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Inceneritore di Trezzo: ecco i costi reali


Gli adoratori del fuoco hanno l'abitudine (bella per loro, pessima per tutti gli altri) di presentare la costruzione o l'ampliamento degli inceneritori come "splendide opportunità per il territorio", nemmeno si trattasse dell'istituzione di parchi naturali. Il sindaco di Trezzo, che evidentemente non si lascia abbindolare, mette a confronto gli introiti economici che l'inceneritore garantisce al comune di Trezzo (3 milioni l'anno) con i danni che lo stesso impianto genera sul territorio e che esperti indipendenti hanno stimato mediante un apposito studio (12 milioni l'anno).Buona letturada Il Giornoarticolo di  MONICA AUTUNNOIl sindaco di Trezzo fa il punto su guadagni e costi legati al maxi-forno— TREZZO SULL’ADDA —«L’INCENERITORE? Introitiamo 3 milioni in bilancio. Ma in realtà, siamo in passivo di 12». Così il sindaco Danilo Villa, che alla questione termovalorizzatore Falck, quantomai spinosa in questi mesi di battaglia contro il progettato raddoppio, ha voluto inserire nella sua lunga relazione introduttiva al documento economico del 2011 un «bilancino» a latere. Perché se è vero che la Prima srl, società di gestione del caminone e titolare del contestato progetto di potenziamento ancora giacente in Regione, versa ogni anno da 2002 soldi sonanti nelle casse comunali, quantomai salutari in questi tempi di vacche magrissime, è opportuno, per il sindaco, fare i conti perbene. «Anche quest’anno - spiega Villa - tra contributi per impatto ambientale e utili d’impresa andiamo a introitare circa 3 milioni di euro. A disposizione abbiamo però ormai anche altri numeri, che abbiamo pubblicato anche sull’informatore, e che sono relativi ai “costi sociali” di questo impianto e in relazione al progetto di raddoppio».ECCOLI: costi ipotizzati in termini di salute umana e danni alle colture, 5 milioni e 190mila euro l’anno; costi per microinquinanti, un milione e 290mila euro l’anno; impatto sulla cosiddetta biodiversità, 571mila euro l’anno; costi in termini di modificazione climatica, 8 milioni e 550mila euro l’anno. Totale, costi sociali stimati in 15 milioni e 610mila euro l’anno. «Lo studio è stato fatto in relazione al progetto di raddoppio - spiega ancora Villa - ma si può facilmente intuire che, ospitando un inceneritore già da otto anni, sono costi che la nostra comunità sostiene già da molto tempo. Va da sé che il bilancio si trasforma dunque in un bilancio in negativo: la presenza di questo impianto ci mette in realtà in passivo di circa 12 milioni di euro».UNA PROVOCAZIONE, in parte, ma un dato concreto dall’altra. I dati sono stati forniti e messi a punto dagli esperti consultati dai sindaci per realizzare una sorta di controcanto allo studio di impatto ambientale portato da Prima srl ai tavoli della conferenza di servizi, e sono uno degli assi nella manica dei comitati del «no». All’ambiente dunque, uno dopo l’altro, saranno destinati i 3 milioni di contributo del 2011. «È grave - scrive ancora il sindaco - constatare che negli anni passati questo contributo veniva anche solo in parte impiegato per finanziare spese inutili e fantomatiche attività: ad esempio, l’Associazione Comuni per l’Adda. Nel ribadire il nostro no al raddoppio dell’impianto, diciamo già da ora che i tre milioni saranno destinati a interventi e progetti in grado di contrastare e controbilanciare, almeno in parte, gli effetti nocivi della presenza dell’impianto già esistente».