di smaltimento, ma avrebbe addirittura lucrato, rivendendoli come materiali di prima qualità quando invece erano imbottiti di ogni genere di immondizia. Si parla addirittura, nel provvedimento restrittivo del gip Cesare Bonamartini, "di fresato stradale pari al 95%, mentre, in base alle prescrizioni dell'autorizzazione rilasciata dalla provincia di Bergamo, doveva contenerne una percentuale pari al 2%". In regione, visto il coinvolgimento di Nicoli Cristiani, infuria la polemica. Il governatore Roberto Formigoni ha dichiarato regione Lombardia "parte offesa". Ma altri nomi della politica regionale sono stati coinvolti in inchieste, condotte dalla magistratura di Monza. Dall'indagine sul cosiddetto 'sistema Sesto', che riguarda l'attuale consigliere Filippo Penati, già presidente della provincia di Milano, a quelle sul brianzolo Massimo Ponzoni, segretario del consiglio regionale, accusato di bancarotta e corruzione. Federico Berni